Nasce povero e diventa ricco, anzi ricchissimo, soprattutto di sapore, aggiungendo alla sua originaria ricetta (fatta di acqua e farina 00) gusti e sapori per soddisfare ogni palato, anche sofisticato, ma non si monta la testa. Una volta il tarallo lo trovavi nei baracchini che stazionavano sul lungo mare partenopeo. Per ammorbidirlo i Napoletani lo inzuppavano dentro l’acqua salata, oggi si preferisce la birra ovviamente artigianale e napoletanissima. La scheda anagrafica recita: luogo di nascita fondaci di Napoli, sul finire del ‘700. Del tarallo parla Matilde Serao: “Il popolo povero e affamato del porto si salvò con i taralli. I nostri fornai, appresa la ricetta dai corrieri ischitani che da Napoli la portarono a Ischia, la utilizzarono subito sfornando anch’essi gustosi taralli”.
Nato come cibo povero, oggi si dice street food, dalla sapiente perizia e pazienza di nonne e mamme napoletane. Sua “prelibatezza” il Tarallo napoletano dopo secoli non ha tradito la sua verace natura, se mai l’ha arricchita. Ce lo spiega Carmine che troviamo al banco di uno scintillante corner all’interno di Eataly, dove illustra e vende i succulenti Taralli napoletani. Un sogno ad occhi aperti divenuto realtà. Un sogno così descritto da Leopoldo Infante, uno dei creatori del brand: “Taralleria napoletana è un sogno ritrovato tra i ricordi di bambino. È una promessa fatta ma non detta a chiunque abbia custodito e diffuso questa meravigliosa arte”. Precisa Carmine: “Siamo orgogliosi di portare un pezzo di Napoli in giro per il mondo. I Taralli sono un vero e proprio must, piatto ricco dai mille sapori. Diversi chef stellati lo hanno incluso negli ingredienti dei loro piatti: nelle zuppe, sulla pizza, come bruschetta, un cibo di accompagnamento dal gusto deciso o delicato, sempre inimitabile!”. Ma li fate a mano ancora oggi? chiediamo. “Rigorosamente a mano, è la singolarità del Tarallo napoletano di nostra produzione, prodotto artigianale di alto profilo, che non cede alle lusinghe della produzione industriale.”
Recita il loro sito: “Abbiamo declinato il nostro tarallo in una varietà di gusti e abbinamenti sperimentali e sorprendenti. Dai classici taralli “sugna e pepe” a quelli ai pomodorini del piennolo, ai friarielli, alla genovese fino ad arrivare alle nostre scelte integrali. Gli ingredienti sono di primissima qualità, selezioniamo le migliori materie prime locali, salvaguardando oltreché il gusto anche le qualità organolettiche. Stessa la tecnica di produzione nel rispetto di antiche ricette usate da nonno Leopoldo e tramandate da quasi un secolo. Il Mix del Tarallaro si compone di 12 gusti accompagnato da una birra KBirr, artigianale napoletana.
Il brand Taralleria Napoletana nasce nel 2017. Oggi conta oltre 20 dipendenti e 1,5 milioni di fatturato; da metà ottobre è presente a Eataly a Londra. Leopoldo Infante afferma: “Con le prossime aperture in grandi stazioni e nuovi corner all’attivo l’obiettivo prefisso è di raggiungere 2,3-2,4 milioni di euro.”
Il banco di Taralleria Napoletana lo trovi al primo piano di Eataly al 135 di Bishopgate, (appena esci da Liverpool street tube station-Circle line) luogo affollato da londinesi e non, sorta di tempio gastronomico dove trovi e gusti il meglio dei prodotti tipici nostrani.