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Se la tua visione del mondo si contrappone alla nostra è giusto o quantomeno inevitabile che ti ammazzino la figlia.
E’, questo, il distillato d’umanità che fa da sottotesto a molti articoli e alla quasi totalità di editoriali scritti dall’alta aristocrazia intellettuale nostrana nei giorni successivi alla criminale esecuzione di Darya Dugina.
Più realisti del re: se l’aparàt ucraino ha respinto nell’immediato le accuse mosse da Mosca, sostenendo di non essere uno stato terrorista (riconoscendo così implicitamente l’odiosità e la criminosità dell’assassinio a freddo di una ragazza innocente, di un’intellettuale non combattente), qui da noi, nelle scuderie dell’Occidente, si è fatto a gara tra chi era più giustificazionista: “Darya Dugina aveva detto questo, Darya Dugina aveva scritto quello” (accuse che non riporto, perchè emblematicamente prive dell’indicazione delle fonti e antitetiche rispetto all’ubi consistam dei discorsi e degli scritti della Dugina che ho trovato in rete); fino alla più smaccata e colpevolista: “Darya Dugina era la figlia di Aleksandr Dugin”.
La disumanizzazione del nemico è un vecchio espediente della propaganda bellica e parabellica umanitaria; oggi tocca gli abissi dell’indecenza nel voler privare del requisito dell’umanità una vittima innocente. O colpevole di dire e scrivere cose che non piacciono.
Una disumanizzazione che, non paradossalmente, è connotata da tutte le infingardaggini e corbellerie che si imputano al nemico interno: relativizzazione del crimine, giustificazionismo, complottismo (resa dei conti interna), uso di virgolettati senza fonte.
Chi -per spirito partigiano- non prova pietà per la morte di un’innocente, di qualsiasi vittima innocente di qualsiasi guerra, anche di quelle ipocritamente definite “umanitarie”, inclinando in un compiaciuto giustificazionismo, farebbe bene -prima o poi- a scrutare nell’abisso in cui è precipitata la propria coscienza. E comunque ad astenersi dal volerci dare lezioni d’umanità.
(da https://www.grece-it.com/2022/08/30/nelle-fucine-di-angband/?fbclid=IwAR1pMc31ekZt7qxY_I8r80oRNUB6L-LeODgQn-zUQfrpAMkNEngM7c0bDf0)
Vero, ma mi sembra , solamente , una peculiarità psicologica più che ” politica”
È la stessa, speculare, di chi nega il diritto di esistenza al popolo ucraino perché servo della Nato
Dugina , non era solo figlia di, ma era attivamente e legittimamente impegnata in una battaglia ideologica
I soldati politici devono aspettarsi di pagare un prezzo, senza sconti, per il loro impegno.
Conto che qualcuno , interno od esterno solo la storia lo dirà, ha presentato
Rip
La storia del nostro mondo per me, ha un prima ed un dopo. Ed è il 1914. Da quell’anno (omicidio Jaurès per mano nazionalista e ‘tradimento dei chierici’) il mondo sprofonda e tutto diventa purtroppo lecito. La guerra diventa totale e tutti coinvolge in nome della ‘Civiltà’ e della Nazione. Anche il nostro ipocrita Occidente, che oggi difende a spada tratta animali, minoranze, devianze ecc., ma condanna la povera Darya solo per essere figlia di un filosofo che non piace (neppure a me, ma non si zittiscono le voci che non piacciono con gli esplosivi…).