Caro direttore, c’è una domanda che aleggia qua a Rimini: «Ma al Meeting si tromba?» Ho provato a chiedere un po’ in giro. Una ragazza mi ha scansato guardandomi come un vecchio porco. Un’altra ha fatto finta di non sentire ed è scomparsa nella mostra su Testori. Alla fine sono sceso a compromessi con una volontaria che vendeva biglietti della lotteria: gliene ho comprati due e lei, in cambio, ha accettato, un po’ stralunata, di rispondere: «Cioè, lei mi chiede se io faccio l’amore»?
Io non so quale sia stato il momento esatto in cui, nel linguaggio comune, l’espressione «fare l’amore» è stata sostituita da «fare sesso». Però ho notato che nelle serie tv americane nessuno mai dice «fare l’amore» ma tutti dicono «fare sesso». Lentamente, questo modo di dire è stato adottato dalle produzioni televisive italiane, poi è passato al cinema, nelle pagine dei giornali, nei libri e perfino nei cartoni animati destinati ai bambini. Piano piano «fare sesso» è diventata l’espressione comune per indicare le technicalities del noto gesto. È un’espressione poco impegnativa perché non ha bisogno di premesse, cioè di un senso. Togliendo il senso, «ieri ho fatto sesso» e «ieri ho fatto jogging» sono diventate due frasi equivalenti: in entrambi i casi si tratta di prestazioni muscolari.
«Fare l’amore» è, invece, la declinazione fisica del sentimento che ci sta prima. Staccando il sentimento (cioè, come dicono qua, l’«io») dall’atto, resta solo il gesto, ma svuotato di significato. È la stessa differenza che passa tra bere vino allo scopo di ubriacarsi e bere vino per festeggiare (questa non è mia, è di Chesterton che qua va alla grande).
Seguimi, direttore. Paul Davies e Josè Ignacio Latorre (in due hanno più lauree in fisica, matematica, cosmologia, astrofisica di quanti capelli hai sulla testa tu) hanno parlato davanti a migliaia di ragazzi (ho detto: migliaia) chiedendosi: «Perché l’universo è cominciato col big bang? Qual era il suo stato di maggior ordine?». Ora, a parte il fatto che dei ragazzi di 20 anni che ascoltano due che non hanno mai sentito nominare, farsi delle domande del genere annienta molti luoghi comuni, ma il punto è che hanno usato proprio la parola «ordine». Sostenere seriamente, nel 2013, che l’universo è «ordinato», tu capisci, è una rivoluzione (altro che Grillo) perché introduce una volontà nella creazione. Tu dirai che sto divagando mentre aspetti la risposta alla domanda iniziale. E invece no, c’entra. Perché se tu stacchi l’ordine (che per sua natura ha un senso) dal Big Bang, allora tutto diventa un caos e nessun gesto ha significato oltre a sé stesso.
Nella vita delle persone è la stessa cosa: se togli la premessa di un gesto, il suo significato, il suo rapporto, addirittura, con le stelle, con l’infinito, con il Big Bang, allora i gesti di tutti i giorni, compreso fare jogging o fare sesso, sono solo delle prestazioni.
Ora, per tornare a noi: io non so se al Meeting si tromba o no. Quello che posso dirti è che qui si conosce la differenza tra amore e sesso. Buon divertimento a tutti.
*da Italia Oggi