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Home F1 e corse

F1. La Ferrari torna alla vittoria, Sainz conquista Marina Bay

Capolavoro del pilota spagnolo a Singapore, Leclerc quarto. Norris e Hamilton sul podio. Verstappen arranca

by Lorenzo Proietti
18 Settembre 2023
in F1 e corse
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Sul rinnovato cittadino di Marina Bay va in scena il Gran Premio di Singapore, quindicesima gara della stagione 2023 di Formula 1: il circuito, rispetto al passato, è stato accorciato, reso meno tortuoso e più veloce.

Il fornitore di pneumatici Pirelli ha portato le gomme più morbide della gamma: le C5 (Soft), le C4 (Medium) e le C3 (Hard).

A Singapore, inoltre, è entrata in vigore la nuova Direttiva TD018 della FIA sulla flessibilità delle ali, con parametri di misurazione più severi per rendere maggiormente rigidi gli alettoni.

 

Le prove libere

Il venerdì di Singapore è sinonimo di “Ferrari”: Charles Leclerc è primo nelle FP1, in 1’33”350 (Soft) e Carlos Sainz nelle FP2, in 1’32”120 (Soft); in entrambe le sessioni, poi, al secondo posto si piazza l’atra SF-23.

L’iberico della Ferrari termina in testa anche le FP3 di sabato mattina, in 1’32”065 (Soft).

 

Le qualifiche

Le qualifiche del Gran Premio di Singapore si aprono col primato di Yuki Tsunoda nella Q1; il pilota dell’AlphaTauri fissa il migliore riferimento in 1’31”991 (Soft).

Da segnalare, proprio a conclusione della prima manche, il brutto incidente di Lance Stroll che ha causato la bandiera rossa, oltre che l’interruzione della sessione per risistemare le barriere; il canadese, per altro, non è andato oltre la ventesima posizione in griglia.

Il continuo girare delle vetture ha valorizzato il notevole miglioramento dell’asfalto, con tempi sempre più veloci: la Q2 è stata capeggiata ancora da Sainz, avendo ritoccato il primo riferimento sull’1’31”439 (Soft).

La principale sorpresa, comunque, è l’eliminazione di Max Verstappen, undicesimo (per sette millesimi); fuori anche Sergio Perez, tredicesimo.

La Q3 vede tutti i piloti girare sulla Soft: Sainz termina il run iniziale da poleman provvisorio, in 1’31”171, con Leclerc alle sue spalle, in 1’31”421.

L’attacco finale al primato, poi, nel giro decisivo, legittima la prestazione dell’iberico: Sainz alza l’asticella, fissando il miglior tempo sull’1’30”984 e conquista la pole position.

Alle sue spalle – staccati rispettivamente di 72 e 79 millesimi – George Russell e Charles Leclerc.

Quarto Lando Norris – anche lui in lizza fino alla fine per la prima fila – poi, Lewis Hamilton, Kevin Magnussen, Fernando Alonso, Esteban Ocon, Niko Hulkenberg e Liam Lawson.

La Red Bull, nel sabato di Singapore, è stata senza dubbio la peggiore delusione.

 

La gara

Nonostante il parere positivo dei medici – dopo l’incidente nelle qualifiche – il pilota dell’Aston Martin Lance Stroll non prende parte al Gran Premio.

Di base, la strategia definita alla vigilia è quella della sosta unica: Leclerc, Tsunoda, Oscar Piastri e Zhou Guanyu partono sulle Soft; Verstappen e Perez sulle Hard; gli altri sulle Medium.

Allo spegnimento dei semafori, Sainz mantiene la testa, mentre Leclerc sfrutta la Soft per “bruciare” Russell; Hamilton sopravanza Norris e arrivato alla frenata, di fianco proprio a Russell, taglia la prima curva e lo scavalca.

Alla fine del giro 1, Verstappen è decimo, Perez tredicesimo; Russell sorpassa Hamilton al giro 2 e l’olandese si prende la nona posizione su Hulkenberg.

Al quinto giro, Norris recupera la quarta piazza su Hamilton.

La fase iniziale del Gran Premio si sviluppa soprattutto in funzione della gestione degli pneumatici: il passo di Sainz e Leclerc – pur su mescole differenti – si assesta tra l’1’39” alto e il 40” basso.

Alle spalle delle due Ferrari, si forma il terzetto Russell, Hamilton, Norris, con tempi sul giro leggermente più alti dei Ferraristi.

A rimodulare il Gran Premio, involontariamente, ci pensa il portacolori della Williams Logan Sargeant, al giro 19: lo statunitense va a muro alla curva 8, la Stamford e pur potendo riprendere la carreggiata, la cosparge di detriti, costringendo la Direzione a mandare in pista la Safety Car.

Al termine del giro 20, la maggior parte dei piloti ne approfitta per rientrare e montare le Hard.

Sainz non perde tempo; non così Leclerc, la cui sosta più lunga – più che altro per evitare impedimenti – lo fa scavalcare da Russell e Norris.

Non si fermano Verstappen e Perez, ancora sulle Hard della partenza: così, alla ripartenza – giro 23 – Sainz ricomincia davanti a Verstappen, Russell, Perez, Norris, Leclerc.

Russell e Norris scavalcano le due Red Bull, mentre Leclerc si ritrova imbottigliato e deve cedere la posizione a Hamilton, con l’inglese che poi sorpassa anche Perez per la posizione numero cinque.

L’olandese, con pneumatici usurati, non può resistere nemmeno a Norris, tanto quanto il compagno messicano rispetto a Leclerc.

I due della Red Bull continuano a scivolare giù in classifica, fino alla sesta e alla settima posizione; tra i primi, entrati nella sezione centrale del Gran Premio, l’ottica fondamentale è sempre quella della gestione degli pneumatici, questa volta dei più duri.

L’obiettivo è quello di non fermarsi più, dunque la necessità di portare fino al traguardo gli pneumatici Hard trova un responso nei tempi, intorno al minuto e 39”, 40” basso.

Al capitolo pit stop, Perez s’iscrive, fermandosi alla fine del giro 39 – dopo aver perso tre posizioni – e passando alle medie; per lui, al rientro in pista, c’è l’ultima posizione del gruppo.

Verstappen lo imita alla fine del 40, sempre per le medie, scendendo da sesto a quindicesimo.

Pochi giri dopo, al quarantatreesimo, Ocon – in quel momento sesto – è costretto al ritiro per problemi tecnici, lasciando la sua Alpine nella via di fuga della prima curva, la Sheares.

Al giro 44, la Direzione neutralizza la gara virtualmente e alla fine della tornata 45, Russell e Hamilton montano un treno di medie nuove, riprendendo il tracciato in quarta e quinta posizione; la gara riparte dalla tornata 45.

Verstappen torna in zona punti passando all’interno Zhou – nel giro 47 – poi Hulkenberg (giro 48) e Lawson (giro 50).

Più avanti, la media aiuta notevolmente Russell, che impostando il suo ritmo sul 36” basso recupera terreno su Leclerc.

Il britannico supera il monegasco al giro 53, sfruttando la migliore accelerazione, imitato da Hamilton al giro 54; nel medesimo passaggio, Verstappen s’issa settimo ai danni di Oscar Piastri ed è sesto su Pierre Gasly al 57.

Il finale del Gran Premio è tiratissimo, con gli ultimi cinque giri davvero al limite: Sainz e Norris – su gomme dure usurate – devono faticare per lottare con le due Mercedes, su gomme medie più fresche.

Russell prova a farsi vedere su Norris – in curva 14, la Connaught e alla 16 – al giro 59, rintuzzato in entrambe le situazioni.

Il numero 63 è ancora protagonista, proprio nel passaggio conclusivo, quando tocca il muretto prima di impostare la frenata della curva 10, la Singapore Sling.

Rotta la sospensione, il britannico arriva diritto, sbattendo contro le barriere e getta via un podio ormai certo.

Sainz può allora respirare: fondamentale, per lo spagnolo – soprattutto nei giri più critici – è stato l’aver mantenuto Norris sotto al secondo di distacco.

In questo modo, l’alfiere della McLaren ha potuto usare il DRS, difendendosi dalle Mercedes e indirettamente proteggendo il pilota della Ferrari.

Alla fine del sessantaduesimo e ultimo giro, la bandiera saluta la vittoria di Carlos Sainz, ponendo fine lo spagnolo a una lunga serie di gare senza successi per la Ferrari.

Con lui, sul podio, Lando Norris e Lewis Hamilton.

Il britannico della Mercedes conquista anche il punto in più, riservato all’autore del giro più veloce, grazie al tempo di 1’35”867.

Quarto Charles Leclerc, con in scia Max Verstappen, che alla fine ha limitato i danni.

Nelle altre posizioni a punti Pierre Gasly, sesto, Oscar Piastri settimo, poi Perez (penalizzato anche di 5”, comunque ininfluenti, per un contatto con Alexander Albon), Liam Lawson (primi punti in Formula 1 per il neozelandese dell’AlphaTauri) e decimo Kevin Magnussen.

La Formula 1 resta in Asia e già nel prossimo fine settimana tornerà in pista, a Suzuka, per il Gran Premio del Giappone.

 

Lorenzo Proietti

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