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Ragazzoni: “I 150 anni della morte di Mazzini? Occasione perduta”

E' tempo di bilanci per verificare come l’Italia ha risposto ad un evento di grande importanza su uno dei quattro Padri della Patria. Parla lo storico

by Michele Salomone
10 Dicembre 2022
in Cultura
4
Giuseppe Mazzini pop

Volgendo al termine il 150° Anniversario della morte di Giuseppe Mazzini (Genova 1805 – Pisa 1872), è tempo di bilanci per verificare come e se l’Italia ha risposto ad un evento di così grande importanza che ha riguardato uno dei quattro Padri della Patria. In proposto abbiamo interpellato Achille Ragazzoni, noto storico del Risorgimento, che Barbadillo ebbe modo di intervistare lo scorso mese di maggio quale autore del libro «Giuseppe Mazzini scrive di Dante. Germe dell’Unità d’Italia» (Edizioni Arŷa, Genova).

Achille Ragazzoni, di prassi l’anniversario di un personaggio o di un fatto rilevante si celebra nell’anno solare, oppure partendo dalla data in cui si è verificato l’evento?

“Ma, in realtà è una cosa formale, si celebra la giornata del personaggio ma poi tutto l’anno va bene per ricordarlo con iniziative di vario spessore”.

Achille Ragazzoni

Come ha risposto il paese legale, ovvero la Repubblica con le sue istituzioni, al 150° della morte di Mazzini?

“Con l’emissione di un francobollo e con poche davvero iniziative, parlo delle istituzioni che per prime dovrebbero dare l’esempio. In periferia, paradossalmente si è fatto di più, anche se queste iniziative hanno un’eco forzatamente più limitato”.

Ed il paese reale, ovvero chi ancora crede in Uomini, Eventi ed Ideali di rilevante importanza storica come ha risposto?

“Iniziative di associazioni culturali e di singoli ci sono state ed anche qualche iniziativa editoriale, ma poca roba per la statura del personaggio, pur dovendo essere grati a tutti coloro che si sono impegnati nelle commemorazioni, non mi si fraintenda!”.

Che ruolo ha svolto la Società Dante Alighieri?

“La Società Dante Alighieri, di cui faccio orgogliosamente parte, non fa politica, bisogna specificarlo. Ha comunque, con varie manifestazioni, sottolineato la positività dei valori mazziniani. È chiaro, per la struttura stessa della Società Dante Alighieri, che Mazzini educatore (cosa importante!) e critico letterario sono gli aspetti maggiormente messi in luce dalla Società”.

Fra il Centenario della morte di Mazzini celebratosi nel 1972 ed il 150° odierno, ha riscontrato delle particolari differenze?

“Ho l’età, purtroppo, per aver vissuto anche le celebrazioni del 1972. Furono molto più significative, per esempio a moltissimi studenti (e non solo agli studenti) venne fatto omaggio di una bella antologia mazziniana. Non illudiamoci, Mazzini è un personaggio scomodo, i Doveri anteposti ai Diritti, il patriottismo senza compromessi non possono piacere a chi manda in Parlamento personaggi di uno squallore unico e a chi si vergogna del termine Nazione preferendogli quello di Paese, a chi ha apertamente dichiarato guerra al trinomio mazziniano Dio, Patria e Famiglia, gli autentici valori sui quali si possa edificare una società sana”.

Dalla sua risposta deduco che la Repubblica ha mandato in soffitta il Risorgimento. 

“Beh, sì, in effetti il Risorgimento è stato mandato in soffitta. Nel secondo dopoguerra il potere reale, prima ancora che politico, è stato preso da forze che avevano tutt’altre radici o che, addirittura, erano eredi delle forze che il Risorgimento avevano combattuto. Con la scusa dell’antifascismo, promosso magari da persone che erano state fasciste estremiste quando ciò poteva portare qualche vantaggio, mentre antifascisti seri (che erano stati antifascisti quando esserlo era pericoloso…), come Randolfo Pacciardi, avevano fatto un bel fregaccio sui non pochi torti subiti in passato e invitavano tutti a rimboccarsi le maniche per ricostruire l’Italia sconfitta, si coprirono di una patina negativa valori come l’amor di Patria, il senso del dovere e della disciplina, insomma tutto ciò che ci rende diversi dai quaquaraquà magistralmente descritti da Leonardo Sciascia. E si pretende, in un’Italia del genere, di considerare attuale Mazzini? Ma mi faccia il piacere, come avrebbe detto il grande Antonio De Curtis, in arte Totò…”.

@barbadilloit

Michele Salomone

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Tags: 150 anniachille ragazzonianniversariogiuseppe mazzinimichele salomone

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Comments 4

  1. Guidobono says:
    2 anni ago

    Personaggio ed intellettuale noioso. Politico sempre fuori del tempo.

  2. Guidobono says:
    2 anni ago

    A Torino si era monarchici (cioè liberali, più o meno conservatori) o socialisti. Mazziniani veri, ben pochi. Dio e Patria, Trono ed Altare era stato l’emblema della Europa di Metternich, quella della Restaurazione legittimista e Santa Alleanza, uscita dal Congresso di Vienna del 1815. Le idealità di Mazzini sono massoniche.

  3. Luca says:
    2 anni ago

    Premesso che “eco” è femminile, quella del dopoguerra in mano a forze politiche antirisorgimentali è una delle tante leggende metropolitane circolanti. Come spiegò bene Antonio Lombardo in Democrazia cristiana e questione nazionale : la nuova nazionalizzazione delle masse, Milano : SugarCo, 1981, il partito erede della nazionalizzazione delle masse fu proprio la DC dal 1945 fino ai primi anni Sessanta, quando invece mutarono i paradigmi.
    Inoltre anche tra chi era più legato al retaggio risorgimentale non mancava chi non amava Mazzini (che del resto ebbe diversi aspetti criticabili già ai suoi tempi da parte anche di liberali).

  4. Guidobono says:
    2 anni ago

    …non certo carliste…

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