L’Albert Park di Melbourne, velocissimo tracciato cittadino, ospita l’edizione numero 87 del Gran Premio d’Australia, la trentottesima valida per il Mondiale, terza gara del Campionato di Formula 1 del 2024.
Il tracciato, lungo 5,303 chilometri, conta 14 curve, con due detection point e quattro zone DRS.
In Australia, la Pirelli porta le mescole più morbide della gamma: le esordienti per il 2024 C5 (Soft), le C4 (Medium) e le C3 (Hard).
Da segnalare, il rientro di Carlos Sainz in Ferrari, dopo l’appendicectomia e un riposo forzato che lo aveva costretto a saltare anche l’Arabia Saudita.
Le prove libere
L’evento australiano si connota sin dalle battute iniziali, per i molti errori dei piloti e per i distacchi che, almeno nelle libere, sono piuttosto ridotti.
Nelle FP1 del venerdì mattina, Lando Norris si pone davanti a tutti, fissando il primato sull’1’18”564 (Soft), all’interno di una sessione che si caratterizza per i primi nove racchiusi in 207 millesimi.
Il venerdì pomeriggio, nelle FP2, il migliore è Charles Leclerc, in 1’17”277 (Soft), risultato bissato anche nelle FP3 del sabato mattina, migliorandosi il numero 16 fino al riferimento di 1’16”714 (Soft).
Per Logan Sargeant, invece, la tre giorni di Melbourne è finita già venerdì e non certo per colpa sua.
Nelle FP1, infatti, il compagno Alexander Albon era stato autore di un incidente, sbattendo in uscita dalla curva 8, sotto la tribuna dedicata a Jenson Button: il classe 1996 danneggia irreparabilmente il telaio.
In Australia, però, la Williams ne ha portati soltanto due e così, pur di far correre Albon, si decide di passare la scocca di Sargeant all’anglo-thailandese, costringendo lo statunitense a essere uno spettatore nei box.
Le qualifiche
Senza Sargeant, restano diciannove monoposto a giocarsi la gara: nella Q1, il più veloce è Sainz, in 1’16”731 (Soft), così come nella Q2, abbassando il numero 55 fino al miglior giro in 1’16”189 (Soft).
Nella Q3, si mette in luce Max Verstappen: l’olandese si prende dapprima il primato provvisorio, in 1’16”048 e nel secondo run puntella la posizione, siglando un 1’15”915 che gli garantisce la pole position.
Sainz è secondo (1’16”185), poi Perez (1’16”274); sennonché, il messicano è riconosciuto colpevole di aver ostacolato Nico Hulkenberg nella Q1 e retrocesso di tre posizioni.
Ne approfittano in tre, Norris, Charles Leclerc e Oscar Piastri, che guadagnano tutti una piazza in griglia.
Male Lewis Hamilton, soltanto undicesimo con la Mercedes, ben dietro George Russell, settimo.
La gara
Per affrontare la porzione iniziale del Gran Premio, Fernando Alonso e Hulkenberg vanno sulle Hard, Hamilton, Daniel Ricciardo e Zhou Guanyu (il cinese dai box) sulle Soft; gli altri, sono sulle Medium.
Allo spegnimento dei semafori, Verstappen mantiene la testa, così come fanno i tre alle sue spalle con le rispettive posizioni.
Già al giro 2, però, avviene uno scambio di posizioni, grazie a Carlos Sainz che, approfittando di un rallentamento di Verstappen, lo scavalca all’esterno, ancora prima della curva 9.
Tra l’altro, subito dopo il sorpasso subito, dal posteriore della Red Bull comincia ad uscire fumo: è l’avvisaglia di un inconveniente molto importante.
Per l’olandese della Red Bull, infatti, la situazione è molto più seria del previsto: il freno posteriore destro, complice il surriscaldamento, si è danneggiato – come si evince dal cestello in fiamme – e l’olandese deve abbandonare alla fine del giro 4.
L’alfiere della Red Bull è dunque costretto al primo ritiro dopo due anni.
Fermato Verstappen dall’affidabilità, si disegna una nuova gara e in testa, nell’ordine, si ritrovano Sainz, Norris, Leclerc e Piastri.
Arrivano molto presto anche le prime fermate ai box, connaturate al degrado notevole delle mescole.
Alla fine del giro 7, Hamilton rientra per montare le Hard, così come Russell (dalle medie), a fine passaggio 8; poi, un giro dopo, è il turno di Leclerc e Piastri (Hard anche per loro).
Norris e Perez – risalito parzialmente il messicano – cambiano a fine tornata 14 (sempre dure), scivolando, rispettivamente quinto e decimo; il britannico della McLaren, in particolare, si ritrova dietro sia Leclerc, che Piastri.
Sainz allunga di più lo stint e pitta a conclusione del giro 16, lasciando temporaneamente la testa a Fernando Alonso.
Pressoché in contemporanea alla sosta dello spagnolo, Hamilton è costretto al ritiro per la rottura del propulsore: neutralizzazione virtuale (fino al giro 18), sfruttata da Alonso a fine tornata 17 per fermarsi (dalle dure alle medie).
La tornata di cambi gomme lascia al comando le due Ferrari di Sainz e Leclerc, ma anche Perez a giocarsela con Russell – e a passarlo – per la sesta posizione (giro 21).
L’unico pilota della Red Bull rimasto sorpassa anche Alonso (giro 27), portandosi quinto.
Davanti a loro, Piastri deve cedere la terza posizione a Norris – su ordine di scuderia – manovra puntualmente eseguita (giro 29).
Le condizioni della pista richiedono un altro pit stop: al termine della tornata 34, è il momento di Leclerc effettuare la seconda sosta, confermando le dure, imitato da Perez al giro successivo.
Conseguentemente, sfruttando le gomme nuove, il monegasco della Ferrari – quarto dopo la sosta – comincia a mantenere un ritmo sostenuto, girando su tempi intorno al minuto e 20” alto.
Piastri e Norris cambiano alla fine del giro 39 e 40 – ancora Hard per le due McLaren – rientrando quinto e terzo.
Trascorre una tornata ed è il turno anche di Sainz (e poco dopo di Alonso): l’alfiere della Ferrari sceglie ancora le Hard, riprendendo la pista ancora al vertice.
La sezione conclusiva del Gran Premio vede diversi piloti in gestione, anche se non mancano i confronti diretti, come quello tra Russell e Alonso, che si risolverà prima del traguardo.
Dopo la sosta al termine del giro 45 (per le Hard), il pilota della Mercedes era settimo, all’inseguimento del veterano dell’Aston Martin e con un passo migliore.
Purtroppo per la Mercedes, tuttavia, al giro 57 Russell perde la vettura, va fuori pista nella chicane (curva 6-7), sbatte e rimbalza nella parte opposta, in curva 8.
La gara, ormai alle battute conclusive, è neutralizzata virtualmente.
Alla fine dei 58 giri in programma, la bandiera a scacchi saluta la vittoria di Carlos Sainz, con Leclerc secondo a regalare alla Ferrari una grandiosa doppietta.
Per il monegasco, c’è anche il punto bonus del giro più veloce, siglato in 1’19”813 al termine della tornata numero 56.
Terzo Norris, comunque autore di una giornata positiva.
A completare la zona punti, l’australiano Oscar Piastri, Perez, Alonso, Lance Stroll, Yuki Tsunoda, Hulkenberg e Kevin Magnussen (tutte e due le Haas a punti).
A diverse ore dal termine del Gran Premio, la Direzione Gara infligge ad Alonso una penalità di 20” (l’equivalente di un drive through): dopo l’analisi delle telemetrie, infatti, l’asturiano viene riconosciuto come responsabile dell’incidente di Russell, per guida “potenzialmente pericolosa”.
Secondo i commissari, lo spagnolo avrebbe indotto il britannico a sbagliare, frenando in maniera irresponsabile, poi riaccelerando e sporcandogli così l’aria, nel tratto precedente a quello dell’impatto.
Del resto, come ammesso dallo stesso numero 14, per avere maggiore velocità e mitigare gli effetti del DRS della Mercedes, l’aver frenato quasi 100 metri prima del solito, gli avrebbe permesso una maggiore velocità in uscita, potendosi così difendere al meglio.
Da sesto, Alonso scende ottavo, lasciando a Stroll il sesto posto e a Tsunoda (primi punti per la Racing Bulls) il settimo.
Archiviato l’appuntamento australiano, il Circus si è riscoperto capace di regalare sorprese, non celando qualche incertezza.
In particolare, grazie al ritorno sulla scena della variabile dell’affidabilità, la cui centralità molti sembravano aver dimenticato.
Con queste premesse, la Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, a Suzuka, per il Gran Premio del Giappone.