“Lascia passare la signora; guarda il signore che ti parla; stai eretto; non additare; questo non si fa”. La famosa cortesia, quella che – non sempre riuscendo – tentiamo d’insegnare ai figli, è sempre meno comune. Se ci si scansa per cedere il passo a qualcuno tra la folla, è probabile che una fila ininterrotta, come una mandria di gnu migranti, ne approfitti e che nessuno vi ringrazi con lo sguardo o col sorriso.
Sui mezzi pubblici le persone anziane devono sperare di essere ben solide sulle gambe, viste le minime speranze che qualcuno ceda loro un posto a sedere. E il tradizionale “buongiorno”? Ormai si riduce a un “… giorno” appena mormorato, senza che un nome o un titolo lo seguano.
La cortesia non ha più buona stampa. Chi tuttora la pratica è sospetto, come “troppo educato per esser onesto”, “ipocrita” o “limitato”. Per sembrar “sinceri” bisognerebbe calpestarsi a vicenda, dirsi tutto ciò che si pensa nell’istante in cui lo si pensa e non rendere nulla formale.
Nell’eccellente libro La Politesse – Au fil des mots et de l’’histoire* (“La cortesia – Sul filo delle parole e della storia”), il linguista Jean Prouvost studia, da erudito e umorista allegro, questa simpatica invenzione. Definendo la necessaria urbanità, cita in particolare Schopenhauer.
Il filosofo ci paragona ai porcospini, che, per scaldarsi, devono trovare la distanza giusta: né troppo lontani, né troppo vicini. Relatività culturale dei costumi, educazione o maleducazione, evoluzione delle abitudini nell’era dello smartphone… Prouvost esamina con sottigliezza questo concetto da salvare, rivisitando la storia: dalla correttezza del re Francesco I a quella dell’insegnante di scuola guida, passando per La Rochefoucauld, Proust, la baronessa Staffe ecc. Opera indispensabile per ritrovare il fascino non così discreto della cortesia.
*Editions Taillandier, pp. 320, euro 20,90
Point de Vue, n. 3844, 20 – 26 aprile 2022
La politesse, l’ EDUCAZIONE, È SOLO UNA SOMMA DI REGOLE FONDAMENTALI, INDISPENSABILI PER UN VIVERE CIVILE… INFATTI, APPENA SI SCATENA LA GUERRA, VEDI UCRAINA, TUTTE LE REGOLE ANCHE MINIME, SALTA O, ED I RISULTATI SONO TREMENDI, TERRIBILI, OSCENI, TRAGICI…. PERCHÉ L’ UOMO È SOLO UNA SOMMA DI ISTINTI PRIMORDIALI, ANCESTRALI, TROGLODITICI, APPENA COPERTA DA UN ULTIMO, SOTTILE, FRAGILE STATO DI CIVILTÀ, PARTITA PRIMA DA ATENE, POI DA ROMA, CAPUT MUNDI DI UN IMPERO DI COSTRUTTORI, NON DI DISTRUTTO RI…..
Oddio, da ‘Cartago delenda est’ all’incendio della Biblioteca di Alessandria, i romani erano eguali agli altri…di ieri e di oggi…
Sarebbe il caso di spiegare queste cose non solo alla sinistra pseudoproletaria e centrosocialista, ma anche a certa pseudodestra da caserma, tutta organi genitali e storielle sconce, che crede che chi si schifi di ciò sia dell’altra sponda.
Da torinese, la prima cosa che mi colpì andando a vivere a Roma, 45 anni fa, era la difficoltà insuperabile quasi, dei romani a salutare!
La maleducazione dilaga ovunque, però, come ad esempio dove io vivo, a Montevideo, parecchio si conserva dell’antica cortesia.