Si è tenuta la sesta edizione di Libropolis, il Festival di Editoria e Giornalismo (3 giorni, 30 eventi, 50 ospiti) organizzato dalla Associazione Libropolis, in collaborazione con il Gruppo Editoriale MAGOG e GOG Edizioni, con il patrocinio del Comune di Pietrasanta.
Si è trattato di un’edizione che, ancora una volta, ha messo da parte la routine e l’autocompiacimento intellettualistico, vizi ricorrenti di tante rassegne librarie, per accettare – parola degli organizzatori (in prima fila Alessandro Mosti, presidente dell’associazione Libropolis, Sebastiano Caputo e Lorenzo Vitelli, rispettivamente direttore editoriale e direttore artistico di Libropolis) – le sfide “rivoluzionarie” di un mondo in cui tutto è da ricostruire, “ le idee in cui crediamo, gli spazi che abitiamo, i sentieri che percorriamo, le coordinate in cui ci muoviamo. Sono anni decisivi, finestre temporali, attimi fuggenti per ripensare l’avvenire”.
Con “Reset Anno Zero”, tema del Festival 2022, ci si è calati nel pieno delle grandi questioni contemporanee, uscendo però fuori dai bla bla autocelebrativi e consolatori, per “alzare il tiro” sulla realtà odierna e sulle possibili vie d’uscita, con originali modalità d’incontro.
Impossibile riassumere i diversi momenti della tre giorni di Pietrasanta.
Basti dire che oltre alle più tradizionali presentazioni di libri, che a Libropolis hanno sempre la forma del dibattito e del confronto, nell’edizione RESET si sono sperimentate nuove e provocatorie formule. La giornata di sabato 8 ottobre è stata segnata da due processi, quello a Friedrich Wilhelm Nietzsche (mandato sotto processo dai suoi stessi colleghi filosofi di fronte a una giuria popolare) ed il “Processo al maschio”, dove l’accusa è stata sostenuta da Francesca Romana Recchia Luciani, ideatrice e direttrice del Festival delle Donne e dei Saperi di Genere, e la difesa dall’antropologo e architetto Franco La Cecla.
Decisamente fuori dagli schemi l’”incontro al buio” tra Pietrangelo Buttafuoco e Giovanni Lindo Ferretti. “Nessuno, neppure gli ospiti – hanno dichiarato gli organizzatori – conosceva il tema della discussione, che è stato estratto a sorte prima dell’evento da uno dei partecipanti”. La motivazione? “Perché ci siamo francamente rotti le palle dei soliti eventi sempre uguali e pilotati”.
Ciò che va rimarcato nella tre giorni di Libropolis è dunque l’ inusualità degli incontri ed il loro ritmo incalzante, che anche quest’anno hanno offerto un bell’ esempio di anticonformismo, merce rara nel nostro Paese. Al punto da farne un esempio, proprio in ragione di un format (permetteteci il pessimo neologismo) che bene si può adattare alle tante eccellenze culturali del territorio italiano, fatto di piccoli e medi centri urbani, segnati da palazzi, conventi (gli incontri di Libropolis hanno avuto sede nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta), castelli, recuperati ad uso pubblico, su cui fare sventolare le bandiere di una cultura libera e non conforme, vere e proprie cittadelle spirituali, da cui ripartire per una “reconquista” culturale a lungo attesa.
Senza retorica sia chiaro. Senza dichiarazioni fanfarone. Ma con la forza dell’anticonformismo di chi, rifiutando il patinato mondo della cultura “perbenista”, vuole riscoprire duelli, polemiche, confronti che – come hanno ben specificato gli organizzatori di Libropolis – “non debba badare ai papi della letteratura, ai mandarini dell’editoria, ma anzi sia chiamato a sfregiare gli intoccabili”.
La sfida è aperta. I buoni esempi ci sono. La strada è tracciata. Chi vuole capire capisca.