Erano in poco meno di duemila sabato scorso a Palermo per la manifestazione nazionale contro l’installazione del Muos di Niscemi. Un corteo entro il quale non si sono registrati episodi di violenza, nonostante gli allarmi degli scorsi giorni circa la possibile infiltrazione dei tanto temuti black-bloc e l’occupazione dell’Ars da parte di alcuni attivisti No-Muos. Lo striscione che ha aperto la sfilata era quello delle mamme No-Muos, le donne simbolo di questa protesta. La personalità più citata nei cori e negli slogan è sicuramente il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, protagonista in negativo del tanto discusso valzer dei mesi scorsi sulla revoca-delle-revoche delle autorizzazioni per la costruzione delle mega antenne militari americane.
Non sono mancate, però, le polemiche sulla scarsa partecipazione alla manifestazione palermitana. Un particolare non nascosto affatto dagli stessi organizzatori. Per Francesco Terranova si tratterebbe infatti di un vero e proprio “fallimento”, determinato «dalla presenza di bandiere di partiti politici». Dello stesso avviso sono anche gli aderenti del comitato Terra Nostra, la rete identitaria che si oppone alla realizzazione del Muos: «Il fallimento del corteo tenutosi sabato e promosso dal coordinamento dei comitati No Muos – si legge in una nota – è il chiaro sintomo di come la società civile si sia decisamente stancata delle forzature ideologiche che gli organizzatori hanno imposto, con metodi più o meno democratici, alle iniziative contro l’installazione dei radar».
«Ormai da troppo tempo denunciamo questa assurda situazione – continua la nota – nessuno ha mai consegnato le chiavi della lotta No Muos a questi signori che, tuttavia, continuano imperterriti a sventolare bandiere rosse ed intonare cori che nulla hanno a che vedere con la matrice assolutamente popolare e trasversale della protesta».