Con la “rivoluzione 2022″, la Formula 1 ha portato in pista i cerchi dal diametro di 18 pollici, in loco di quelli da 13”; di conseguenza, oltre al battistrada ribassato, si è dovuto ovviamente riassettare l’elemento sospensivo.
Una ulteriore differenziazione è riscontrabile all’interno dei diversi compound: le mescole da bagnato infatti, richiedono un cerchio con un diametro ulteriormente maggiorato, rispettivamente, di 5 mm per le Intermedie e di 10 mm per le Wet.
A questo, si sommano le due “alette da gabbiano” poste al di sopra delle ruote anteriori, pensate per deviare i flussi; in termini pratici, la Pirelli ha già calcolato un aumento del tempo impiegato durante i pit stop che dovrebbero tornare sui 2″.5, 3″ (il record, attualmente, appartiene alla Red Bull che aveva effettuato un cambio sulla vettura di Verstappen, lo scorso anno in Ungheria, addirittura in 1″88).
In tale ottica, lo stesso gommista milanese aveva ottenuto che una parte dell’ultima giornata dei recenti test di Barcellona fosse dedicata alle prove su fondo umido, bagnata la pista artificialmente.
Inoltre, da questa stagione, sia i sensori utilizzati per verificare le pressioni, sia i cerchi carenati (forniti dalla BBS) saranno uguali per tutte le squadre, nell’ottica della diminuzione dei costi ma soprattutto per evitare le polemiche del recente passato, vedasi in particolar modo la fattispecie delle pressioni.
Quella nuova filosofia di guida
I cambiamenti si sono chiaramente riflettuti nella necessità di rimodulare lo stile di guida: la rivista conformazione aerodinamica ad effetto suolo, con il peso minimo aumentato (da più parti c’è la richiesta di portarlo fino ad 800 kg), si traduce in un carico molto efficiente (ed elevato) nelle curve di alta velocità.
Al contrario, nelle curve lente il pacchetto ne penalizza maggiormente la percorrenza, per cui, con minor carico, si sta osservando come la tendenza sia quella, da parte del pilota, di dare gas, potendo contare sulla elevata trazione al posteriore a ruote dritte.
Il peso sul pedale dell’acceleratore genera però sottosterzo “combinato” in uscita (ossia sbandamento dell’asse anteriore del veicolo rispetto all’asse posteriore, con conseguente allargamento della traiettoria): le squadre stanno cercando di correre ai ripari, alla ricerca continua del miglior bilancio possibile delle vetture.
L’altra grande incognita, essendo chiaramente il fondo così basso (proprio perché da quest’anno sarà proprio il corpo vettura, e meno le ali come invece in passato, a dover generare il carico), potrebbe essere il passaggio sui cordoli, nella misura in cui dei cordoli particolarmente elevati o uno stile di guida aggressivo, potrebbero comportare un danneggiamento dei Canali Venturi, danneggiamento che si tradurrebbe in una enorme perdita di prestazione, se non direttamente nel ritiro.
Il bandolo della matassa
Basta questo quadro per capire la complessità e la delicatezza del quadro tecnico: quella che ci attende sarà una stagione lunghissima, probabilmente la più lunga in assoluto quando verrà annunciata la pista in sostituzione di Soci (il Gran Premio di Russia è stato cancellato).
Non ci resta che attendere, se non altro gli ultimi test del Bahrain, dove poi si aprirà il Mondiale, per provare ad azzardare una qualche previsione.
Da sbadigliare solo ad immaginarsela!