Quando un attore fa il film e non si limita a recitarlo, nascono esperimenti editoriali come Palo Alto, recentemente presentato alla mostra di Venezia.
Il regista, anzi, la regista che lancia l’attore alla premier lagunare, è Gia Coppola, nipote del Francis Ford, zio e “Padrino” più volte della kermesse. L’attore che lancia la regista in questo interessante spaccato sull’adolescenza americana, è James Franco, bello e tenebroso attore californiano, nato proprio a Palo Alto, che si è cimentato nella scrittura di un omonimo libro che ha tessuto la sceneggiatura del film presentato ieri a Venezia.
”Ho conosciuto James Franco poco dopo essermi laureata. Gli avevo mostrato alcune mie fotografie e così finimmo con il parlare del suo libro, ‘Palo Alto Stories’ – dice Gia Coppola all’Ansa – Da tempo non leggevo o vedevo qualcosa sui teenager che mi piacesse o che ritenessi realistico. In ‘Palo Alto Stories’ le diverse voci dei ragazzi risaltavano vere e oneste, mostrando l’essenza di essere giovani nella vulnerabilità e nell’assenza di un obiettivo: le conversazioni ridicole, le cotte represse, gli errori stupidi. Cercai ispirazione nel cinema, nella fotografia e nella musica. Da ‘The Outsiders’ a ‘Le vergini suicide’, ‘The Last Picture Show’, ‘Diner’ e ‘American Graffiti’, tutti film vividi e con qualche difetto nella trama.”
La raccolta di racconti, “Stato di ebrezza” è il titolo italiano, che ha ispirato il film, riprende diverse storie ambientate nella cittadina californiana di 60 mila abitanti, di giovani annoiati e frustrati, spinti verso il sesso, l’alcol e gli “errori di gioventù”. I ragazzi dello zoo di Palo Alto sono Jack Kilmer, il ragazzino che interessa ad April, la protagonista del lungometraggio (interpretata da Emma Roberts), cui non dispiace l’attenzione che il prof bello e maledetto le rivolge (parliamo del nostro James Franco). Nel cast anche l’ex maghetta Emma Watson e l’ex Batman Val Kilmer. Ricordate i festini raccontate da David Fincher nel suo personale ritratto del creatore di Facebook? L’ambientazione è molto simile. Giovani ragazzi liceali di famiglie benestanti, con case a due piani e giardino ben curato, berlina nel garage, e tanta solitudine a tenergli compagnia. Il film è un iconico spaccato dell’America post-moderna lontana dai riflettori, vittima di forti disagi giovanili, cui Franco, che ha origini portoghesi alla lontana, ritaglia loro delle storie spesso sfuggenti e scandalose. Proprio come un’altra storia da lui raccontata legata ai malesseri familiari, per la prima volta alla regia, Child of God, sempre presentata alla italianissima Mostra cinematografica più prestigiosa a livello internazionale.
Tra i film più conosciuti in Italia, in cui ha recitato Franco, c’è sicuramente Spiderman, la trilogia di Sam Raimi dove interpreta il ruolo di Harry Osborn/Hobgoblin, ma anche 127 ore, film che gli valse la nomination agli Oscar del 2008. Più recente la macro produzione Disney che lo vede protagonista, prequel del Mago di Oz, Il Grande e potente Oz. Ma la vera magia la fa proprio Franco insieme alla sua regista Coppola, presentandoci Palo Alto, slegata finalmente dai marchi di Amazon, Facebook e Hp, per una volta, si parla di giovani ordinari con storie fin troppo comuni. Roba da Facebook? “Tutto il mondo è paese” e persino la Silicon Valley non fa eccezione.