Facciamo così. Facciamo che io scrivo una cosa – scrivo che si deve istituire un processo al Pdl, altro che le primarie – e facciamo che i motivi per chiederne una discussione pubblica, forte, cruda e senza ipocrisie vengano poi sottoscritti da chi voglia contribuire a un preciso fatto. E il fatto è che s’istruisca un processo politico, culturale e perfino antropologico (visti i tipi che circolano nella casa grande quanto inutile dei moderati) di quel che avrebbe potuto essere e non è mai stato il berlusconismo, la destra, il centrodestra e il liberalismo da partita iva. E facciamo appunto che appena questo pezzo sarà rilanciato in rete possa poi essere condiviso, twittato, discusso, aggiornato, allungato ma – infine – concluso. Facciamo che davvero si arrivi a una data e a un luogo, con il più alto numero di firme, di facce e di storie conseguenti a questa richiesta – processare il Pdl e tutto ciò che ne discende e ne ascende, anche in termini di disonestà intellettuale – e fare tabula rasa per capire come possa essere successo di avere avuto tutto in mano per non ritrovarsi altra eredità che un imbarazzante fallimento politico.
* da Il Foglio del 27 novembre 2012