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I nuovi romanzieri? A Torino arriveranno dalle case popolari

Al via Paper Street, un corso di scrittura creativa per gli inquilini Atc promosso dall'ente pubblico e gestito da Giuseppe Culicchia

by Giorgio Ballario
28 Gennaio 2023
in Cultura
1

In Italia proliferano le scuole di scrittura creativa, benché il nostro sia un popolo che in assoluto legge poco: secondo i dati più recenti quattro persone su dieci non leggono neppure un libro all’anno e buona parte del restante 60% si ferma al massimo a tre libri in dodici mesi. La parola scritta, tuttavia, continua a esercitare il suo fascino ed è così che si spiega il successo di corsi che insegnano i segreti per realizzare un racconto o addirittura un romanzo.

La scuola che partirà fra poche settimane a Torino, però, è diversa da tutte le altre: si chiama Paper Street ed è un corso di scrittura creativa organizzato apposta per gli abitanti delle case Atc, l’ente pubblico che gestisce oltre 18 mila appartamenti in città (foto sopra). L’idea è venuta al presidente Maurizio Pedrini, che oltre a occuparsi dei tanti problemi di manutenzione, guasti e disagi del grande patrimonio immobiliare cittadino ha pensato che le case popolari possano diventare anche un veicolo di cultura. «Molte volte andando a parlare con gli inquilini mi sento dire “su tutto quello che succede qui bisognerebbe scriverci un libro” – spiega Pedrini – Così ho pensato che gli abitanti delle case Atc avrebbero tante storie da raccontare, ma nessuno dà loro voce».

Da qui il progetto di istituire un corso di scrittura indirizzato a loro, al quale ha aderito con entusiasmo lo scrittore e saggista torinese Giuseppe Culicchia (nella foto a fianco). «La proposta di Pedrini mi è subito piaciuta – dice Culicchia – Nel 1946 mio padre, siciliano, emigrò a Torino e all’inizio ebbe difficoltà a trovare un’abitazione: se non avevi un lavoro non ti davano una casa, ma se non avevi una casa era difficile trovare un lavoro… Per un po’ di tempo fu costretto a dormire nel retrobottega del barbiere presso il quale faceva l’apprendista». Paper Street ha incassato anche il gradimento dell’assessore regionale al Welfare Maurizio Marrone (FdI): «Grazie al Salone del Libro, al Circolo dei lettori e ad altri eventi Torino e il Piemonte fanno molto per la cultura – osserva Marrone – ma il mondo dei libri non deve restare chiuso in una torre d’avorio, c’è bisogno di iniziative popolari come queste, che vadano a coinvolgere fasce sociali che si solito vengono escluse».

Paper Street, fra l’altro, ha l’indubbio pregio di non gravare sulle casse dell’Atc: i costi del progetto, sviluppato insieme all’associazione Kallipolis, saranno interamente coperti da sponsor privati come Federcasa Piemonte, Acqua Valmora, Supermercati Borello, TeamWork e Ogr Torino, che metterà a disposizione i locali per tenere i corsi. Il programma prevede sei incontri di due ore ciascuno tra febbraio e maggio, si svolgerà in orario pomeridiano (ore 14-16) e si concluderà poi con un evento al Salone del Libro di maggio.

Il tema del percorso avrà come filo rosso il tema dell’abitare. Abitare una città nuova, un luogo particolare all’interno della città, una stanza del proprio appartamento, ma anche un luogo dell’anima, una storia, un personaggio. «Mi interessa capire come la nostra città possa essere raccontata da chi non vi è nato e la abita da un periodo più o meno lungo – conclude Giuseppe Culicchia – e conoscere la storia di chi vorrà partecipare a questo percorso di condivisione, scoprire quali storie sono racchiuse nelle stanze di chi vive nei vari quartieri di Torino, e magari sogna a occhi aperti di raccontarle».

@barbadilloit

Giorgio Ballario

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Tags: atcculicchiagiorgio ballariopaper streetromanzieritorino

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Comments 1

  1. Guidobono says:
    2 mesi ago

    Non vorrei fare il ‘parruccone’, ma a ben poco serve avere ricordi ed idee per poter scrivere, se non si ha una solida base ortosintattica, cultura umanistica ecc. A meno che si scriva come una terapia, solo per se stessi. Scrivere è un mestiere come (un tempo, almeno) fare lo scultore, il pittore e così via. La scuola deve tornare ad insegnare una lingua italiana corretta. E nozioni, nozioni, non pedagogie lassiste e sociologismi inclusivi…Oggi gli articoli dei nuovi giornalisti sono spesso pieni di sfondoni ridicoli. Mancano di forma e di sostanza, di cultura storica. Non sono ottimista…

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