L’Argentina come non s’era mai letta. Almeno in Italia: il nuovo romanzo di Giorgio Ballario “Il tango dei morti senza nome” (per la collana Piemonte in noir, 265 pp, 12 euro, Edizioni Capricorno) è una guida che, sul filo di un’indagine che dovrebbe essere banale ma si scopre estremamente delicata e interessante, restituisce carne e sangue di Buenos Aires.
Un’inchiesta che il protagonista vive come banale, come dovrebbe esserlo la ricerca dei resti di un imprenditore torinese a quarant’anni dalla sua uccisione per mano di un commando di terroristi. Delicatissima, come invece è il passato di un Paese in cui si intrecciano drammi, storie, tragedie, passioni, sogni svelatisi incubi e vendette. Hector Perazzo, ex poliziotto argentino trapiantatosi a Torino dove ha aperto un’agenzia di investigazioni, ritorna a casa. Convinto che l’incarico offertogli dalla madamina sia un’occasione per farsi una comoda vacanza, spesata a ben pagata. Invece Perazzo dovrà fare i conti con un Paese che ancora non ha fatto, del tutto, i conti con il suo passato e con una banda di narcos colombiani che gli vuol fare la pelle.
Tra Buenos Aires e Cordoba
L’investigatore si muove tra Buenos Aires e Cordoba, si imbatte in tanti personaggi che al lettore italiano non possono non suonare (almeno) familiari. Dall’ex rivoluzionario che s’è reinventato intellettuale, anzi “venerato maestro” fino ai poliziotti, corrotti o integerrimi, ognuno a combattere una guerra senza quartiere e senza sconti. E poi le donne, tutte volitive seppur a modo loro, la cui presenza è decisiva nel dipanarsi della storia dell’indagine di Perazzo.
L’Argentina
Ma la grande protagonista del romanzo è la storia dell’Argentina. Di un Paese funestato tanto dal terrorismo quanto dalla dittatura militare, in cui la corruzione e la deviazione dei funzionari ha prodotto ferite che sanguinano ancora. Dove i fantasmi, il cui nome s’è perduto tra gli archivi statali, tra le pampas sterminate o nelle acque dell’oceano, popolano le tribune degli stadi e si divertono a ballare, a sedurre e sedursi, nelle milongas.