“Il rispetto della magistratura è spesso travolto dal conflitto politico”. Il presidente della Repubblica, nonché capo del Csm, è intervenuto stamattina per cercare di spegnere il fuoco del conflitto politica-magistratura che sta nuovamente distraendo i partiti dall’affrontare le priorità del paese: lavoro, sviluppo, politica estera e questione giovanile.
Per Napolitano “non c’è nulla di più impegnativo e delicato che amministrare la giustizia, garantire quella rigorosa osservanza delle leggi, quel severo controllo di legalità, che rappresentano – come ho avuto più volte occasione di ribadire – un’imperativo assoluto per la salute della Repubblica”.
Poi il presidente ha provato a sondare la disponibilità della magistratura a valutare possibili (e indispensabili) riforme: “I magistrati abbiano un’attitudine meno difensiva – ha esortato Napolitano- e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme di cui la giustizia ha indubbio bisogno da tempo e che sono pienamente collocabili nel quadro dei principi della costituzione repubblicana”.
In conclusione il discorso del Colle sembra indicare una exit strategy dopo il corpo a corpo dei giorni scorsi nei palazzi e nei talk show legato alla sentenza Berlusconi e al conflitto tra l’ala giustizialista del parlamento e le truppe garantiste del Cavaliere. Se il contesto sarà pacificato, probabilmente si potrà ristabilire una dialettica politica oltre le “strane intese”. Magari tornando al confronto tra due opzioni di governo (ora costrette a convivere nel governo Letta.