“Ora sei padrona del tuo mezzo di produzione”. Versione postribolare di un principio di Karl Marx sui rapporti sociali, la constatazione di una collega si riferisce al sesso di una ragazza londinese (Emma Stone), sopravvissuta a una morte prenatale in Povere creature! di Yorgos Lanthimos, film tratto dal romanzo di Alasdair Gray e premiato col leone d’oro alla Mostra di Venezia del 2023.
Bella, brava, intelligente, Emma Stone si sottrae all’umorismo involontario che può comportare un clitoride entusiasta. Ma la spettatrice si chiederà se l’emancipazione femminile passi, sempre e necessariamente, di lì.
Il prologo frankensteiniano si sfilaccia presto. E anche la cattiveria che a Lanthimos ispira ogni famiglia, ormai, mostra la corda. L’imprevedibile dei suoi primi film non è più tale: qui gli uomini sono mostri (l’anatomista sfregiato, Willem Dafoe, i clienti parigini deformi della maison), babbei (lo studente, Ramy Youssef), erotomani (il marito, Mark Ruffalo), sanguinari (il padre, Christopher Abbott). C’è gusto a vivere o a giacere con persone così?
Sventurata fin dalla nascita, post mortem della madre suicida, l’eroina procede a fine ‘800 con lo slancio di un’adolecente dal corpo di trentenne. Come il sonnambulo barcolla sul cornicione, ma non cade, così la puttanella elude malattie veneree a Parigi e (ri)trova marito a Londra.
In fondo Povere creature! è l’ennesima variante del tema: le brave ragazze vanno in paradiso, le altre vanno dappertutto.
*Povere creature! di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone, Willem Dafoe, Mark Ruffalo, 141′
Questo film non l’ho ancora visto ; però “il sacrificio del cervo sacro “(sempre di Lanthimos) era un grande film,veramente potente,raro ai giorni nostri…