A leggere i giornali, anzi, “certi” giornali, in questi giorni al Salone del Libro di Torino è in atto una pericolosa occupazione degli spazi da parte di orde di intellettuali nostalgici del Ventennio e per giunta (poteva mancare?) filo-putiniani. Guidati dal presidente del Senato Ignazio La Russa e dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, le legioni eterodirette dal Minculpop sarebbero calate su Torino pronte a conquistare gli stand degli editori e le sale conferenze del Lingotto per imporre una nuova visione del mondo, ovviamente con il torcicollo.
Poi succede che giri per i padiglioni del Salone, sbirci le centinaia di banchi che espongono i libri, spulci il programma degli incontri con gli autori e scopri che più o meno è la fiera di sempre, con gli stessi nomi e le stesse sigle editoriali (tutt’altro che di destra) a “egemonizzare” l’evento torinese. Gli stand degli editori filo-governativi sono gli stessi che c’erano anche nelle altre edizioni e gli autori non conformi che riescono a navigare l’onda del mainstream riuscivano a stare a galla e ritagliarsi uno spazio anche in precedenza, ad esempio Pietrangelo Buttafuoco.
L’aria del cambiamento, però, spira anche nei padiglioni soffocanti del Lingotto, quindi non è passato inosservato l’attivismo torinese del triumvirato vicino a Sangiuliano, la trimurti che negli ultimi mesi si sta dando da fare per promuovere attività culturali con l’imprimatur del governo Meloni: Emanuele Merlino, Francesco Giubilei e Alessandro Amorese.
Grazie a loro e grazie anche a Maurizio Marrone, assessore regionale al Welfare e all’Emigrazione del Piemonte, che ha messo a disposizione programma e spazio fisico dell’Arena gestita dalla Regione, sono stati organizzati alcuni eventi di rilievo che in effetti aprono la scena al panorama culturale di destra. Ieri c’è stato l’incontro con Giordano Bruno Guerri e Alessandro Gnocchi sui taccuini di D’Annunzio (il libro, “L’officina del Vate”, curato appunto da Gnocchi, è pubblicato da Giubilei-Regnani); oggi tocca al ministro per la Famiglia Eugenia Roccella e più tardi all’incontro “La destra e la cultura”, che mette insieme il già citato Giubilei, Luca Beatrice, Giordano Bruno Guerri, Francesco Borgonovo, Ferrante De Benedictis e Luigi Mascheroni. Infine domattina l’evento-clou, la prima volta di Alain de Benoist al Salone del Libro per la presentazione del suo ultimo volume “La scomparsa dell’identità”, anche questo targato Giubilei-Regnani (ore 12, Arena Piemonte).
La presenza del filosofo e politologo francese ha suscitato “allarme” fra alcuni giornali e ha comunque calamitato l’interesse dei media, perché non sfugge né l’elevato livello intellettuale dell’appuntamento, né l’eccentricità delle posizioni di de Benoist in un panorama culturale filo-governativo dove prevalgono, anche a dispetto di buona parte dell’elettorato, le suggestioni filo-atlantiche, conservatrici e neoliberiste. Alain de Benoist si colloca esattamente all’opposto di queste posizioni, perciò domani ci sarà da divertirsi. Resta il fatto che aver invitato il filosofo francese e averne pubblicato un saggio è un esempio di quel pluralismo e quella ricchezza culturale che lo stesso Sangiuliano aveva esaltato in occasione degli “stati generali” di Roma, lo scorso aprile. Fra l’altro l’autore francese è stato oggi al Salone per firmare le copie del suo volume “Edouard Berth e il sindacalismo rivoluzionario” allo stand delle Edizioni Sindacali dell’Ugl (padiglione 3, stand R01, ore 16,30).