Non gli è andato bene Alessandro Giuli al Maxi, non gli è piaciuto nemmeno Sergio Castellitto al Centro Sperimentale di Cinematografia, figurarsi se poteva accettare Pietrangelo Buttafuoco alla Biennale di Venezia.
Al Pd non gli va bene nessuno che non sia nominato da loro, magari su indicazione di quei salotti che così tanto frequentano e così tanto piacciono alla gente che piace.
È sempre accogliente e inclusiva la sinistra italiana, è sempre comprensiva e dialogante, è sempre tollerante, pluralista e liberal a patto che a proporre e decidere sia sempre e solo lei.
Quel che è accaduto nelle commissioni Cultura di Camera e Senato per la nomina di Buttafuoco è significativo: gridare alla “logica spartitoria” e alla “occupazione” dopo aver fatto il bello e cattivo tempo, imponendo e proteggendo incapaci boriosi capacissimi di tutto e sperperando vagonate dí denaro pubblico, sono segno di disperazione.
Vanitosi e saccenti hanno sempre giustificato ogni soperchieria proteggendo chiunque fosse funzionale alla narrazione della loro supposta superiorità culturale.
Ora gli è rimasta la supposta.