1856, la prima pietra del Palais de la Bourse viene posata a Lione. Quella dell’ISSEP lo sarà nel maggio 2018 in questa stessa capitale delle Gallie. Quattro anni dopo, la Scuola privata di istruzione superiore cofondata da Marion Maréchal ha organizzato il suo secondo galà annuale, riunendo più di 400 persone venute ad applaudire gli studenti diplomati. Studenti che devono in seguito accedere ad alte funzioni malgrado le tappe che la Scuola deve ancora compiere per essere integralmente riconosciuta dallo Stato.
Sabato 12 novembre 2022, nel cuore di questo luogo prestigioso che è il Palais de la Bourse di Lione, inaugurato nel 1860 da Napoleone III e dall’imperatrice Eugenia, un centinaio di studenti, ampiamente onorati, hanno ricevuto il loro diploma così come i loro attributi, sciarpe e berretti con i colori della Scuola, il tutto accompagnato da musiche cinematografiche epiche. Una maniera per l’ex direttrice di “premiare il merito e il coraggio degli studenti che hanno varcato le porte dell’ISSEP”.
Dopo quattro anni di esistenza, la Scuola conta più di 400 iscrizioni (in magistère bac+4 e +5 e formation continue): “Uno slancio, secondo il direttore Thibaut Monnier, che motiva la direzione a immaginare la creazione di un campus ISSEP di qui a due anni per accogliere il triplo degli studenti”. Un altro annuncio al centro dei festeggiamenti: il lancio di un’applicazione per corsi online, “L’amphithéâtre”, che proporrà centinaia di video didattici. “I santi hanno fatto la nostra Francia e la nostra civiltà”: Thibaut Monnier afferma chiaramente di “voler proseguire la loro opera”, citando Charles Péguy e altre figure intellettuali.
Un’opera che passa dall’arrivo in massa di nuovi dirigenti made in ISSEP che “sapranno comportarsi, che hanno savoir-vivre e savoir-être” all’interno delle imprese e del mondo del lavoro: l’anti-Sciences Po, dunque! Media, uffici degli eletti, grandi gruppi industriali, la direzione della Scuola punta a inviare dappertutto i suoi studenti migliori. E sembra sia già così. Una di loro, Clémence, indicata come esempio di inserimento professionale degli studenti, anima la serata e rende testimonianza del suo percorso. Divenuta direttrice di gabinetto di un eletto locale, confida: “L’ISSEP, su un CV, apre tante porte quante ne chiude, è una scommessa. È grazie alla nostra incredibile rete che ho potuto ottenere questo posto. Marion è molto apprezzata dal mondo imprenditoriale e dai capi dei grandi gruppi, contiamo anche sulla sua notorietà”.
Mentre una delle diplomate ci racconta di non avere alcun problema a lavorare per un’associazione d’inserimento sociale delle banlieues, uno degli allievi ha effettuato uno stage presso il gruppo francese Michelin, “dove si cercano profili legati ad una certa etica di vita, rigore professionale, puntualità… Tutto ciò che insegna l’ISSEP al di fuori dei corsi teorici”. Sua moglie, presente, racconta: “Durante il confinamento seguivamo i nostri corsi a distanza ma ero impressionata dal livello molto più sostenuto e dalla professionalità dell’insegnamento che riceveva attraverso l’ISSEP, rispetto ai miei corsi di università pubblica”.
Cosa manca dunque all’ISSEP, dopo che Marion Maréchal è tornata nella vita politica, per diventare una scuola riconosciuta da tutti e che investa tutti i settori professionali del potere? Il riconoscimento dello Stato. E questo riconoscimento sembra inciampare nel parallelo politico stabilito tra l’istituto e le convinzioni politiche, seppure indipendenti, di alcuni dei suoi dirigenti. Victoria Pourcher, direttrice amministrativa e pedagogica, si interroga sulle possibili ragioni politiche di questa lentezza amministrativa: “Abbiamo presentato il nostro dossier all’organo France compétences, dove è stato accettato nella prima tappa. Abbiamo bisogno di una certificazione per permettere alle nostre formazioni di essere prese in carico dal compte personnel de formation”.
Marion Maréchal, nel 2018, aveva come obiettivo quello di “formare una nuova generazione di dirigenti” e “creare un’arma potente contro l’attuale pensiero preconfezionato”. Non resterebbe quindi che una diga amministrativa da far cedere perché Sciences Po non abbia più il controllo su tutte le posizioni di potere francesi…
da Boulevard Voltaire (https://www.bvoltaire.fr/lecole-fondee-par-marion-marechal-prete-a-ouvrir-un-grand-campus/)
*traduzione di Domenico Pistilli