Yasser Arafat fu avvelenato. In un ponderoso rapporto di ben 108 pagine, redatto dai ricercatori del centro di medicina legale dell’Università di Losanna in Svizzera, emerge un dato inquietante che conforta le ipotesi sull’uccisione di quello che fu il leader dell’Olp: nei suoi resti mortali, Arafat presentava quantità di polonio superiori per ben 18 volte ai livelli di guardia tollerabili da un corpo umano.
In pratica Yasser Arafat potrebbe essere stato ucciso mediante avvelenamento dalla stessa sostanza radioattiva con la quale sarebbe stato eliminato, nel 2006, l’ex agente segreto russo Aleksandr Litvinenko.
Il polonio, anzi, l’isotopo polonio-210, è un killer silenzioso e assolutamente mimetico: si insinua nell’organismo avvelenandolo e portandolo alla morte lentamente, dando sintomi inconciliabili con quelli delle malattie più conosciute. Tant’è vero che, sulle cause del decesso di Arafat, le ipotesi – fino alla clamorosa scoperta dei ricercatori svizzeri – rimangono ancora oscure. Si parla praticamente di tutto, da una forma di cancro fino alla cirrosi epatica.
La clamorosa notizia, destinata a trasformarsi in uno tsunami politico in tempi in cui i rapporti tra medio Oriente arabo e potenze occidentali – Usa e Israele su tutte – non sono proprio eccellenti, è venuta fuori grazie ad una serrata inchiesta giornalistica curata da Al Jazeera che ha portato fin nel cuore delle Alpi un borsone pieno di effetti personali dell’ex leader Olp e alcuni campioni biologici della sua salma.
Nel frattempo un altro studio, stavolta condotto da medici specialisti russi, sembra essere meno possibilista e, pur avendo rivenuto significative quantità di polonio tra ossa pelviche e costole, i ricercatori di Mosca non si sentono di affermare con sicurezza che possano esserci dirette conseguenze tra la presenza del veleno radioattivo nel corpo di Arafat e la morte del leader palestinese. Intanto c’è anche un’équipe di ricerca francese che sta lavorando alla risoluzione del giallo.
Gli elementi scaturiti dai controlli, ora, finiranno nell’articolata inchiesta che la magistratura francese (Arafat morì a Parigi nel 2004) sta portando avanti. La vedova del fondatore e capo carismatico dell’Olp, Suha Arafat, nel documentario di Al Jazeera ha chiesto ufficialmente a Mahmud Abbas di fermare i colloqui con Israele. “Penso che l’Autorità Palestinese debba andare fino in fondo per conoscere la verità – ha affermato davanti alla telecamere dei giornalisti arabi -. E penso anche devono fermare ogni sorta di negoziato con Israele finché non si saprà cosa è davvero accaduto”.
E proprio in queste ore arriva la notizia delle dimissioni di massa dei diplomatici palestinesi impegnati nella task-force per il negoziato con Israele. La motivazione ufficiale risiede nell’immobilismo delle trattative che – come rivela Abbas – potranno comunque riprendere ma non prima che siano passati sette giorni…