Dopo la trionfale Campagna d’Etiopia (1935-1936) che aveva riportato l’impero “sui colli fatali di Roma”, conclusa la Guerra Civile di Spagna (1936-1939) vinta dalle forze nazionaliste del Generalissimo Franco appoggiate fin dall’inizio del conflitto, da Italia e Germania, il 7 aprile 1939, venerdì Santo, ebbe inizio la Campagna per l’annessione dell’Albania all’Italia. Si trattò dell’ultima impresa vittoriosa di Mussolini prima che esplodesse la Seconda Guerra Mondiale. Secondo Conflitto disinnescato mesi prima proprio da Mussolini con la mediazione di Monaco a fine settembre 1938 che mise d’accordo, seppur con una reciproca diffidenza, Hitler da una parte, Chamberlein e Daladier dall’altra. Era in ballo in quel momento l’annosa questione dei Sudeti, territorio assegnato alla fine del Primo Conflitto Mondiale alla nascente Cecoslovacchia, ma di fatto abitato da popolazione di lingua tedesca e, pertanto, rivendicato dalla Germania. I Sudeti tornarono alla Germania e la pace fu salva; il temporale fu solo rinviato di qualche mese.
Fra mire egemoniche mussoliniane e contrasti interni alla Stato albanese retto da Re Zog, tra fazioni contrapposte pro e contro l’annessione all’Italia, l’impresa d’Albania dell’aprile 1939 fu una passeggiata che però, almeno inizialmente, procurò qualche problema all’Italia.
Il 7 aprile erano previste le operazioni di sbarco delle truppe italiane in Albania, il cui comando era stato affidato al generale di Fanteria Alfredo Guzzoni.
Essendo anche la Regia Aeronautica parte in causa il generale Giuseppe Valle, Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della giovane Arma Azzurra, approntò una Squadra Aerea con circa 400 apparecchi dislocati sui vari aeroporti ubicati nel sud Italia. Proprio il generale Valle si rivelò alquanto decisivo nel fronteggiare taluni problemi insorti all’inizio della Campagna.
Chi è Giuseppe Valle
Nato a Sassari il 17 dicembre 1886, combattente nella Guerra di Libia (1911-1912) e nel Primo Conflitto Mondiale (1915-1918) in qualità di ufficiale dirigibilista, transitato nella Regia Aeronautica nel 1923, dapprima con Balbo, e successivamente al trasferimento del noto gerarca in Libia, Valle è da considerarsi il costruttore dell’Arma Azzurra avendo ricoperto incarichi di vertice fin dal 1928, allorquando esercitò le funzioni di Capo di Stato Maggiore. Dal settembre 1933 accentrava gli incarichi di Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica.
Dotato di una forte personalità, poco permeabile ai compromessi, Valle non era uno scalda poltrone anzi, per quanto trascorresse numerose ore della giornata nel suo ufficio a Palazzo Aeronautica a Roma, era uomo di pensiero, esempio e azione che, non disdegnando i blitz, era solito mettersi in gioco in prima persona. Non a caso, la sera del Capodanno 1938, in piena Guerra di Spagna, decollò da Guidonia con un S.79 per andare a bombardare Barcellona.
Nel famoso discorso tenuto al Lirico di Milano il 16 dicembre 1944, Mussolini rivelò:
“Ebbene, nella guerra scorsa (1° Conflitto Mondiale, ndr) non vi fu un aviatore che non riuscendo ad abbattere con le armi l’aeroplano nemico, vi si precipitò contro, cadendo insieme con lui? Non ricordate voi questo nome? Era un umile sergente: Dall’Oro. Nel 1935, quando l’Inghilterra voleva soffocarci nel nostro mare e io raccolsi il suo guanto di sfida e feci passare ben quattrocentomila legionari sotto le navi di Sua Maestà britannica, ancorate nei porti del Mediterraneo, allora si costituirono in Italia, a Roma, le squadriglie della morte. Vi devo dire, per la verità, che il primo della lista era il comandante delle forze aeree”
che, unitamente ad altri piloti volontari, si sarebbe andato a scagliare, con il velivolo carico di bombe, contro le navi britanniche nel caso queste avessero impedito all’Italia l’impresa etiopica.
Nel 1939, presagendo l’avvicinarsi del Secondo Conflitto, dovendosi trattenere a Palazzo Aeronautica per nottate intere, Valle fece sistemare una branda nel proprio ufficio.
Uomo di saldi e radicati principi, per Valle il militare doveva servire solo ed esclusivamente la Patria e non partiti o fazioni di sorta; ai Capi doveva essere detta sempre la verità, specie se indigesta e scomoda.
Questo suo agire lo rendeva inviso non solo in taluni ambenti ministeriali e dell’Arma Azzurra, ma anche in certe gerarchie del Partito Nazionale Fascista; Galeazzo Ciano, Ministro degli Esteri e genero del Duce, fu uno di questi.
Le operazioni in Albania
Con l’inizio delle operazioni in Albania, il Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica avrebbe potuto starsene tranquillamente a Roma, decise invece di seguire personalmente le operazioni. Il 6 aprile mattina decollò da Guidonia con il suo S.79 per effettuare una prima ricognizione aerea in territorio albanese e saggiare, in tal modo, una eventuale reazione nemica: tutto era tranquillo. Anziché rientrare a Roma, Valle virò verso Brindisi dove salutò il generale Guzzoni in procinto di imbarcarsi.
La mattina del 7 aprile, alla buonora, sorvolando Durazzo, Valle ebbe modo di constatare un enorme ritardo nello sbarco – previsto per le 4,00 del mattino – da parte delle truppe italiane. Incredibilmente, solo piccoli gruppi di marinai avevano messo piede su Durazzo. Impossibilitato ad atterrare con il suo aeroplano, Valle fece ritorno a Brindisi, dove nel frattempo gli era stato messo a disposizione un idrovolante Cant.506. A bordo di tale apparecchio pilotato dal colonnello Grande, poco prima di mezzogiorno, il Sottosegretario raggiungeva Durazzo per incontrare a bordo dell’incrociatore Fiume il generale Guzzoni che gli rivelò le novità intervenute ed alcune difficolta emerse. Se i fondali alquanto bassi non consentivano un agevole sbarco dei mezzi corazzati, gli apparecchi radiotelegrafici rivelandosi in parte difettosi, consentivano un inoltro alquanto problematico dei messaggi causando in tal modo preoccupanti perdite di tempo. Il tutto poteva comportare uno slittamento di giorni nella occupazione dello Stato albanese. Dinanzi a tali difficoltà, apparve ghiotta a Guzzoni una proposta di tregua nel frattempo avanzata in loco da una legazione di Re Zog, che si palesava in una fattiva collaborazione fra i due Stati. Il testo della proposta doveva essere inoltrato ovviamente a Mussolini per le decisioni. Visti gli inconvenienti radiotelegrafici, ci sarebbero volute diverse ore prima che il Duce venisse a conoscenza della proposta. Mentre cresceva un certo nervosismo, Valle ebbe una idea: avrebbe recapitato personalmente al Duce il rapporto nel frattempo elaborato da Guzzoni. Ma come? Non certo rientrando a Roma, ma stabilendo un filo diretto con Palazzo Venezia dalla IV Zona Aerea Territoriale (ZAT)di Bari. Inaugurata il 1° luglio 1935, la IV ZAT – oggi sede del Comando Scuole AM/3^Regione Aerea – si affacciava sul mare e, al momento dell’impresa d’Albania, era comandata dal generale di divisione aerea Luigi Biagini. Guzzoni non poté che concordare. Fu così che il generale Valle decollò verso Bari dove ammarrò intorno alle ore 14,30 sulle acque antistanti la IV ZAT, venendo accolto dal generale Biagini e da altri ufficiali alle sue dipendenze.
Intanto a Bari
Mancando due giorni alla Santa Pasqua, la città di Bari era assorta nei riti del venerdì Santo. Approntato il contatto diretto con Palazzo Venezia, il Sottosegretario e Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica portò all’attenzione di un Mussolini il testo dell’accordo. Il Duce respinse sdegnosamente la proposta: ordinò di occupare Tirana rimarcando che sarebbe stata l’Italia a dettare le condizioni. Poco prima delle 16,30 Valle ammarrava nuovamente a Durazzo per notificare ad un Guzzoni poco ottimista gli ordini di Mussolini. Da informazioni pervenute a Guzzoni, non era esclusa una decisa resistenza albanese inoltre, essendo ancora confinati sui piroscafi il grosso dei mezzi corazzati, non era facile ipotizzare una marcia rapida verso Tirana. Per il comandante delle operazioni se tutto fosse andato bene, Tirana sarebbe stata occupata il 10 aprile. Tale ipotesi era da scartare visti gli ordini del Duce.
Ancora una volta fu il generale Valle ad escogitare un piano: intervento della Regia Aeronautica con attacchi a bassa quota; aviotrasporto sul campo di Tirana di un reggimento Granatieri dislocato a Grottaglie.
Nel tardo pomeriggio del 7 aprile, prima di raggiungere nuovamente Bari, il Sottosegretario dell’Arma Azzurra volle saggiare la resistenza albanese spingendosi in volo fino a Tirana: il velivolo, fatto oggetto di alcuni colpi di artiglieria e mitragliatrice, ne uscì indenne. Valle ammarrò nuovamente a Bari a tarda notte.
I contatti con Mussolini
Nel nuovo filo diretto con Palazzo Venezia Mussolini ordinava a Valle di ritornare da Guzzoni intimandogli di occupare Tirana alle ore 10,00 dell’8 aprile, pena severi provvedimenti. Forte del suo ascendente verso il Capo del Governo, Valle fece presente al Duce che non era necessario ritornare da Guzzoni ed illustrò il suo piano a Mussolini assumendosi una grande responsabilità.
In nottata Valle raggiunse Brindisi in auto per dare seguito a quel suo piano. L’8 aprile, poco prima dell’alba, Valle era diretto in volo con il Cant.506 verso Durazzo dove ammarrava seguito dal suo aiutante di volo, capitano Moci che, pilotando l’S.79 del Sottosegretario, atterrava su un piccolo campo nei pressi del porto. Da terra Valle si sincerò della situazione: erano le 7,00 del mattino quando confermò gli ordini del Duce a Guzzoni, al quale assicurò l’arrivo a Tirana dei granatieri aviotrasportati Accertatosi che le operazioni di sbarco erano in corso, da Durazzo il Capo dell’Arma Azzurra decollò con il suo S.79 verso Tirana dove atterrò poco dopo 9,00. Le operazioni aeree si erano svolte regolarmente con azioni di bombardamento sulla stretta di Vorra. A Tirana non vi fu nessuna reazione da parte degli albanesi, anzi si venne a conoscenza che Re Zog si era rifugiato in Grecia. L’arrivo a Tirana dei granatieri aviotrasportati e dei bersaglieri provenienti da Durazzo, suggellò il controllo italiano sull’Albania. Poco dopo le 11,00 fu il Ministro degli Esteri Galeazzo Ciano proveniente da Roma a prendere in consegna l’Albania.
Grazie all’azione risolutiva del Sottosegretario all’Aeronautica Giuseppe Valle, nel primo pomeriggio dell’8 aprile, le entusiastiche edizioni straordinarie dei giornali italiani annunciavano la trionfale impresa. Valle era all’apice del suo successo e nessuno, specie dinanzi al Duce, poteva offuscarne la figura consideratala totale fiducia che godeva da parte di Mussolini. Eppure, nel giro di sei mesi tutto sarebbe cambiato. Valle verrà estromesso dagli Alti incarichi, dallo stesso Mussolini, al quale aveva fatto presente, documentandola, nel settembre 1939, la impossibilità della Regia Aeronautica a prendere parte in tempi brevi ad un eventuale conflitto mondiale visto il logorio dell’Arma Azzurra dovuto ai conflitti di Etiopia, Spagna, non tralasciando i primati conseguiti nel mondo.