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“Perché Pasolini?” tra poesia, cinema, podcast e memorabilia

Walter Siti e Gianmarco Perale esplorano i luoghi del cuore del poeta di Casarsa

by Stefano Sacchetti
30 Settembre 2022
in Corsivi
0
Pier Paolo Pasolini

La narrazione della vita di Pier Paolo Pasolini ha visto diverse forme, ora attraverso un podcast. Diversi episodi, cinque puntate, cinque tappe per ricondurre alle coordinate: Bologna, Casarsa, Roma, nello specifico Trastevere ma anche Cinecittà e, nell’epilogo Ostia. La storia di vita di Pier Paolo Pasolini si concretizza anche nella geografia dei luoghi in cui ha vissuto e, al tempo stesso, ricevuto e coltivato la propria educazione artistica e sentimentale. Walter Siti, coadiuvato da Gianmarco Perale, indaga negli interstizi della dimensione quotidiana del poeta, dei suoi ricordi. Il podcast Perché Pasolini? prodotto da Archivio Luce e realizzato da Chora media rievocano la figura di Pasolini attraverso testimonianze, ricordi e aneddoti in vista di un’immagine al contempo lucidamente lirica e nettamente umana del poeta di Casarsa. Un viaggio attraverso i luoghi del cuore di Pasolini.

La sensibilità del poeta viene scandagliata nel tentativo di suggellare i frammenti di sensibilità artistica che conservano l’uomo, concreto e storico Pier Paolo.

 

Perché infatti Pier Paolo Pasolini, P.P.P., almeno dal 1975 è affidato al ricordo di molti. I resti non si ritrovano solo nei memorabilia e nei reperti d’archivio ma anche nel respiro e nella narrazione del ricordo. L’aneddotica diventa qui soffio di vita. Ognuno conserva e riporta un lato molteplice e sfaccettato del Poeta, come succede con gli artisti totali, contraddittori in quanto molteplici. La sua figura e la sua arte si tramandano dunque di memoria in memoria. Diventano documentari, saggi, conferenze, film biografici. Pasolini è stato tutto, scandalo compreso. È stato maestro per molti: Bernardo Bertolucci, che si è cimentato come aiuto regista in Accattone, per Sergio Citti, regista di Ostia, fratello di Franco, il protagonista di Accattone. È diventato un aggettivo pasoliniano, che indica un’esistenza corsara e sul bordo.

Pier Paolo Pasolini è stato diverse cose, per tanti, in vita ma anche e soprattutto dopo la sua morte. Ha rappresentato molto anche per sé stesso. Un’incolmabile stratificazione di energie, istinti, tensioni vitalistiche sublimate in un unico irrisolto pastiche esistenzialista tradotto dal paino metafisico a quello dell’arte sia essa poesia prosa o cinema. Anche teatro ci ricorda Walter Siti. Esperto di Pier Paolo Pasolini, ne ha curato le opere nei Meridiani Mondadori. Curatore della nuova edizione di Petrolio, Siti omaggia Pasolini quasi anche per tracciare una linea di demarcazione che segnali un’autonomia stilistica, artistica e spirituale nei confronti di quello che è stato sì un maestro ma anche un moloch letterario che ha rischiato di atrofizzarlo.

<<Ho lottato con Pasolini da quand’ero ragazzo, ne sono stato sedotto e respinto, ancora adesso ho l’impressione che con le sue mani di morto non voglia lasciarmi andare. Forse come curatore avrei dovuto nasconderlo, ma non ne vedevo la necessità e mi sembrava anche disonesto>>.  Con queste e con altre parole Siti ricorda una figura del panorama non solo letterario che mostra il suo essere un artista totale che ha influenzato diverse sensibilità nei vari campi artistici in cui si è cimentato. Siti è uno dei più importanti critici italiani.

Il podcast riconduce inevitabilmente ad alcune riflessioni. La non accettazione della propria omosessualità, fonte di angoscia interiore che ha influito non poco sul vitalismo a tratti autodistruttivo dell’autore. Al tempo stesso però troviamo la voglia di autoaffermazione tramite qualsiasi mezzo artistico consentisse l’espressività, segno di una sensibilità difficilmente incasellabile e minacciata dalla paura di una castrazione comunicativa. Il tutto contornato però dalla consapevolezza di una pesante e consapevole cappa di disagio ed angoscia esistenziale come fosse il sempiterno scotto da pagare per svolgere la propria arte, come se il diaframma arte-vita cessasse di esistere ed esplodesse in un turbine psichedelico e vorace di sollecitazioni. E Pasolini ha rappresentato e testimoniato anche questo. Platone, però, diceva anche che “tutti diventano poeti, anche se prima non erano predisposti verso le Muse, quando li tocca amore” Ed ecco un frammento, simbolo del suo oscillare, tratto dal primo episodio del podcast “Perché Pasolini?”, dal titolo “Adulto Mai”

 

Adulto? Mai—mai, come l’esistenza
che non matura—resta sempre acerba,
di splendido giorno in splendido giorno—
io non posso che restare fedele
alla stupenda monotonia del mistero.
Ecco perché, nella felicità,
non mi sono abbandonato—ecco
perché, nell’ansia delle mie colpe
non ho mai toccato un rimorso vero.
Pari, sempre pari con l’inespresso,
all’origine di quello che io sono.”

 @barbadilloit

Stefano Sacchetti

Stefano Sacchetti

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