Ho letto il pezzo molto preciso, equilibrato e informato di Marocco. Alla fine della lettura ho guardato la carta della possibile nuova Ucraina post bellica (dopo la probabile resa) e l’ho trovata, se mi è consentito, un tantino terrorizzante.
Un paese chiuso, senza più sbocco al mare, privato dei suoi porti e quindi della possibilità di esportare i suoi beni. Una vasta provincia condannata alla dipendenza totale da quella Grande Madre che già una volta la fece morire di fame. Per di più distrutta al 90 per cento, senza poter invocare l’aiuto dell’Occidente che certo non interverrebbe a ricostruire la “Nuova Russia”.
Uno scenario che mi ricorda quello della ignorata e dimenticata guerra cecena.
Forse che per la Cecenia, sperduta nel Caucaso, la colpa era della bellicosa Nato? Qualcuno ha mosso un dito per chi è morto nelle rovine di Grozny?
Ma io ho cercato di mettere da parte per un momento i giochi delle grandi potenze, di cancellare dal pensiero la Nato, gli Usa, l’Uk e di mettermi nella mente degli ucraini, di quelli che hanno combattuto e sono morti forse per un’illusione ma non per fare gli interessi di nonno Biden.
E ho pensato che forse il dopoguerra potrebbe essere difficile per i nuovi dominatori prefigurando uno scenario di violente rivolte e sanguinosi attentati.
Ma avremo la pace e saranno contenti il papa, Salvini, Conte, il Nuovo Zar e magari le madri russe che si sono viste restituire il figlio in una cassa per compiacere le ambizioni dell’erede di Pietro il Grande. L’Europa democratica piagnucolerà un pochino, invocherà i valori traditi dell’Occidente, poi penserà al suo gas e riaprirà le ville degli oligarchi, restituendo loro le barche. Business is business.
Ma se la pace fosse solo momentanea e apparente?
Potrebbe tornare utile la rilettura del romanzo di Sandor Marai: “Le braci” covano sempre sotto le ceneri di una pace fondata sulla rapina.
Il Caucaso ha una tradizione di guerre e lotte incessanti, l’Ucraina no. Non so, certo, come finirà e se l’ipotetica mappa di Limes con i desiderata di Putin si realizzerà. Il caso ceceno è diverso, coinvolgeva l’Islam. Giusto o no che sia, i popoli vogliono vivere, anche dopo grandi stragi. Pensiamo alla Germania del 1945. Nessuno attentò alle truppe dei Paesi occupanti, neppure della ridicola Francia gollista, che sognò di vincere una guerra persa…
Il Caucaso ha una tradizione di guerre e lotte incessanti, l’Ucraina no. Non so, certo, come finirà e se l’ipotetica mappa di Limes con i desiderata di Putin si realizzerà. Il caso ceceno è diverso, coinvolgeva l’Islam. Giusto o no che sia, i popoli vogliono vivere, anche dopo grandi stragi. Pensiamo alla Germania del 1945. Nessuno attentò alle truppe dei Paesi occupanti, neppure della ridicola Francia gollista, che sognò di vincere una guerra persa…