Nascerà il partito “identitario” alla destra di Fratelli d’Italia, come in molti ipotizzano? È presto per dirlo, ma tutt’altro che fantasioso immaginarlo. Il “caso Vannacci” ha messo le ali a quanti si sono opposti, nell’aggregazione meloniana e fuori di essa, tra simpatizzanti e “radicali”, alle disposizioni emanate dal ministro della Difesa Guido Crosetto contro il generale di divisione, pluridecorato e fino all’uscita del suo libro stimato dagli alti gradi delle Forze Armate oltre che dalle istituzioni governative.
Il problema che si pone non è di poco momento se alcuni dei colonnelli di Meloni si sono scagliati contro Crosetto attestandosi sulle posizioni del militare il quale ha avuto il solo “torto” di dire la sua sul permissivismo dilagante, senza sfiorare minimamente questioni di carattere militare. E se il suo pensiero è arrivato al cuore della destra di FdI è del tutto naturale, mentre innaturale sarebbe stato se la condanna si fosse espressa unanimemente.
L’identità di un movimento politico di destra si misura sui valori che esso sostiene, piuttosto che sulle abborracciate politiche governative che possono mutare indirizzo a seconda delle circostanze e delle alleanze. E dal momento che FdI ha puntato tutte le sue carte su una “rivoluzione culturale” di stampo conservatrice, è stato fin troppo facile etichettare le “uscite” del generale coerenti con una destra che ha deciso di saltare il fosso senza farsi intimorire, per quanto il silenzio al riguardo nel partito sia dominante.
L’assalto culturale a cui sembra essersi votato il partito di Meloni, e l’attivismo non solo del ministro Gennaro Sangiuliano lo conferma, è nel senso di una “grande politica” tesa a smantellare il politically correct, le tendenze iperprogressiste, la cancel culture, gli approdi woke. Se tutto questo si arresta davanti alle considerazioni politico-culturali di un alto ufficiale che scrive le stesse cose sulle quali si attestano i sostenitori dell’identità, vuol dire che c’è qualcosa di distorto nel partito che aveva fino a qualche tempo fa aveva agitato quei temi e su di essi si era costruita una sorta di fortezza culturale.
Insomma, le sponde “moderate” e “neo-centriste” che sembrano da qualche tempo modulare la politica destrista di FdI potrebbero creare scompensi notevoli anche in vista delle elezioni europee. Non è un segreto che Meloni rifiutando ogni tipo di relazione con il Rassemblement di Marine Le Pen e con il movimento tedesco Alternative für Deutschland, di chiara ispirazione nazional-conservatrice, entrambi alleati di Matteo Salvini, mostra di spostarsi sempre più nell’orbita del Partito Popolare europeo perdendo quelle caratteristiche identitarie, appunto, che ne hanno sancito il successo.
Si dirà che non è possibile una prospettiva del genere. Eppure c’è chi lavora, in primis la Lega, perché FdI non si leghi mani e piedi, attraverso l’atlantismo più estremo e l’europeismo acritico, ad un universo politico post-democristiano proprio al fine di salvaguardare non solo l’integrità ideologica del centrodestra (Forza Italia esclusa), ma che costruisca un’alternativa al centrismo che si prefigge di battere i socialisti alle europee.
Salvini non è solo. L’attivismo, nello stesso senso del leader leghista, di un Gianni Alemanno per esempio, potrebbe dare un colpo non indifferente ai meloniani proprio puntando, come sembra fare (così almeno ci pare di capire leggendo il documento redatto ad Orvieto qualche settimana fa), sull’identitarismo nazional-conservatore europeo quale idea-forza per determinare scostamenti anche minimi, ma tuttavia “pericolosi”, da derive moderate.
Ecco come si lega il “caso Vannacci” che sta suscitando un vero terremoto editoriale, culturale e politico, alle linguacciute diatribe che si intensificano giorno dopo giorno nel centrodestra che rischiano, con la complicità di agenti esterni, di destra-destra, di far saltare l’ambizioso progetto di unificazione delle forze che intendono vincere, con l’ausilio di analoghi soggetti stranieri, la partita dell’identità contro lo scetticismo di chi immagina vittoriose campagne elettorali tenendosi aggrappati all’euro-atlantismo da un lato e dall’altro ad apparire in casa convinti che la continuità della leadership passi attraverso assolate pianure e non boschive riserve dove si annidano quanti puntano, con scarse prospettive al momento, a lanciare contro gli identitari tutto il ciarpame di sinistra che costituisce l’armamentario di cui dispongono.
Se non è credibile che il centrodestra possa sfasciarsi a causa di incomprensioni interne e posto che nessuno possa insidiare il primato di Meloni, è tuttavia ipotizzabile che i continui rilanci nella coalizione e le perenni diatribe che l’animano, possano mettere in discussione un progetto che soltanto sull’identità si regge e sul ritrovato senso di una comunità politica può avere un senso. Questo è il pericolo che la destra corre.
Se non si lo si capisce, allora il rischio dello smottamento può divenire concreto: reggere cinque anni nel clima che si è creato è, in effetti, un’impresa titanica.
Finalmente qualcuno s’ è mosso! Sembrerebbe che FDI si sta’ guardando intorno titubante che pesci pigliare,quanto è chiarissimo stare con il Generale,assolutamente..Giorgia non può più diplomaticamente calmierare animi che si sono strarotti in un’attesa ormai finita. Sulle ali entusiasmanti di quanto promesso nelle ultime elezioni e mai attuate.
È tempo di decisioni.
Giorgia deve implementare cambiamenti radicali,ne ha il potere! Basta chiacchiere anestizanti, il Generale ha perfettamente ragione,sposando Appieno le nostre visioni etiche,che la gran parte degli Italiani aspettano che si trasformino in realtà. Tolga quel gravame di Corsetto dal regalo che gli è stato fatto senza che ne avesse le qualità,come ne sta dimostrando..
Qualcuno sostiene che Crosetto aspiri a fare la “riserva della repubblica”, in altre parole per divenire un possibile candidato al Quirinale. Non lo credo, presumo che abbia semplicemente agito mal consigliato. Del resto al suo insediamento ha confermato ai vertici i generali nominati dai suoi predecessori. E’ un ex democristiano, è vero, ma i vecchi democristiani dinanzi al caso Vannacci si sarebbero comportati più diplomaticamente, limitandosi a precisare che le idee del generale non coinvolgevano lo Stato Maggiore, come del resto l’autore del libro precisava esplicitamente. Se così fosse, dovrei dedurne che la parabola di Fini non ha insegnato niente: per vincere bisogna mantenere in primo luogo i propri voti. E le riserve della Repubblica, vedi Casini, sono destinate a invecchiare in trincea.
Aver messo Vannacci a dirigere l’Istituto Geografico Militare mi ha fatto ricordare di quando il peronismo tolse a Borges l’incarico di direttore della Biblioteca Nacional per mandarlo a fare l’Inspector de Aves de Corral al Mercado Central di Buenos Aires!
L’identità è un concetto alto, sfuggente… Ma ordine, sicurezza, pugno duro con la delinquenza e l’illegalità, porti chiusi ecc. sono concreti…
Concordo pienamente con le opinioni che Gennaro Malgieri ha espresso con la lucidita’ che gli e’ abituale. E concordo sopra tutto con quello che si legge in filigrana dietro un discorso volutamente cauto e ponderato.
C’e’ stata una parte politica che trovava le sue radici in un mondo culturale – tutto italiano – ricco e variegato, che per fare qualche nome, comprendeva D’Annunzio, Gentile, Marinetti, Oriani, Pirandello, Olivetti, Michels, Volpe, Prezzolini. Tutto questo sembra essere scomparso ed ora abbiamo un presidente del consiglio che afferma di trovare i suoi riferimenti in Tokien e Scruton (chi era costui?). Una politica senza una base ideologica che gli dia una visione del mondo ed un programma a lunga scadenza e’ destinata a naufragare nelle contrraddizioni della quotidianeta’.
Ed infine un’osservazione sul caso Vannacci: Crosetto, prima di prendere le sue decisioni su un caso cosi’ scottante si e’ consultato con il Presidente del Consiglio? E non e’ singolare che il Presidente del Consiglio taccia su un argomento che da giorni e’ al centro del dibattito politico (e culturale) e su cui si e’ espresso, sia pure obliquamente, persino il Presidente della Repubblica?
Tentazione moderata? Ma se già ora FdI è alla sinistra di un ipotetico partito moderato? Già ora FdI sta attuando il programma del PD. In Italia non esiste un soggetto politico di destra (né nazionalista identitaria, né liberista thatcheriana). Per quanto riguarda Vannacci. Vannacci ha detto semplicemente ciò che la maggioranza degli italiani pensa, e un qualsiasi governo, anche soltanto “moderato”, lo avrebbe difeso, almeno per la libertà d’espressione. Poi, che Vannacci non sia Heidegger, non è questo il punto, e lo sappiamo tutti benissimo.
Altra considerazione niente affatto barbina
L’uscita scriteriata di Crosetto mette in luce due cose..Primo, giudizio affrettato senza aver letto il libro di Vannacci ma solo sentito qualche voce mostrando pressappochismo e non essere all’ altezza del suo compito istituzionale.Secondo aver preso un’iniziativa così deflagrante,senza consultarsi prima con la Meloni,se ciò fosse e si vedrà col tempo,vuol dire che ha una sua strategia fare saltare l’attuale maggioranza per unirsi con l’ipotetico centro con Calenda Renzi.Sotto traccia ci sono grandi manovre politiche,a nessuno garba l’enorme successo politico della Meloni ed i grandi poteri non solo nostrani stanno organizzando le solite vigliaccate per poter manipolare iter politico Italico…Lo fanno in USA figurarsi da noi.Comunque sia la Meloni ora dovrà decidersi in decisioni non più rinviabili,la prima ridimensionare Crosetto dimostratosi non all’altezza del compito..
un pò di diplomazia ci vuole, perchè contro i poteri forti è un attimo fare la fine di Mattei. Certo che i militari come Vannacci servono a controllare la situazione. Comunque dopo 10 mesi al governo è ora di finirla col buonismo: basta clandestini, basta U.E. ( unione delle banche e dei pervertiti europei) , basta Zelensky.
E’ l’ora dell’ Europa dei popoli, della civiltà, dell’ identità
Cosa vuol dire ” controllare la situazione” ?
Perché “basta Zelensky”?
“Europa dei popoli, della civiltà, dell’identità”: e perché l’Ucraina non rientrerebbe in tutto questo? Anzi, sta dando esempio di come ci si batta all’ultimo sangue per difendere civiltà e identità!
Qui la vera differenza è tra una destra vera e una pseudodestra come quella dei commenti qui sopra, che deriva da quel provocatore chiamato Thiriart ma non ha nulla a che vedere con la vera destra.