Pubblica libri in un fazzoletto di tempo frutto della sua passione per la scrittura. Ci riferiamo Luigi Laguaragnella, 39 anni, molto attivo nell’associazionismo cattolico, scrittore, giornalista pubblicista, educatore.
Luigi ci parli del tuo approccio nello scrivere un libro?
“La realtà che mi circonda, gli incontri che capitano nel quotidiano, magari alcune parole scambiate con i bambini sono il primo approccio che mi pone davanti la pagina bianca. Mi avvicino con fatica al foglio bianco, non scrivo di getto, ma sedimento l’idea, l’ispirazione prima di filtrarla in parole e concetti creativi compie lunghi percorsi”.
Veniamo ai tuoi scritti. Cominciamo da“AppPuglia”..
“È un testo per i preadolescenti incentrato alla valorizzazione e riscoperta del proprio territorio che affronta la tematica dell’uso dello smartphone tra i giovani. Il protagonista è chiamato a rimettersi in cammino nella sua Puglia incontrando alcuni personaggi con cui parlerà di gioia, fiducia, creatività, responsabilità. Grazie al suo telefono che diventa magico imparerà a guardare il mondo attorno con occhi di stupore. A ispirare la trama del libro, illustrato da Giuseppe D’Asta, è la mia esperienza di educatore per i minori. Donato, il protagonista, rispecchia alcune caratteristiche e potenzialità dei ragazzi che incontro ogni giorno. Attraverso la storia del giovane alle prese con i “capricci” del suo smartphone i ragazzi hanno letto parte dei loro atteggiamenti e si sono incuriositi della bellezza che li circonda”.
Ci descrivi “Abbracci”?
“Un testo autobiografico, ambientato prevalentemente a Bari. È un percorso che permette a Lorenzo, il protagonista, di riallacciare e prendere coscienza di alcune relazioni che soprattutto grazie agli abbracci che riceve in modo spontaneo lo rimettono sulla carreggiata della vita abbandonando un senso di isolamento e di ripiegamento. Gli abbracci saranno l’occasione per confermare alcune relazioni che comunque servono a lenire alcune fratture affettive o dubbi legati alle scelte della vita. È stato pubblicato poco prima della pandemia, però a distanza di anni può dare piccoli spunti di speranza”.
Passiamo a “Il barattolo blu”.
“È uscito ad ottobre per Tau editrice. Uno scritto molto intimistico che tocca le corde dello spirito che ha sostenuto soprattutto durante il periodo di quarantena. Una lucina blu all’interno della stanza è stata capace di alleviare i rimorsi, le mancanze, gli affanni che il covid ha messo in luce solo la punta di iceberg. È un dialogo interiore, di richiesta di perdono, di quiete. Ad accompagnare il testo è la parola giornaliera che in quel lungo mese, quasi spontaneamente si è rivelata sollievo. Ogni giorno un versetto è stato fonte di ispirazione, di preghiera, di parole ripetute e concilianti la cui lettura può accompagnare la riflessione del lettore. Si è trattato di un’esigenza intima che potrebbe essere un sottile fascio di luce anche per i lettori. Ho provato a dare luce alla bellezza che ognuno di noi conserva nell’animo più profondo. A volte teniamo nel chiaroscuro le nostre inquietudini che illuminate possono produrre comunque una scintilla di bellezza. Per me la fede assomiglia a quel barattolo di luce blu che si alimenta e si riempie di persone e di volti vicini e lontani”.
Perché nel nostro paese si legge poco?
“Numerosi potrebbero essere i fattori: la vita frenetica, i numerosi stimoli, i diversi supporti di accesso alla lettura paradossalmente potrebbero disorientare. Eppure la lettura aiuta a formare la personalità, la sensibilità, a conoscere i sentimenti, ad aprire gli orizzonti del cuore e della mente, a coltivare l’aspetto critico sul mondo. Potremmo mai privarci di tutto questo?”.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Nei miei cassetti sono conservati altri fogli, appunti e spunti per altri libri che spero possano prendere vita. Continuerò a viaggiare sui binari della scrittura e dell’educazione con l’intenzione di migliorare le mie capacità. Mi piacerebbe sviluppare progetti di promozione alla lettura, laboratori in cui poter socializzare e mettere in gioco i talenti scoprendo il valore dei libri”.