Era dal 1997 che il Motomondiale non faceva tappa in Indonesia, dove si torna sul nuovo tracciato di Mandalika: gli onori arrivano in primis da Dennis Foggia e dal thailandese Somkiat Chantra (primo atleta in assoluto proveniente da questo paese a conquistare un successo nel Mondiale), i vincitori delle categorie Moto3 e Moto2.
La cronaca della MotoGP
Al Gran Premio non prende parte Marc Marquez, fermato per motivi precauzionali dopo un terribile disarcionamento occorsogli durante il Warm Up.
La pioggia torrenziale, caduta giù durante la Moto2 ma intensificatasi, costringe la Direzione gara a ridurre il numero dei giri del Gran Premio (da 27 a 20) e fa ritardare la procedura di partenza di settantacinque minuti.
Dalla pole position (in 1’31”067) Quartararo tiene bene la testa ma già all’inizio del secondo passaggio deve cedere il passo agli scatenati Jack Miller e Miguel Oliveira che sembrano fare il vuoto: il portoghese della KTM, partito settimo, si prende la testa al quinto giro, con un affondo all’interno sul ducatista australiano.
Intanto, nel passaggio precedente, il francese della Yamaha aveva perso ulteriormente terreno, scendendo quinto dopo esser stato sopravanzato dalla Suzuki di Rins e dalla Ducati Pramac di Zarco; Pramac che presto perde l’altro pilota Martin: è il giro 8 e lo spagnolo, in bagarre con Morbidelli, scivola alla prima curva, chiudendo così la sua domenica nella ghiaia.
Oliveira è bravissimo ad accumulare vantaggio, controllando la corsa e gestendosi, mentre la pista va via via migliorandosi e si gomma sempre di più in traiettoria; alle sue spalle (rispettivamente giro 11 e 13), dapprima Zarco supera Rins per la terza piazza virtuale e poi Qartararo fa lo stesso per la quarta posizione.
Il francese della Pramac si scatena e va a riprendere persino la Ducati ufficiale di Miller, provando addirittura l’affondo sull’australiano, al quale Miller risponde tornando secondo.
Gli ultimi sei giri vivono del confronto serrato tra Miller, Zarco e Quartararo: con la pista più gommata, il campione del Mondo spinge la sua M1, passando Zarco e Miller (giro 15 e 16).
Al giro 17°, Zarco scavalca definitivamente Miller, issandosi terzo, mentre Quartararo prova a riprendere il solista Oliveira: il 20 fa segnare il giro più veloce alla diciassettesima tornata, in 1’38”749 ma l’alfiere della KTM non si scompone, potendo così arrivare in solitaria sotto la bandiera a scacchi e vincendo il Gran Premio d’Indonesia; con lui, sul podio, Quartararo e Zarco, davanti a Jack Miller, ai primi punti stagionali.
5° e 6° le Suzuki di Rins e Mir, poi Morbidelli e l’altra KTM factory di Brad Binder; 11° il vincitore del Qatar Bastianini
Solamente 15° l’altra Ducati ufficiale di Bagnaia che nelle fasi intermedie della gara aveva persino rischiato la caduta.
Una questione di testa e di “cavalli”
Ancora una volta, e nonostante le condizioni fossero antitetiche rispetto a Lusail, la vera chiave di volta è stata la gestione sulla distanza: Oliveira, da parte sua, ha saputo costruire il proprio vantaggio, sfruttando le lotte altrui ma soprattutto adattandosi all’evoluzione della pista.
La bravura del portoghese si è mostrata in tutta la sua grandezza proprio nel finale, quando la Yamaha sembrava più veloce; a proposito della motocicletta giapponese, dopo la débâcle qatariota, con la pole e questo podio indonesiano, anche il fresco campione Quartararo sembra possa dire la sua, pur il mezzo non apparendo il migliore in assoluto: bisognerà infatti capire se la casa di Iwata riuscirà definitivamente a risolvere i problemi che l’hanno afflitta nel recente passato, ossia la mancanza di velocità e l’aumento della pressione sull’anteriore, aumento questo generato dalla conformazione “aereodinamica”.
Giova pure ricordare che il rettilineo principale del circuito indonesiano misura appena 507 metri, a fronte dei 1068 metri di Lusail e anche questo potrebbe aver dato un aiuto: una prima risposta potrebbe arrivare tra due settimane, sul circuito Termas de Rio Hondo, per il Gran Premio di Argentina.