Il 2022 ferrarista ha sin qui regalato diversi grattacapi: il fine settimana francese non ha fatto eccezioni, andando a regalare un’altra bella figurina in un album non totalmente idilliaco; anzi.
Uscite, pressioni
La sbavatura che è costata la gara a Leclerc (partito dalla pole position), nel giro 18, è un errore serio, affatto banale, in quanto proprio in quei passaggi il ferrarista doveva cercare di aumentare il ritmo per annullare il tentativo di undercut di Verstappen, fermatosi già alla fine della tornata numero 16.
Fino a quel momento, Leclerc aveva tenuto ragionevolmente a distanza il suo rivale, che pur affacciandosi più volte in zona DRS (dunque sotto al secondo di distacco) non aveva mai seriamente tentato un attacco, limitando a farsi vedere una unica volta, all’esterno della curva di Signes, al giro 6.
Il tutto, nelle prime fasi del Gran Premio, quando, con le gomme medie e il serbatoio carico di carburante, l’olandese sembrava averne di più.
Cosa sarebbe successo alla distanza, senza l’incidente, è impossibile dirlo.
Una questione di centimetri
La curva 11, la Beausset, è una piega verso destra che il monegasco affrontava sempre lasciando scorrere la vettura il più possibile, per sfruttare al massimo la pista ma anche complice una scelta di assetto volta a consumare il meno è possibile gli pneumatici.
Lo svarione nasce però da un allargamento eccessivo di traiettoria che porta il pilota a mettere le ruote sullo sporco, una volta scalate le marce e parzializzato l’acceleratore.
La conseguenza è la perdita del posteriore che manda la vettura in testacoda, poi contro le barriere.
Sainz in rimonta
Dall’altro lato, al capitolo Sainz, va rimarcato che lo spagnolo partisse diciannovesimo a causa del cambio dell’unità motrice: la già di per sé difficilissima rimonta è stata inoltre gravata dalla penalità comminata per il rientro non in sicurezza della prima sosta.
Costretto dapprima a risalire sulle dure (stint iniziale), girando sull’1’40” basso, in pieno traffico e poi all’impossibilità di arrivare fino in fondo con la media (almeno secondo il muretto, il pilota via radio aveva dimostrato di pensarla diversamente), con conseguente seconda sosta necessaria alla fine del giro 42, il quinto posto finale è un buon risultato alla luce delle premesse ma visto il passo e soprattutto vista la forma di Sainz, autore di due splendidi sorpassi (su tutti) nei confronti di Russell e di Perez, un podio sarebbe stato quanto meno meritato.
Il futuro prossimo
Il campionato è certamente ancora lungo, i punti in palio tantissimi e la variabile affidabilità sempre presente.
Per la Ferrari, come per qualsiasi altra squadra, fare i conti adesso è totalmente privo di fondamenta, anche perché la F1-75 resta una vettura valida e gli episodi possono vedere protagonista chiunque.
Per la puntata successiva, l’attesta non sarà neanche lunga, giacché già nel prossimo fine settimana, il Circus sarà di nuovo in pista, questa volta a Budapest, per il Gran Premio di Ungheria.