Archiviato il Gran Premio di San Paolo, con la prima vittoria stagionale della Mercedes grazie a George Russell (la prima in carriera per il britannico) è il circuito di Yas Marina, sede del Gran Premio di Abu Dhabi, a ospitare l’ultima gara della stagione 2022: per l’occasione la Pirelli sceglie le mescole più morbide, portando le C5 (Soft), le C4 (Medium) e le C3 (Hard).
Il clima ad Abu Dhabi sarebbe quello da ultimo giorno di scuola ma nonostante i tanti motivi d’interesse (a cominciare dalle voci circolate in settimana sul licenziamento dell’attuale Team Principal della Ferrari Mattia Binotto, la cui posizione avrebbe dovuto passare a Frédéric Vasseur, che ha ricoperto il medesimo ruolo in Alfa Romeo Sauber dal 2017), la scena è completamente monopolizzata da Sebastian Vettel.
Il tedesco, all’ultima partecipazione in un Gran Premio, chiude una carriera che l’ha visto vincere cinquantatré gare (terzo di ogni epoca) e quattro titoli mondiali tra il 2010 e il 2013 quando era portacolori della Red Bull.
Addirittura, il giovedì precedente l’evento, tutti e venti i piloti si ritrovano in un ristorante locale per una cena organizzata in onore del classe 1987, un momento simbolico per salutare uno degli uomini più importanti della Formula 1 contemporanea.
Le prove libere
Passando alla pista, le FP1 del venerdì mattina sono appannaggio di Lewis Hamilton, che con la sua Mercedes segna un tempo di 1’26″633 (Soft), abbassato nella sessione pomeridiana da Verstappen, che primeggia le FP2 in 1’25″146 (Soft); a “Checo” Perez vanno le FP3 del sabato mattina, col riferimento di 1’24″982 (Soft).
Le qualifiche
Nelle prove cronometrate le Red Bull continuano a mostrare la loro forza, sfruttando al meglio gli allunghi del tracciato e apparendo nel contempo estremamente bilanciate nell’ultimo settore, il più guidato, costituito da numerose curve lente in successione.
Verstappen si prende la Q1 in 1’24″754 (Soft), il compagno Perez, la Q2 in 1’24″419 (Soft) poi, nella conclusiva Q3, l’olandese impreziosisce il proprio sabato migliorando il primato provvisorio (1’23″988) e conquistando la pole position in 1’23″824 (Soft); alle sue spalle, Perez, Leclerc, Sainz, Hamilton, Russell, Norris.
Vettel, all’ultima qualifica della carriera, piazza l’Aston Martin AMR22 numero 5 in una buona nona posizione.
La gara
Allo spegnimento delle luci Verstappen mantiene la testa su Perez e Leclerc, mentre Hamilton sopravanza Sainz, come del resto riesce a Norris su Russell.
L’iberico non ci sta e attacca all’interno della curva 6 ma Hamilton prova a resistere, salendo sul cordolo e tagliando la curva, lasciandosi però proprio per questo motivo sorpassare.
Tuttavia, il britannico riguadagna quanto perso, con il sorpasso compiuto al giro 5 nell’allungo verso la curva 9, imitato da Russell su Norris; passano tre tornate e Sainz riconquista la quarta posizione sulla Mercedes sfruttando la migliore accelerazione in uscita dalla curva 7 e attaccando sul rettilineo successivo, anche grazie alle difficoltà del diretto rivale, non a suo agio con la vettura e che alla tornata 9 si lascia scavalcare anche dal compagno Russell.
In testa, assestati i distacchi tra Verstappen, Perez e Leclerc, ad animare la prima parte del Gran Premio ci pensa la lotta tra Vettel e Ocon per l’ottava posizione, col francese che si difende e Alonso guardingo in attesa.
La prima girandola delle soste vede sostanzialmente i piloti (partiti tutti con le medie, tranne Bottas e Magnussen sulle Hard, Gasly sulle Soft) passare alla mescola più dura: da segnalare sono le fermate di Perez (fine giro 15), Sainz (17), Verstappen, Leclerc.
L’olandese cambia per le Hard al termine del giro 20, lasciando temporaneamente la testa a Leclerc e riprendendo la pista davanti a Perez; il monegasco pitta alla fine del giro 21, nuovamente terzo su Sainz.
Con Verstappen a fare l’andatura, il secondo stint si sviluppa sulla possibilità di compiere un secondo cambio gomme, una scelta alla quale ricorrono Perez (termine della tornata 33), Sainz (39) e Russell (fine giro 39, per altro già penalizzato di 5” per una uscita pericolosa dalla piazzola nei confronti di Norris, durante il primo pit stop).
Il messicano torna in pista al quarto posto ma si ritrova in lotta con Hamilton, del quale avrebbe avuto ragione solamente al giro 46, dopo la battaglia con annessi sorpasso e controsorpasso del passaggio precedente.
La domenica di Hamilton termina invece al giro 55, quando un guasto al cambio lo costringe prima a rallentare e poi a fermarsi definitivamente.
Da parte sua l’11, pur disponendo di pneumatici più freschi, complice anche l’involontario rallentamento causato da taluni doppiaggi, non riesce invece a riprendere Leclerc, rimasto (insieme a Verstappen) sino al termine sulla tattica del singolo pit stop: a conti fatti, la valutazione della Red Bull sarebbe costata al messicano la seconda posizione.
Al termine dei cinquantotto giri, salutato dalla bandiera a scacchi, Verstappen vince il Gran Premio di Abu Dhabi, davanti a Lecerc e Perez: il ferrarista conserva così per soli tre punti la piazza d’onore nella classifica riservata ai piloti, con la Ferrari seconda tra le case costruttrici.
Punti iridati per Sainz, Russell e Norris: l’inglese della McLaren è anche l’autore del giro più veloce, in 1’28”391 alla tornata 44, con annesso punto aggiuntivo; seguono Ocon, Stroll, Ricciardo (all’ultima uscita in McLaren) e Vettel.
Il capitolo Vettel merita un discorso a parte: il tedesco dell’Aston Martin (57 pole position, 53 vittorie, 4 titoli in quindici stagioni e mezzo tra il 2007 e il 2022) conclude portandosi a casa l’ultimo punto valido, nonostante una tattica di gara basata sulla sosta unica e una prima sezione di gara (dalla partenza, sulle medie, all’unico cambio gomme) estremamente allungata, fino a termine del giro 25, e piuttosto penalizzante per via delle gomme ormai al limite.
Una volta montate le Hard, il tedesco le ha gestite fino alla fine.
L’arrivo tra i primi dieci è comunque il modo migliore per salutare uno dei piloti più forti, vincenti e simbolici degli ultimi anni.