Il presidente Sergio Mattarella in questi anni è stato custode della memoria dell’esodo dal confine orientale e ha interpretato il Giorno del Ricordo come una occasione per ricucire le ferite della Patria, uno dei solchi di dolore scavato dalle tragedie del secolo breve.
Ora però è necessario che – anche per porre un rigido argine ai veleni dei negazionisti – l’Italia riconosca alla comunità degli esuli istriano-dalmati una presenza civile, politica e morale: questo passo può materializzarsi con la nomina di un senatore a vita della comunità degli esuli, degli italiani che hanno lasciato la propria terra natia per uno straordinario amore patriottico e per tutta la vita hanno conservato il desiderio di ricongiungersi con le radici senza seminare mai odii o divisioni. Perché il ricordo unisce milioni di italiani, unisce chi ha sofferto e educa la comunità nazionale a respingere ogni forma di odio etnico.
Per questo chiediamo al presidente Mattarella di valutare la possibilità di nominare un senatore o una senatrice a vita come simbolo dell’Italia riconciliata. Sarebbe una carezza agli italiani del confine orientale e un rosa posata sulla tomba di Norma Cossetto e dei tanti patrioti martirizzati dall’odio slavo nelle foibe.
“In Istria e Dalmazia non ti sembri strano, anche le pietre parlano italiano”.