La Formula 1 fa tappa ad Austin, nel Texas, per il Gran Premio degli Stati Uniti d’America, diciottesima gara del 2023.
Così come a Losail, anche ad Austin è previsto il formato “Sprint” (per la seconda volta consecutiva, la quinta in stagione), con una sola sessione di libere, due qualifiche, la gara del sabato e il Gran Premio.
Due anche le zone DRS: sul rettilineo principale e su quello opposto (tra la curva 11 e la 12).
In un tracciato abbastanza esigente per gli pneumatici come quello texano, la Pirelli fornisce la gamma mediana delle mescole, portando le C4 (Soft), le C3 (Medium) e le C2 (Hard).
Rispetto al Giappone e al Qatar, dunque, si è scelto di abbassare di un gradino la morbidezza delle gomme.
Il venerdì
Il venerdì, nella sola sessione di prove libere, il più veloce è Max Verstappen, col tempo di 1’35”912 (Soft). L’olandese è l’unico sotto al minuto e 35”, poi Charles Leclerc (1’36”068) e Lewis Hamilton (1’36”193), anche loro con le morbide.
Le qualifiche ufficiali si aprono col primato di Hamilton nella Q1, in 1’35”091 (Soft); a sorpresa, invece, subito eliminato Fernando Alonso, diciassettesimo.
Nella Q2, la prima piazza è della Ferrari di Leclerc in testa, il monegasco, con il riferimento di 1’35”004 (Soft).
Anche nella Q3, l’asticella è piuttosto alta; al termine del primo run, il poleman provvisorio è Leclerc, forte del suo giro in 1’34”829, successivamente migliorato, nel tentativo conclusivo, fino al 1’34”723 (Soft).
In realtà, nell’ultimo giro, Verstappen avrebbe ottenuto la partenza al palo, sennonché l’olandese ha oltrepassato i limiti della pista alla curva 19, vedendosi il riferimento (1’34”718) cancellato.
La pole position dunque è di Leclerc, con Lando Norris e Hamilton alle sue spalle; Verstappen è solo sesto, Sergio Perez nono.
Il sabato
Per la Sprint Shootout le mescole obbligatorie sono le medie per le prime due manche, le morbide per l’ultima.
Vertsappen chiude in testa la SQ1, in 1’35”997, poi la SQ2, in 1’35”181 e infine conquista la partenza al palo della gara del sabato, col tempo di 1’34”538; Leclerc e Hamilton si classificano alle sue spalle.
Nella Sprint, tutti cominciano con le medie, tranne Sainz, sulle Soft.
Allo spegnimento delle luci, Verstappen si difende da Leclerc, stringendolo sulla sinistra, verso la via di fuga.
Perso l’abbrivo, in uscita dalla curva 1 il monegasco si ritrova ingaggiato con Hamilton, che lo scavalca – dopo un tratto fianco a fianco in curva 2 – all’ingresso dello Snake (tra la curva 3 e la 4).
Sainz, dal canto suo, sfrutta al meglio la Soft per portarsi quinto – da sesto al via – guadagnando poi, alle spese di Lando Norris, la quarta piazza nella staccata della curva 12.
Al giro 3, Sergio Perez e George Russell scavalcano Piastri, ma il britannico della Mercedes sorpassa andando oltre la pista e per questo sarà penalizzato di cinque secondi.
Le gomme morbide di Sainz, invece, dopo cinque giri sono in sostanza già usurate, tant’è che tra il giro 10 e quello successivo, l’iberico perde due posizioni (dalla quarta), nei confronti prima di Norris, poi di Perez.
Lo spagnolo sarebbe infilato anche da Russell, all’interno della prima curva (giro 14), ma nell’incrocio delle traiettorie, Sainz è bravo a riproporsi davanti alla Mercedes in curva 2, all’esterno.
Al vertice, trascorsi gli iniziali quattro, cinque passaggi di “studio”, Verstappen si era costruito un vantaggio di sicurezza, conducendo autorevolmente fino alla fine dei diciannove giri in programma.
La bandiera a scacchi saluta dunque il successo di Max Verstappen nella Sprint.
Il classe 1997 sigla anche il giro più veloce, alla tornata 2, in 1’39”060.
Secondo Hamilton, terzo Leclerc; completano la classifica, fino all’ottava posizione, Lando Norris, Perez, Carlos Sainz (abile a gestire al meglio le gomme usurate nel finale), Pierre Gasly e George Russell (settimo al traguardo ma penalizzato di cinque secondi).
La gara
Le due Aston Martin e le due Haas partono dalla corsia dei box, per modifiche degli assetti in regime di Parco Chiuso; solo sedici, dunque, le vetture sulla griglia di partenza.
Capitolo gomme: eccetto Hulkenberg e Stroll (dai box) con le Hard, gli altri partono con le Medium.
Allo spegnimento dei semafori, Leclerc non ha un buono spunto e Norris lo scavalca, mentre Sainz sopravanza Hamilton e sul rettilineo opposto prova a passare anche il compagno, che però lo chiude duramente; Verstappen guadagna una posizione.
Al giro 3, Esteban Ocon deve cedere due posizioni, su Russell e Perez, scendendo nono.
Poco più avanti, con Norris a condurre il gruppo, Hamilton si mette sulle tracce di Sainz e al giro 4, massimizzando gli effetti del DRS si riprende la terza piazza sul rettilineo opposto; stessa cosa fa Verstappen, nel giro successivo.
Hamilton intanto recupera su Leclerc e alla tornata numero 6 – sempre sul rettifilo opposto – s’issa secondo.
Al giro 10, Oscar Piastri è costretto al ritiro per il danneggiamento del sidepod, avvenuto nelle primissime fasi della gara per un contatto con Ocon (anche lui ritiratosi).
Il monegasco della Ferrari, invece, deve nuovamente difendersi, questa volta da Verstappen: la fase di studio si prolunga per un paio di tornate, finché il pilota della Red Bull rompe gli indugi al passaggio 11.
L’olandese si getta all’interno in curva 12 ma Leclerc gli resiste all’esterno, salvo poi dover cedere nella doppia curva successiva.
Verstappen è il primo – almeno nel pacchetto di vertice – a fermarsi, confermando le medie, al termine del giro 16; l’olandese scende nono.
Sia Norris che Sainz (come pure Perez) cambiano alla fine del 17: l’iberico e il messicano ancora per le medie, Norris per le Hard (rientrando quarto).
Con gli pneumatici nuovi, Verstappen impone un ritmo notevole, sul minuto e 40” alto, mentre il capofila Hamilton si ferma solo al termine del giro 20 (per le dure), perdendo la posizione sull’olandese.
Al giro 21, Norris sorpassa Russell (che si sarebbe fermato solo al termine di quel giro); a conclusione della tornata 23, pitta invece Leclerc (dure), abile ad allungare il più possibile lo stint iniziale.
In testa, torna allora Lando Norris, con Verstappen in recupero: il pilota della Red Bull ha gomme medie, messe un giro prima delle Hard del portacolori della McLaren, per di più rallentato da un leggero, quanto importante, errore in curva 11.
Lo scambio di posizioni al vertice del Gran Premio si materializza nel giro 28: Verstappen attacca all’interno della curva 12, senza che Norris riesca davvero a rispondere e si prende la testa della gara.
Il classe 1997 tuttavia non da subito “lo strappo”, preferendo inizialmente gestire le sue Medium.
Norris, le sue dure le cambia alla fine del giro 34, scegliendo ancora le Hard e riprendendo la pista sesto (da secondo).
Verstappen, da parte sua, cambia al passaggio successivo (da medie a dure) e riprende la pista al quarto posto (nello stesso passaggio dell’olandese si era fermato anche Sainz, per le dure), davanti al britannico della McLaren.
L’alfiere della Red Bull ricomincia nel suo recupero e si mette a guadagnare su Leclerc (ancora sulle dure messe a fine giro 23), lo sorpassa al giro 39 e riprende la testa, grazie al pit stop di Hamilton (fine giro 38, per le medie).
Norris stesso passa il Ferrarista, in curva 12, nel medesimo giro (il 39).
Al vertice, dunque, si ripropone il confronto tra Verstappen e Norris, a parità di mescola dura.
Più che su Verstappen, però, il britannico della McLaren deve porre la sua attenzione sulla Mercedes di Hamilton.
Hamilton infatti valorizza la mescola media, certamente a fronte del passo di Charles Leclerc e riesce a riprendersi il terzo posto virtuale al giro 43: il britannico sfrutta al meglio l’accelerazione in uscita dalla curva 11, apre il DRS e sull’allungo conquista la posizione sulla Ferrari.
Scavalcato il monegasco, il numero 44 della Mercedes si getta a capofitto sulla McLaren numero 4: le medie offrono una migliore aderenza, così Hamilton ci prova una prima volta al giro 48.
Poi, però, al passaggio 49 compie il sorpasso, incrociando la traiettoria in uscita dalla curva 1 e andando all’esterno della 2: il classe 1985 si porta così secondo.
Intanto, al giro 50 Leclerc si lascia passare da Sainz, con lo spagnolo che si pone quarto e vorrebbe addirittura provare a competere per il podio.
La strategia di Leclerc lo lascia anche alla mercé di Perez, quinto ai danni del monegasco, in curva 2, al giro 53.
Lewis Hamilton non riesce invece a ricucire sul capofila Verstappen (per altro già da parecchi giri in difficoltà con i suoi freni): l’inglese paga pegno per quei quattro giri di differenza tra la prima sosta dell’olandese e la propria.
Una scelta tattica, a conti fatti, davvero fallimentare: alla fine, la differenza tra i due rimane sui due secondi. Secondi che probabilmente si sarebbero potuti assottigliare anticipando il primo pit stop (financo di un paio di giri) di Hamilton.
Al termine dei cinquantasei giri in programma, la bandiera a scacchi saluta il successo di Max Verstappen.
Con lui, sul podio, Lewis Hamilton e Lando Norris.
Quarto Carlos Sainz, poi Sergio Perez quinto e Charles Leclerc sesto (la scelta della sosta unica, che ha compromesso la gara del monegasco, è stata peggiore anche delle mosse fatte con Hamilton dalla Mercedes).
Settimo George Russell, ottavo Pierre Gasly, nono Lance Stroll e decimo Yuki Tsunoda.
Il giapponese dell’AlphaTauri ha conquistato (grazie alla sosta nel finale; giro 54) il punto bonus per il giro più veloce, siglando proprio nell’ultima tornata, la 56, il tempo record di 1’38”139.
La Formula 1 tornerà in pista già la prossima settimana, in Messico, per il Gran Premio di Città del Messico.