Non è finito a tarallucci e vino il (finto) matrimonio tra Silvio Berlusconi e Marta Fascina. Il centrodestra riesce a litigare persino a Villa Gernetto. Tenere un ricevimento non è cosa semplice. Specialmente di questi tempi, in cui hai da fronteggiare una coalizione che, nei fatti, non esiste più.
È stata la scelta degli invitati, a far saltare il banco. Mentre Gigi D’Alessio cantava “Guaglione” agli sposi allietando gli ospiti, i sussurri dal tavolo imperiale sono rimbalzati direttamente sulle agenzie di stampa a caccia di lanci per dare pepe all’ennesima corvée (altrimenti loffia) del fine settimana.
E così la scelta di invitare al (finto) matrimonio Matteo Salvini e non (anche) Giorgia Meloni è diventata un piccolo (e imbarazzante) caso politico. Forse soprattutto, perché l’amico Silvio s’è speso pure in elogi e complimenti per il Capitano. Il Cav, come riporta Repubblica, lo ha abbracciato e gli ha detto pubblicamente di considerarlo come “l’unico leader che c’è in Italia” e di volergli bene perché “è una persona sincera”.
L’ira di Fratelli d’Italia
Oltre allo sgarbo del mancato invito, la beffa dell’endorsement all’ex amico. In casa Fdi l’hanno pigliata malissimo. Meloni non può parlare, non starebbe bene. Sarebbe dare troppo peso alla situazione, magari dare soddisfazione a chi non aspetta altro per ricamarci sopra. Allora ci pensa il fedelissimo Lollobrigida a togliere gli schiaffi dal volto del suo partito: “Sono i voti che decidono le leadership”. Non gli sposini, per quanto sia (finto) il loro matrimonio. E per soprammercato verrebbe da dire, a voler essere perfidi, che non le decidono nemmeno i sondaggi.
Con un tempismo che farebbe invidia a un orologio atomico, Fratelli d’Italia lancia, per dirla con La Stampa, la campagna del Nord. Il partito a maggio terrà una convention a Milano con l’obiettivo di incontrare “la business community” (sic!) del Nord sui temi dell’economia e del governo. La sfida alla Lega è servita.
La rabbia degli azzurri snobbati
Ma le parole del Cav sono state indigeste persino (o forse soprattutto) per Forza Italia. Quelle sì, pesantissime da digerire, altro che le delicate pietanze del raffinato menù delle (finte) nozze proposto agli invitati. Una peperonata politica. A Tajani il compito di somministrare l’Alka Seltzer. In teoria. Perché nella pratica, da Rainews, l’ex presidente del parlamento europeo ha mandato un messaggio forte e chiaro a chi, vicino al Cav, “tifa” per il Capitano senza ascoltare il resto del partito. Che lo vede come il fumo negli occhi.
“Salvini è leader della Lega, noi abbiamo Silvio Berlusconi. Il centrodestra è una alleanza composita, ognuno ha la sua identità e noi rivendichiamo la nostra che è garantista, liberale, europeista, atlantista. Senza Forza Italia il centrodestra non vince, siamo convintamente nel centrodestra con la nostra identità e autonomia”.
Ah, nessuno si faccia illusioni. E, soprattutto, basta speculazioni: se Salvini è stato invitato alle (finte) nozze non è stato per ragioni politiche, ha spiegato Tajani. Matteo è stato invitato a villa Gernetto perché è un amico (vero) di Berlusconi. Ai maligni il compito, appunto, di malignare: gli altri che sono rimasti a far la calzetta a casa, Meloni in testa, non lo sono?
Salvini si sente il prescelto
Intanto Matteo, tra tanti schiaffi polemici e politici che ha pigliato negli ultimi mesi, s’è tenuta stretta l’attestazione di stima da parte di Berlusconi. E ad Affari Italiani ha parlato come farebbe un qualsiasi allenatore a cui il presidente, mentre tutti scommettono sull’esonero, riconferma la fiducia dopo un filotto impressionante di sconfitte.
“Lo ringrazio per l’amicizia, la stima e la fiducia, in un momento così difficile solo una squadra unita, compatta e preparata può aiutare gli Italiani a risollevarsi, puntando sulle libertà economiche e sociali, sul taglio delle tasse e sulla pace fiscale, su una giustizia giusta e su un lavoro sicuro e ben pagato per tanti”.
Finalmente una gioia, per Salvini. Ma la strada verso una federazione Lega-Fi è lunga, irta di ostacoli e di sicuro poco agevole.
Il delirio autodistruttivo del Berlusca non finisce mai…. Il senso del ridicolo neppure…Mi chiedo come abbia ancora dei cortigiani….
Invece di ingelosirsi sugli inviti alle finte nozze, il centrodestra farebbe bene a mettere a punto un programma politico e culturale in vista di elezioni non più remote. La pandemia prima, ora la guerra hanno profondamente mutato il quadro nazionale e internazionale e un successo è tutt’altro che scontato. Con le polemiche e i dispetti non si va lontano e soprattutto deludono gli elettori, a cui più che delle torte nuziali interessa la bolletta della luce e del gas. Quanto a Salvini, senza dubbio è una persona sincera e non è poco; dubito che sia uno statista.
La Meloni aveva garbatamente rifiutato l’invito sin dai preliminari organizzativi dell’evento.Ovviamente la grancassa mediatica l’ha propagandata come sgarbo in una lotta fraticidia nel centro destra.In realtà ha fatto benissimo Giorgia tirarsi fuori da questa rappresentazione”diciamo da cartoon più che da fumetto” Le visioni comportamentali di FDI sono ben altre, che tra un vetusto nonnino ed una giovane pulzella napoletana “figurarsi” vestitasi quasi da Biancaneve per piacere al riccone che si diletta pure con la politica..
Una guerra fra bande: questo è lo scenario reale dell’attuale centrodestra.
Resterà tale nei prossimi mesi, fino all’inevitabile “stallo” elettorale.
E quel che trovo peggio non è un’eventuale distanza nei contenuti programmatici (pure scarsi singolarmente) ma il disfacimento umano dei protagonisti: non una parvenza di coscienza dell’enorme gravità del momento corrente, non un’analisi sensata degli scenari futuri.
Solo calci negli stinchi e dispetti pre-adolescenziali. E appiattimento mentale su schemi politici (“moderatismo” liberal-atlantista su tutti) adottati sciattamente come “usato sicuro” da riproporre all’infinito (vedasi le ultime catastrofiche Quirinarie).
Quando si capisce lontano un chilometro che oramai si è aperta una nuova fase storica globale e il Popolo Italiano ha un enorme appetito di novità.
enrico
l’onestà è una qualità umana importante: ma in politica, per ciò che mi riguarda, preferisco di gran lunga un disonesto furbo ad un onesto stupido.
Un ricco e suonato bisnonno ottantaseienne che ‘sposa’ una giovane con 54 anni di meno? Per giunta deputata? Amori saffici di mezzo o no, oltre al dio quattrino, nessuno ne esce minimamente bene da questa storia patetica…