«Idea balzana dell’FMI», così titola il Sole 24 Ore, riguardo il trafiletto comparso nel Fiscal Monitor redatto dal Fondo Monetario Internazionale, sull’ipotesi di un prelievo forzoso del 10% sui depositi bancari di 15 Paesi della zona euro. L’idea ha in effetti scatenato una serie di polemiche piuttosto accese, costringendo l’organizzazione internazionale a fare marcia indietro, dichiarando che il «breve box nel Fiscal Monitor pubblicato la settimana scorsa riporta e descrive discussioni ed esperienze su ipotesi di un prelievo dei capitali una tantum» ma «il box non raccomanda né suggerisce alcun prelievo né patrimoniale».
Molti notano, però, che qualcuno ne ha comunque discusso e quindi l’ipotesi di risolvere qualche problema, prelevando forzosamente il denaro dai conti correnti dei cittadini europei, non è estranea alle alte sfere. Il prelievo forzoso è di solito percepito dai contribuenti come un furto vero e proprio, un’appropriazione indebita da parte dello Stato. Dal 2008 ad oggi, l’ipotesi di decurtare i conti dei cittadini, è stata avanzata sempre più spesso. Nella vicenda del salvataggio di Cipro, ad esempio, è stato operato un prelievo coatto sui conti eccedenti i 100 mila euro, sostenendo che fossero appartenenti agli oligarchi russi, ma di fatto compiendo un’azione arbitraria.
L’ultimo che in Italia ha prelevato forzosamente soldi dai conti è stato Giuliano Amato, nella famosa notte fra il 9 e il 10 luglio 1992: operazione mai perdonata dai cittadini. Oggi un’operazione del genere creerebbe una frattura sociale piuttosto profonda, soprattutto nel caso di chi deve fare i calcoli fino all’ultimo euro per riuscire a far combaciare bollette, mutuo, mensa scolastica e tutte le altre spese obbligate. Dice qualcosa, solo per citarne una, la nuova “Trise”?
@cescofilip