Ore tre del pomeriggio di tre anni fa. Basso, cupo e incontestabilmente suggestivo il cielo sullo specchio d’acqua di Ballachulish. Non è ancora Loch Ness ma siamo comunque in Scozia, qui tutti i rii e i laghi hanno qualcosa di magico e nascosto. Da allora i due viaggiatori che hanno visto una “cosa viva” emergere più volte e rituffarsi per poi sparire si chiedono “cos’era?”, figuriamoci cosa credono di vedere gli affezionati di Nessie.
In questi giorni sui media di tutto il mondo una notizia: “Sta per avviarsi la più ipertecnologica caccia all’animale nelle profondità di Loch Ness, ove risiede il mito di Nessie, il mostro.”
Quale mostro? Vermone anfibio, fotomontaggio, residuato vivente di ere estinte o bufala colossale, Nessie continua a giocare chi lo caccia e speriamo che continui a farlo. Le strumentazioni impiegate non lasceranno spazio alla fantasia di scolaresche in gita, e ad alticci bevitori di Guinness: o c’è o non c’è.
Suzanne Cords DW.com, 24 agosto 2023:
“Dov’è Nessie? Nessuno è riuscito a catturare il mostro marino che la leggenda vuole vivente a Loch Ness. Ora è in corso un’enorme operazione di ricerca con tecnologie d’avanguardia.
Il 26 e 27 agosto 2023, si cercherà di risolvere il mistero utilizzando telecamere a infrarossi.
I droni osserveranno la superficie del lago registrando il minimo movimento. Un idrofono rileverà insoliti suoni sottomarini, mentre decine di volontari staranno sulla riva per segnalare possibili segni di vita.
Steve Feltham, ricercatore, dice: “Più occhi sono puntati sull’acqua, meglio è.” L’uomo è alla ricerca del mostro da più di 30 anni.
Un mostro antico
L’operazione su larga scala è organizzata dal Loch Ness Center di Drumnadrochit, cittadina sulla sponda occidentale del lago, e da un gruppo di ricerca volontario chiamato Loch Ness Exploration.
“Loch” è la parola irlandese, gaelica-scozzese e scozzese per un lago o un’insenatura marina, mentre “Nessie” è il soprannome iconico della mitica creatura, che si ritiene abbia vagato nelle profondità del lago d’acqua dolce, nelle Highlands, da secoli.
Si dice che già nell’anno 565 l’abate, missionario e studioso irlandese San Colombano di Iona abbia incontrato il “mostro acquatico” sul fiume Ness. Nel libro del biografo del VII secolo St. Adamnan, “La vita di San Colombano”, è riportato che il santo salvò un uomo che era stato attaccato dalla creatura. “Columba fece il segno della croce nell’aria e invocò il nome di Dio, mentre comandava alla bestia selvaggia: ‘Non andrai oltre! Non toccare quell’uomo! Vattene subito!’ Alle parole del santo, il mostro fuggì spaventato, come se fosse tirato indietro con delle corde, anche se si trovava a breve distanza dall’uomo.” 1.000 anni dopo, si dice che Nessie abbia ucciso tre uomini, ma per il resto il mostro marino è stato davvero pacifico. Nessie ha abbastanza esperienza per scrollarsi di dosso i cacciatori nel lago profondo fino a 230 metri. Nel 1933, la direttrice di un hotel Aldie Mackay fece irruzione in un bar e annunciò di aver appena visto un “mostro” e che le acque del lago erano molto agitate. Il quotidiano Inverness Courier ha raccolto la storia della misteriosa creatura. I giornalisti arrivarono da Londra e un circo offrì 20.000 sterline inglesi per catturare il mostro. L’anno successivo, un motociclista descrisse come la creatura gli avesse tagliato la strada. Secondo quanto riferito, avanzava con le pinne e aveva una pecora in bocca. Non appena raggiunse il lago, si immerse nelle acque.”
Matthew Weaver 5 settembre 2019, The Guardian
“Il mostro di Loch Ness potrebbe essere un’anguilla gigante, secondo una nuova teoria che renderà perplessi i turisti delle Highland.
Un team di scienziati dell’Università di Otago in Nuova Zelanda ha scoperto la presenza di circa 3.000 specie nelle profondità del lago.
La maggior parte delle creature erano molto piccole e, sebbene rilevassero il dna di maiali, cervi, spinarelli e umani, non c’erano mostri. Ma il professor Neil Gemmell, che ha condotto lo studio, ha affermato di non poter escludere la teoria secondo cui le anguille nel lago sarebbero cresciute fino a dimensioni estreme. Migliaia di specie animali, ma nessuna prova di mostri.”
Su Avvenire.it 25 agosto Angela Napoletano: “L’idea di un mostro addormentato sul fondo di un lago scozzese continua ad affascinare come solo i racconti sui mostri marini tipo Kraken sanno fare. Chi vuole potrà contribuire all’esplorazione da casa, monitorando le acque attraverso cinque webcam collegate alla piattaforma del Loch Ness Center.”
Ci vogliono prove, dice la Scienza. Nessie finirà di giocare a rimpiattino. Qualcuno spera che la ricerca faccia cilecca, non per sadismo, ma perché questa volta nella vicenda si apporrebbe la parola The End. Privando l’uomo della necessità di credere in mostri, favole e leggende. Se Nessie ci fosse davvero e si facesse vivo con un poderoso colpo di coda, come fanno le orche, infastidite dalle imbarcazioni che solcano i loro mari, sai che spasso.