“La guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi” diceva nell’Ottocento il celebre stratega e polemologo von Clausewitz. Infatti, la guerra è un fenomeno sempre esistito. Ma il modo di concepirla è cambiato da un secolo all’altro. Vi è stata anche una concezione tradizionale della guerra, considerandola non come sterminio dei nemici ma occasione per realizzare un’esperienza interiore (Ernst Jünger).
L’editore e direttore della rivista tradizionale “Arthos”, Nicola Crea, ha deciso di dedicare il numero 32 della rivista al tema della guerra (“Arthos” n. 32, Arya ed., pagg. 336, euro 32,00). E’ un corposo fascicolo che fa il punto sul fenomeno interpretato soprattutto negli aspetti poco o meno conosciuti e analizzati secondo una visione tradizionale. Dopo alcuni articoli in ricordo del compianto Renato del Ponte, fondatore della rivista, sono presenti vari articoli. Dalle amazzoni nel mondo greco e romano, a riprova che la guerra non è stata una esclusiva del mondo maschile, a un’analisi della Jihad nel clero sciita, in Iran, e la concezione della guerra nella Mesopotamia. Saggio di particolare interesse, quello di Renato Del Ponte sui rapporti fra guerra e sacro, originariamente destinato a essere un breve capitolo dell’ultimo suo libro, Roma amor Roma e la sua sacralità (Arya ed.) ma che all’ultimo fu espunto per ragioni di opportunità. Altri articoli trattano aspetti filologici (analisi delle parole correlate alla guerra) una rassegna degli archetipi della guerra e i rimandi alle varie civiltà, sulla differenza del pensiero stategico in Cina e in Occidente. C’è poi una pregevole analisi sulla “guerra monoteista”, che si richiama cioè alle tre religioni del libro e alle ripercussioni che, storicamente, sono state registrate. Poi è riprodotto un dialogo fra due intellettuali e docenti universitari (Rodney Blackhirst e Charles Upton) sull’assalto delle società atee alle religioni ma anche il risvolto luciferino che aleggia in questa dinamica. Ancora: un prezioso saggio sulla guerra in Tolkien, dato che rimanda a una visione tradizionale del fenomeno e un saggio su Julius Evola e la prima guerra mondiale. Altri articoli affrontano la lettura dell’Iliade, lo spirito combattente in Teseo Tesei e Salvatore Todaro, grandi militari italiani, veri eroi, la guerra nella prospettiva cristiana e lo spirito da kshatryia in militari italo-ticinesi. Ancora: le guerre russe, le analisi di temi filosofici e linguistici. Un fascicolo ricco e pressoché esaustivo sul tema centrale.
Riviste della Tradizione
Altra rivista tradizionale, “Aiòn” (“Aiòn” n. 2, Stamperia del Valentino ed., pagg. 353, euro 30,00) rivista di filosofia ermetica, il cui direttore, Luca Valentini, dedica il fascicolo al tema “La magia nel mondo antico”. Una serie interessante di saggi che interpreta la magia quale scienza dell’Io e passa da una lettura dei papiri magici greci ad Apollonio di Tiana, dalla presenza della magia nel Diritto romano al rito giuridico-religioso romano, dagli oracoli caldaici a quelli magici di Giorgio Gemisto Pletone fino alla liturgia di Mitra. Saggi che propongono analisi sull’alchimia, sulla storia della magia, che si richiamano alla Tradizione ermetica. Un percorso sapienziale affrontato spesso da più punti di analisi. Di particolare interesse il saggio di Valentini che è insieme un’introduzione al fascicolo, un editoriale e un saggio sulla “mistagogia ieratica nella pratica teurgico-caldaica e nei papiri magici greci”. Un numero particolarmente ricco.
Altra rivista di taglio tradizionale ma con un’impostazione giornalistica e con pregevoli approfondimenti, il trimestrale “Fuoco” (“la rivista politicamente scorretta” recita il rigone sotto la testata), edita dal Cinabro e giunta al 13mo numero (aprile-maggio-giugno 2024; pagg. 68, euro 6,50). Si tratta di una rivista tradizionale, come detto, che interviene anche nell’attualità. Non a caso il dossario di questo numero, che occupa la parte centrale della rivista, è dedicato all’intelligenza artificiale e il titolo, molto espressivo, è “Deficienza artificiale” dove vengono analizzati i dibattiti in corso e si parla dell’”uomo residuo” (ciò che resta quando ha perso tutte le caratteristiche che ne farebbero un uomo). Sul tema, la posizione della rivista è: né luddisti né modernisti. Vengono trattati e analizzati i rischi di transumanesimo. Seguono articoli sulla dittatura sanitaria e i rischi nascosti dietro le minacce di pandemie. L’altro dossario è dedicato a Evola, per i cinquant’anni dalla morte. E’ affrontato il suo insegnamento, la sua testimonianza, la necessità di tradurre nella modernità i valori della Tradizione. E poi una serie di articoli sul conflitto russo-ucraino narrato da un reporter di guerra, la profonda recensione di un libro su Lucio Battisti esoterico e un’inchiesta sui rischi ambientali che derivano dalla “moda veloce”, il “pret à porter”, che “costa poco e inquina uomo e ambiente”. Ancora: un saggio sui danni della Rivoluzione francese e delle idee nate nel 1789 e un articolo che somma tutte le velleità femministe. Chiude il fascicolo un bel saggio su Boccaccio. Una rivista da non perdere.
Geopolitica? “Eurasia”
Nell’ambito della geopolitica, una rivista di alta qualità è “Eurasia” (Edizioni all’Insegna del Veltro, numero 2 del 2024, pagg. 209, euro 18,00), diretta da Claudio Mutti. Il fascicolo offre un dossario dedicato alla Palestina, argomento scottante. Nel dossario viene presentata la storia della Palestina, sin dall’Impero ottomano e vengono analizzate le dinamiche storiche e politiche che ispirarono la politica coloniale del Regno Unito in quell’area. Altri saggi sui rapporti fra Italia e Palestina, e sul sionismo. Gli altri articoli sono pregevoli quanto quelli del dossario. C’è una ricostruzione della “battaglia di Ustica” e uno studio approfondito sull’industria tecnologica italiana. Non solo: sono di particolare interesse le testimonianze di un alto ufficiale italiano che ha servito nella Nato e di uno studente siriano sulla questione palestinese. Chiude il fascicolo, che come al solito offre spunti, idee, interpretazioni, la consueta rubrica di recensioni.
Ed ora, in conclusione, un aggiornamento sulla storica rivista di studi tradizionali, “Vie della Tradizione”. Entro giugno sarà in libreria. Due i dossari: uno su Adriano Romualdi a cinquant’anni dalla morte e un altro sulla Tradizione romana.