Tanto sollecito nel mettere le mani nei conti correnti degli italiani, Giuliano Amato ha impiegato appena 43 anni, due mesi e qualche giorno per regalarci la “sua” verità su Ustica. Si sarebbe trattato di un missile francese che avrebbe dovuto colpire il jet su cui viaggiava il leader libico Gheddafi, e che sbagliò direzione. Non entro nel merito dell’attendibilità delle sue tardive rivelazioni. Ho sempre pensato che i nostri vertici civili e militari conoscessero la verità e che, non potendo dichiarare guerra né alla Francia, né alla Nato, né a Gheddafi, da cui ci facevamo impunemente sequestrare persino i pescherecci, avessero fatto bene a coprire il tutto. Esiste la ragion di Stato e nessuna pubblica denuncia avrebbe potuto restituire la vita a quegli 89 sventurati che viaggiavano il 27 giugno 1980 sul DC-9 in volo da Bologna a Palermo Punta Raisi. Io al loro posto non avrei nemmeno speso i miliardi necessari a recuperare il relitto del velivolo e con quei soldi avrei offerto un congruo risarcimento ai familiari delle vittime, invece di essere costretto a farlo da una sentenza al termine di un lungo e penoso iter giudiziario.
Quello che mi incuriosisce, invece, è capire perché Amato, se conosceva la verità, l’abbia rivelata solo ora, dandosi di fatto del reticente. Senile esigenza di lavarsi la coscienza, facendosi perdonare una lunga omertà? Convinzione, o almeno auspicio, che un presidente del Consiglio “sovranista” come Giorgia Meloni possa perorare con maggior convinzione un comportamento più collaborativo dalla Francia? Desiderio, anch’esso senile, di tornare al centro dell’attenzione, dopo aver avuto tutto, a parte la presidenza della Repubblica, carica che per altro avrebbe esercitato con maggior dignità di altri?
Escluderei decisamente la prima ipotesi. La Meloni (e lo dico non per ostilità nei suoi riguardi, ma perché purtroppo è la realtà) ha un’autonomia in politica estera inferiore a quella della classe dirigente italiana degli anni Ottanta. Né credo che abbia la voglia e le forze di aprire un nuovo fronte con i francesi, che continuano a considerarsi in credito con noi per la presunta “pugnalata alla schiena” del 10 giugno 1940. Senza escludere del tutto l’ultima ipotesi, almeno a livello di concausa, propenderei per la prima. In fondo, al di là dell’esattezza di parte delle rivelazioni, c’è nell’accusa di Amato, che in fondo è prima di tutto un’autoaccusa, un desiderio, in una fase ormai declinante della propria vita, di fare i conti col proprio passato, di confessare silenzi e compromessi, che accomuna il “dottor Sottile” ad altri due grandi intellettuali di estrazione piemontese o addirittura sabauda: il filosofo del diritto Norberto Bobbio e lo storico della filosofia Eugenio Garin. Il primo ammise, ormai ottantenne, i suoi rapporti giovanili col fascismo (solo in seguito la rivista “Panorama” avrebbe pubblicato una sua lettera di ossequio a Mussolini); l’altro confessò, poco prima di morire, di avere iniziato la carriera accademica prendendo il posto lasciato libero dal suo maestro Ludovico Limentani, epurato per le leggi razziali (anche se pare che il filosofo avesse accolto con sollievo la nomina del discepolo, in quanto comunque lo stimava).
Al confronto, i silenzi di Giuliano Amato sono senz’altro meno gravi. Sarà comunque soltanto la storia, forse, a stabilire se, con le sue rivelazioni a scoppio ritardato, il dottor Sottile si sia rivelato davvero tale.
Scusi Nistri a proposito dei conti correnti :il debito pubblico italiano chi deve pagare? Si legga Piketty e vedrà come in 50 anni sono aumentati sia il debito pubblico italiano che il risparmio privato. Ci sarà un nesso?
Come per la strage di Bologna e per le tutte le altre stragi che hanno colpito l’Italia difficilmente sapremo cosa realmente è accaduto…idem per Ustica. Purtroppo è un’amara realtà….
Amato colpì i conti correnti, non i Bot, le azioni o le obbligazioni. In sostanza la forma di risparmio più popolare, propria di chi ha un conto corrente anche per riscuotere lo stipendio o la pensione. Quanto al debito pubblico, è un discorso molto complesso. Comunque le patrimoniali già esistono, sotto forma di Imu, di imposta sui capital gain o sui titoli. Per non parlare delle molte altre imposte più o meno occulte sulla casa.
Non mi permetto di esternare un mio pensiero su quella che fu ai miei occhi una “strage”, appunto quella di Ustica.
Ma colgo l’occasione per considerare ancora una volta la ” Sudditanza ” Della nostra politica ai poteri forti economico-finanziari, che governano oggi l’Occidente. Ai diktat che impongono scelte politiche impopolari e genuflessioni a un potere che di democratico ha ben poco, se non nell’immaginario collettivo. Queste esternazioni guidate da logiche tardive da parte del dottor sottile, lasciano più di qualche dubbio sull’apparente significato del gesto.
Ma se lo sanno tutti che fu un missile aria-aria francese (a ricerca di calore) che per errore abbatté il DC-9 Itavia!