L’appuntamento è in un sotterraneo londinese senza finestre, con umidità e temperatura controllate, si addice al tema. La luce avrebbe sbiadito i reperti alcuni dei quali di estrema rilevanza. Che numerosissimi non sono, ma sufficienti a raccontarci le mille declinazioni del Fantastico, e le sue aderenze col reale. Non aspettarti di trovare la mitica edizione Al Azif, Necronomicon, vagheggiata da Lovecraft, nemmeno la copia eseguita con stampante 3D della coppa del santo Graal (che proprio di fantasia non era ma certo sommamente simbolica) e neanche il cappello a cono di mago Merlino. Troverai invece preziosità librarie, manufatti cinematografici: il Bastone di Gandalf da Il Signore degli Anelli (2001) e un costume di Gelfling da Il cristallo oscuro (1982). Oltre alle prime bozze autoriali scritte a mano di opere come Il mago di Earthsea (1966) di Ursula K le Guin e The Darklord of Derkholm (1998) di Diana Wynne-Jones, E poi manoscritti, rare prime edizioni, bozze di romanzi icona, sceneggiature e mappe, oggetti e costumi di scena. Un “poco” -ci scuseranno i curatori se definiamo così la raccolta di oggetti,- che seduce. C’è dell’altro? Sì, a profusione. Bilbo: En Hobbit’s Aventyr, front cover by Tove Jansson (1962), la micidiale spada ad ago col suo fodero da Game of Thrones. E un volumone di frammenti di testo, X-XI sec. di Beowulf, da schianto! Classico poema epico ambientato durante la guerra. La storia è incentrata sull’eroe Beowulf che combatte il mostro Grendel. I fanatici di libri antichi troveranno commovente il cavaliere verde che sorride al re biondo, appena uscito da un coiffeur.
Non solo libri, ma costumi per TV, cinema e balletto. La mostra è divisa in sezioni. La prima recita “Fiabe e racconti popolari” e introduce alla corte della Regina delle nevi, a Le mille e una notte e a Peter Pan per scoprire come culture diverse formano leggende icona. Da non perdere le mappe di Lewis per Narnia.
Da lì si passa a “Epics and Quests“, per incrociare eroi e cattivi, da Sir Gawain e il Cavaliere Verde a Xena, la Principessa Guerriera, e così tocchi con mano come gli antichi racconti abbiano contribuito a plasmare i moderni poemi epici fantasy. Ci trovi anche una versione di Gilgamesh, ovvero la più antica storia epica conosciuta poiché si pensa abbia avuto origine dall’impero accadico circa 4.000 anni fa. La sezione “Strano e misterioso” si focalizza su mostri iconici, paesaggi da brivido ed edifici inquietanti. Ovvero le tenebre nel cuore della fantasia. I visitatori scopriranno le scaturigini delle vicende più strane in opere come Frankenstein e le storie di Edgar Allan Poe, verificando come le acqueforti Carceri di Piranesi abbiano ispirato il design di Susanna Clarke. Mappe come piovesse, una delle quali recita: An Ancient Mappe of Fairyland, by Bernard Sleigh e un’altra Vtopiae Insulae Figura, che sta proprio dietro casa tua.
Tanya Kirk, curatrice capo di Fantasy, Realms of Imagination presso la British Library, ha dichiarato:
“Il fantasy è estremamente influente oggi, ma ha radici molto più antiche di quanto si immagini. Per secoli, le persone hanno amato le storie sull’impossibilità e hanno risposto alla capacità della fantasia di fornirci sia una via di fuga ma anche un modo per vedere il nostro mondo da una nuova prospettiva. Questa mostra racconta la storia del genere, dalle sue origini alle forme enormemente ricche e diverse che assume oggi. Volevamo che i visitatori si sentissero protagonisti in un viaggio nell’immaginazione e sperimentassero il genere attraverso diversi media: non solo libri stampati rari e manoscritti originali, ma anche film, TV, arte, musica, giochi, costumi e cultura dei fan.”
Obiettivo centrato alla verifica.
Cosa manca alla seducente esibizione per essere perfetta? Tutto e nulla. Tentare di abbracciare, il Fantastico è impresa al limite dell’impossibile. Anche se competenza e…fantasia non sono mancate. Il Fantastico non puoi ingabbiarlo, ma solo sfiorarne l’immensa superficie. Esso è immanente in noi, perché realizza l’ancestrale desiderio di sogno.
La mostra ci suggerisce di rammentare la recente uscita di Sotto il segno di Urania, di Gianfranco De Turris, Oaks editrice, lavoro dedicato al prodigioso sviluppo del Fantastico italiano. Un’opera che al pari della mostra londinese alimenta un dilemma: e se la realtà più genuina fosse proprio quella immaginata, col suo mirabolante corredo di invenzioni? Il Fantasy, dall’osmotica inafferrabile natura, indica una morfologia concettuale vastissima, dando corpo all’incubo o al sogno di mondi migliori.
Non esiste alcuna apertura segreta per accedere al reame del Fantasy, basta guardare dentro di noi, e cercare il silenzio. Non siamo riusciti a trovare riferimenti a Dante Alighieri, forse il più grande creatore di fantasy al mondo. Se vale la pena di vedere la mostra? Al 100% sì, nonostante le sedici sterline del biglietto d’ingresso. A proposito, chiude il 25 febbraio.