• Home
  • Il Clan
  • Privacy Policy
  • Contatti
giovedì 28 Settembre 2023
No Result
View All Result
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Barbadillo
Home Artefatti

Artefatti. Carlo Michelstaedter, la profondità dell’abisso in una piuma

Donato Novellini: "Seppure relegata dalla cultura ufficiale nel piccolo paradiso perduto dei minoritari, l'opera permane come una ferita non bendata"

by Donato Novellini
30 Luglio 2023
in Artefatti
0

L’inchiostro versato, colore nero di una stella implosa, i pigmenti che assorbono la luce invece di rifletterla; un nome difficile da pronunciare e ancor più da scrivere, tutto il peso del pensiero abissale e la levità di una piuma portata via dal vento. Così potremmo sintetizzare la fulgida figura di Carlo Michelstaedter, poeta filosofo e pittore goriziano di famiglia ebraica, annoverante tra gli antenati pure un cabalista; egli si diede la morte a soli 23 anni, lasciando la propria giovane vita così, come sospesa tra ‘800 e ‘900, in bilico tra venuste eredità mitteleuropee e prime brutali urgenze avanguardistiche, davanti al sipario ancora chiuso della prima guerra mondiale. Di Michelstaedter ci restano poesie, secchi disegni espressionisti, lettere e soprattutto quella micidiale tesi di laurea, mai discussa per sparizione dell’autore medesimo, che prese il nome de La persuasione e la rettorica. Pubblicato postumo, il libro viaggiò silenzioso nel tempo, sotto forma di consiglio di lettura bisbigliato all’orecchio del sodale irrequieto, con la discrezione tipica dei segreti più preziosi divulgati con reticenza. Perché? Donde proveniva tanto ritegno? Forse proprio dal legaccio romantico, col quale l’autore riuscì a rapire l’animo del solitario lettore, portandoselo poi appresso in territori intellettualmente pericolosi. Pagine limpidissime, ardenti, sferzanti, “gettate oltre l’ostacolo” e tuttavia in grado di fare dell’impossibilità un tratto peculiare. Come un pamphlet fiammeggiante, messo in un reliquiario nichilista, blindato in puro solipsismo salmodiante. Perciò, ancora oggi, si guarda negli occhi l’amico carbonaro, domandandogli in silenzio: “Sei pronto per Michelstaedter?” Solo ad una risposta negativa, altrettanto muta, il consiglio di lettura potrà prendere la forma condivisa di un efficace rituale sapienziale. D’altronde non essere pronti è sempre la condizione ideale per essere pronti.

“Il senso delle cose, il sapore del mondo è solo pel continuare, essere nati non è che voler continuare: gli uomini vivono per vivere: per non morire. La loro persuasione è la paura della morte, esser nati non è che temere la morte”. Così Michelstaedter riesce ad appesantire alleggerendo, facendo del mondo giocattolo e obitorio, rappresentazione e tragedia, accettazione e rinuncia, al fine di cacciar fuori la preziosa linfa dell’esistenza. Che botta, quel libretto grigio Adelphi! I fantasmi di Leopardi, Parmenide, Platone (messo su un aerostato spaziale, alla ricerca infruttuosa della Leggerezza), Schopenhauer, Weininger (curiosamente morto suicida alla stessa età) s’aggirano inquieti nei rovelli di quelle pagine, tra parole sbatacchiate di qua e di là da un curioso vitalismo individualista. Il pensatore goriziano ne fa sintesi, intenzionato a ribaltare con piglio nicciano ogni accomodamento consolatorio, auto-giustificatorio, a maggior ragione se basato su stratagemmi mimetici o sistematici, stanche perorazioni oramai consunte. Si toglie pure la soddisfazione di sbertucciare Cartesio, sabotandone la nota locuzione: “Cogito non vuol dire so; cogito vuol dire cerco di sapere: cioè manco del sapere: non so”. Ragionando per secche antitesi – autenticità persuasiva contro simulazione retorica – Michelstaedter fa terra bruciata di qualsiasi formulazione dottrinale data, vieppiù quando sorretta da pretese scientifiche, nozionistiche, statistiche, ordinatrici: quello è un sapere che conta nulla, in ciò riuscendo a collegare mistica dell’abbandono (a Dio? All’inevitabile corruzione mondana?), con l’urgenza individualista del qui ed ora. E mai più. Tabula rasa della vita stessa, intesa come superstizione mnemonica o illusione progettuale, individuando altresì nell’abnegazione del presente, nel dono a discapito della richiesta, nel dolore a discapito del piacere, il tratto iniziatico dell’uomo nuovo. Demiurgo allo specchio e al contempo annientatore di sé stesso.

L’uomo, nella catarsi del tempo perfetto, diventa così un mondo; come frutto lussurioso l’attimo prima di corrompersi, egli annienta il proprio simulacro vivente, la propria funzione pubblica, per farsi alito di vita, fuoco che brucia bruciandosi, lirica singolare. Contro ogni utilitarismo, talvolta lambendo una contro-metafisica della morte poi heideggeriana, l’autore de La persuasione e la rettorica finisce per far convergere in sé opera letteraria e coerente esistenza, dando così senso non solo metaforico a quel scrivere col sangue che Nietzsche mise in bocca a Zarathustra. Altresì viene in mente il poema La morte (1907), del crepuscolare e suo contemporaneo Carlo Vallini: (…) “O morte, la nostra miseria è grande: la nostra materia che soffre ed invoca l’oblio, gridando pur sempre: – Non voglio morire! – s’abbarbica all’io così disperatamente, come il mollusco aderente con tutte le forze allo scoglio: l’io per ciascuna persona è come un’amante noiosa che stanca sopra ogni cosa, ma che tuttavia non si dona; l’amante che più non si varia, compagna in piaceri e malanni e che, con l’andare degli anni, diventa vieppiù necessaria; l’amante un poco volgare che ha verso di noi mille cure e che spesse volte neppure ci si accorge di sopportare”. Oppure il Pasolini cinematografico, che in Edipo re fece dire alla Sfinge: “È inutile. L’abisso in cui mi spingi è dentro di te”. Così possiamo concludere, affermando che l’opera letteraria di Carlo Michelstaedter, seppure relegata dalla cultura ufficiale nel piccolo paradiso perduto dei minoritari, permane tuttora come una ferita non bendata, come carne rubinosa, squarcio vivo nell’epidermide raggrinzita del pensiero europeo. Perciò quel suo epitaffio – Apesbésthen, io mi spensi – resta lì a fare dilemma, quale inquieta eco all’uscita di scena di uno scrittore, di un ventenne che desiderò mettere alla prova l’impalcatura tarlata della vita. D’altronde, valga a monito imperituro, quel suo lampo nel buio: “Chi teme la morte è già morto”.

@barbadilloit

Donato Novellini

Donato Novellini

Donato Novellini su Barbadillo.it

Visualizzazioni: 0
Tags: donato novelliniMichelstaedter

Related Posts

Ernst Junger

Artefatti. Il bosco, i mostri e il Waldganger: la Fionda di Junger

3 Luglio 2023
L’irregolare Drieu La Rochelle nei classici francesi della “Pléiade”

Artefatti. Ecco Beloukia, il Drieu che ci mancava

4 Giugno 2023

Artefatti. La montagna disincantata di Alexandre Vialatte

Artefatti. Ma chi era Henry de Montherlant?

Artefatti. Un giglio tra le spine: Bosch a Milano

Artefatti. Aurélien, Aragon, Drieu e la fine di tutto

Artefatti. La bellezza possibile nello squallore del reale, la “preghiera” di Aragon

Artefatti. L’Uomo senza Qualità, la fine del Romanzo e l’inizio della storia

“Intermezzo Romano” di Drieu, le muse di marmo alla giostra delle illusioni

Più letti

  • Salviamo il Comandante Todaro: mito e realtà di un eroe italiano (senza buonismo)

    Salviamo il Comandante Todaro: mito e realtà di un eroe italiano (senza buonismo)

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Siracusa. La trionfale “Medea” di Laura Marinoni incanta il Teatro Greco

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • La filosofia dei Rolling Stones

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Siracusa. E ci trattenne l’incanto: l’Odissea di Peparini seduce il Teatro Greco

    0 shares
    Share 0 Tweet 0
  • Perché riscoprire Anacleto Verrecchia, filosofo dimenticato

    0 shares
    Share 0 Tweet 0

Seguici su Facebook

Siti amici

  • 10 righe dai libri
  • Appennini di Gian Luca Diamanti
  • Arianna Editrice
  • Associazione Eumeswil Firenze
  • Calcio e statistiche
  • Diretta.it
  • Eclettica edizioni
  • Finanza Sexy
  • Hamelin Prog – Progressive Rock Magazine
  • Il blog di Roberto Perrone
  • Il diario del gigante Paolo Isotta
  • L'eminente dignità del provvisorio
  • linkiesta
  • melascrivo
  • Polémia
  • Rivista Visio
  • SilviaValerio.it
  • Storia in rete
Facebook Twitter Instagram

“All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per riparsi durante un tifone, o per riposarsi e amare”.
Hugo Pratt

Barbadillo è un laboratorio di idee nel mare del web che, a differenza d’altri, non naviga a vista. Aspira ad essere un hub non conformista, un approdo libero nel quale raccogliere pensieri e parole e dove donne e uomini in marcia possono fermarsi a discutere insieme di politica, ecologia, musica, film, calcio, calci, pugni e rivoluzione.

Ultimi articoli

Giappone. Perché leggere la prima biografia italiana di Hirohito

Giappone. Perché leggere la prima biografia italiana di Hirohito

26 Settembre 2023
Teatro Greco. Il ritorno di Ulisse, l’ultima Odissea. Il racconto per le immagini di Maria Pia Ballarino

Teatro Greco. Il ritorno di Ulisse, l’ultima Odissea. Il racconto per le immagini di Maria Pia Ballarino

26 Settembre 2023
“Governare il Futuro – La nuova sfida dell’Italia”: l’undicesima edizione della Giornata Tricolore

“Governare il Futuro – La nuova sfida dell’Italia”: l’undicesima edizione della Giornata Tricolore

26 Settembre 2023

Ultimi commenti

  • Guidobono su Draghi, Kalergi e l’Europa alla ricerca di unità
  • Guidobono su Il caso. Valditara e la memoria: la fine del monopolio Anpi
  • Guidobono su Storia. La persecuzione contro i cristiani vista da Loisy
  • Guidobono su Storia. La persecuzione contro i cristiani vista da Loisy
  • Guidobono su Heliopolis/14. L’Intelligenza Artificiale lievito di una nuova sapienza organica
  • Primula nera su L’anniversario. Tolkien e la destra culturale e politica
  • Guidobono su Il corso di agroecologia contadina di Giannozzo Pucci (a Fiesole)

with by amdotcom

No Result
View All Result
  • Politica
    • Difesa
    • Grilleide
    • La Destra riparte da…
    • Tarantelle
  • Corsivi
  • Le interviste
  • Esteri
  • Economia
  • Cronache
  • Cultura
    • Artefatti
    • fedi e religioni
    • Fumetti
    • Libri
    • Musica
    • Ritratti non conformi
    • Sacro
    • Scuola/Questionario proustiano
    • Televisionando
  • Sport
    • Boxe
    • Figurine
    • Il raccattapalle
    • Pallone mon amour
    • Storie di Calcio
  • Scintill&digitali
  • Videogames
  • Parola ai lettori
Questo sito utilizza cookie per fornirti la migliore esperienza di navigazione. Se continui nella navigazione acconsenti all'uso dei cookie.OkLeggi di più