L’Autodromo Hermanos Rodríguez di Città del Messico è la sede dell’omonimo Gran Premio, il ventesimo della stagione 2022.
Lo scenario in cui si svolge l’evento è uno dei più particolari, poiché l’aria rarefatta dei suoi 2238 metri sul livello del mare incide sui motori e sull’aerodinamica, con carichi ridotti a basse velocità.
La Pirelli conferma la scelta mediana delle mescole, portando in Messico le C4 (Soft), le C3 (Medium) e le C2 (Hard).
Le prove libere
Carlos Sainz comincia i tre giorni primeggiando nelle FP1 di venerdì mattina, in 1’20”707 (Soft), imitato da Russell nelle altre due sessioni: l’inglese conquista in 1’19”970 le FP2 (estese per testare le mescole del 2023) dopo aver lasciato la vettura al tester De Vries la mattina; nelle FP3 il 63 si conferma, col tempo di 1’18”399 (Soft).
Le qualifiche
Le prove di qualificazione messicane vedono Hamilton conquistare la Q1, fermato il cronometro sull’1’19”169 (Soft) e la Q2, in 1’18”552 (Soft).
Nella Q3 è invece Verstappen a fare la voce grossa, conquistando la pole position in 1’’17”775 (Soft) dopo aver abbassato l’1’17”947 del run iniziale; dietro di lui, Russell, Hamilton, Perez, Sainz, Bottas, Leclerc.
La gara
Allo spegnimento dei semafori Verstappen mantiene la testa, mentre Hamilton scavalca di forza Russell alla curva 3, sopravanzato a sua volta anche da Perez nella frenata successiva.
La gara, almeno davanti, è sin dalle prime tornate molto statica ed è la variabile pneumatici l’unica che può scombinare i piani: Verstappen infatti cerca di gestire la mescola Soft e di costruire contemporaneamente un margine sugli inseguitori, Hamilton e Russell, di allungare il più possibile lo stint.
La girandola delle soste vede Perez fermarsi per la sua prima alla fine del giro 23, passando dalle morbide alle medie, imitato dopo due tornate dal compagno olandese (medie anche per lui).
La prima posizione virtuale va alla Mercedes numero 44: partito con le medie (come del resto Russell), Hamilton cambia alla fine del passaggio 29 per mettere le Hard, tutelandosi dal possibile undercut del messicano della Red Bull; Russell compie la medesima mossa, sebbene con cinque giri in più rispetto al compagno di squadra.
Almeno nei piani della Mercedes, l’idea era puntare sul maggior degrado della mescola media dei diretti concorrenti, per ottenere un vantaggio nel finale.
Tuttavia, una volta ripresa la testa della gara, Verstappen si dimostra inarrestabile, allungando notevolmente su Hamilton: decisiva, ancora una volta, la grande capacità di far funzionare gli pneumatici, senza degradarli eccessivamente, potendo dunque impostare la gara secondo un passo costante.
Dal canto loro, una volta sulle gomme più dure, i due alfieri della Mercedes sono apparsi invece più in difficoltà.
La granitica condotta del capofila olandese non è scalfita nemmeno dalla breve neutralizzazione virtuale del giro 65, causata dal ritiro di Alonso, in quel momento nono, per un guasto al motore.
La Virtual Safety Car non ha alcun effetto sulla classifica, visto che ormai Verstappen aveva aumentato il margine su Hamilton, con l’inglese che a quel punto si limitava a controllare Perez.
A certificare una domenica trionfale è lo sventolio della bandiera a scacchi che saluta la vittoria di Max Verstappen.
Sul podio, con l’olandese, salgono Hamilton e Perez, l’idolo di casa salutato dalla folla in visibilio.
Il giro più veloce, con annesso punto bonus, è appannaggio di Russell, quarto al traguardo: fermatosi di proposito alla fine della tornata 69 per le Soft, il britannico della Mercedes fa segnare 1’20”153 proprio al settantunesimo e ultimo giro.
Quinta e sesta la Ferrari, con Sainz e Leclerc: a conti fatti, per Maranello quello messicano si è dimostrato nel complesso il peggiore fine settimana della stagione, complice la difficoltà nell’assettare le vetture ma soprattutto la scelta di abbassare la potenza erogata dai motori, così da proteggere il turbo.
Nelle altre posizioni a punti, Ricciardo (gran settimo, seppur gravato di una penalità di 10” per un incidente con Tsunoda, a causa del quale quest’ultimo si era dovuto ritirare), poi Ocon, Norris e Bottas.
La Formula 1 tornerà in pista tra due settimane, sul circuito brasiliano di Interlagos, per il Gran Premio di San Paolo.