Voci, persone, battute da “Ri-fare l’Italia”. Teatro Sistina di Roma, una domenica di novembre.
Antimafia. Vista da destra, in rosa ma con i pantaloni. Questa l’antimafia di Valeria Grasso, madre coraggio ed imprenditrice testimone di giustizia, che sul palco di “Officina” ha testimoniato non solo il senso della sua sfida alla criminalità organizzata ma anche un modo differente di contrastare il fenomeno mafioso «non soltanto il giorno delle celebrazioni». Un’iniezione, salutare, di società civile.
Balls of steel. Che sia stato frainteso o no «ha dimostrato di avere tirato fuori cosiddette “palle di ferro” casomai non in Europa, ma per fare gli interessi dell’Europa contro il popolo italiano». È di Giorgia Meloni l’attacco più “efficace” ad Enrico Letta. Quanto all’euro, il leader di Fdi è stata altrettanto chiara: «Starci a costo di farci massacrare no». Massacrare le cosiddette…
Crosetto (Guido). Il “gigante” nel suo intervento denuncia il «predominio della semantica». Ossia? «Il predominio di come chiami le cose sui fatti». L’esempio? «Ieri è nato un nuovo centro destra e questo che fa? Appoggia Letta… bene, allora (rivolgendosi alle signore, ndr) sappiate che io da oggi sono Richard Gere. Cambierà qualcosa? (sorride)». Lo chiede retoricamente.
Destre. Così Ignazio La Russa ironizza a proposito della diaspora delle destre: «Ma con tutte queste destre che abbiamo in circolazione mi spiegate come caspita governa ancora la sinistra?».
Enea. Marcello Veneziani, sul Giornale, dopo la metafora del “ritorno ad Itaca” esorta la riunificazione delle destre dicendolo con Virgilio: «Troia brucia, non abbiamo bisogno di Aenne ma di Enea». Risponde così Massimo Corsaro: «Caro Marcello, te lo dico con stima: non abbiamo bisogno di alcun oracolo che ci guidi perché abbiamo già un leader». Alla quale spetta un’impresa “epica”, in effetti.
Fini Gianfranco. Come è avvenuto il sabato prima, nemmeno al teatro Sistina il “fantasma” di Gianfranco Fini è stato pronunciato dal palco. Ma in un certo senso c’era. Come? Immortalato nel gesto di stringere la mano a Mario Monti. Questo il passaggio rapidissimo del filmato introduttivo all’intervento di chiusura tenuto da Giorgia Meloni, che ha riguardato tra gli altri l’ex leader di AN. Il titolo della prima pagina immaginaria? «Ho visto gente perdersi». Sentenza definitiva.
Pdl. La battuta di Silvio Berlusconi («Alfano a questo punto poteva chiamare il suo gruppo “Cugini d’Italia”,così eravamo tutti una famiglia») non ha fatto ridere i Fratelli d’Italia. A Pasquale Viespoli – rappresentante della tradizione storica della “sinistra” del Msi – assegniamo il premio risposta: «Abbiamo assistito (con la scissione del Pdl-Forza Italia, ndr) alla risposta verticistica alla crisi del centrodestra». La soluzione? «Vogliamo rappresentare una politica che esca dalla mediaticità e rientri finalmente nella fisicità». Rautiano (anche nel linguaggio) per sempre.
Romagnoli. «Vai Romagnoli!». Così dalla platea è stato accompagnato l’intervento di Marco Perissa, trentenne, responsabile del movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Non un errore di persona, ma una battuta goliardica: il riferimento, infatti, è rivolto a Luca Romagnoli, leader della Fiamma tricolore, che – a cinquant’anni – è stato nominato responsabile delle organizzazioni giovanili dei “rifondatori” di An. Punzecchiature continue tra ex…
P.S. Alleanza Nazionale. La rifondazione di Alleanza nazionale viene garbatamente ma energicamente rigettata: «Non occorre scimmiottare un tempo che non c’è più. Ma non lasceremo An senza eredità» (Meloni); «No ai simboli del passato» (La Russa); «Fratelli d’Italia nasce dai giovani di An» (Cirielli). In ogni caso il congresso di Fratelli d’Italia si svolgerà il 26 gennaio. Anniversario della nascita di Alleanza nazionale. Potenza delle date (o data messa al sicuro?)
@rapisardant