Diario in pandemia con sottotitolo versi e disegni (Edizioni dal sud, pp. 101) è il secondo libro di poesie e disegni pubblicato da Emilia Grimaldi, già docente di italiano e storia negli istituti tecnici e attualmente docente presso la Libera Università della terza età “Lia Damato” di Rutigliano. Come può evincersi dal titolo si tratta di un vero e proprio diario in versi che accompagna i giorni del primo confinamento tra marzo e maggio 2020. A gran parte delle composizioni si affiancano i bei disegni dell’autrice in stile dada con matite colorate, che rispecchiano puntualmente osservazioni, pensieri, emozioni.
Il virus cinese, che ci colpisce ormai da due anni, ha messo a nudo la nostra fragilità, la nostra umana finitudine, le nostre ancestrali paure. Ma ci ha restituito anche, soprattutto nel periodo del primo confinamento, una certa familiarità con quella parte di mondo sommerso che di solito trascuriamo, presi come siamo dal ritmo frenetico di vita e di lavoro e dal consumismo. E non ci riferiamo solo all’interiorità e al mondo della natura, ma anche alla manualità dei lavori domestici, alla riscoperta, nella maggior parte dei casi, dello stare insieme in famiglia.
Così l’autrice in una esilarante composizione ci racconta del tentativo suo e del marito di preparare due pizze che si conclude in un clamoroso fiasco, ma: «La noia? È scomparsa, andata via / dalle mura di casa, in pandemia. / Dove c’è la bellezza del sorriso, / lì c’è un angolo di paradiso!».
L’osservazione della natura, dal balcone di casa o nelle rapide uscite, come il cadere della neve il 24 marzo o la grande luna piena dell’8 aprile, porta ristoro nei momenti di sconforto o di noia e non sfugge alla sensibilità ambientalista delll’autrice. E poi c’è il disegno, la scrittura, l’annotazione dei pensieri in forma di versi e finalmente la poesia autentica di alcune composizioni dove la poetessa riesce a trasformare i pensieri in «canti colorati», come in questa dove i colori riflettono stati d’animo e le sensazioni uditive e visive accompagnano i sogni: «Oggi c’è un po’ di sole. / Chiazze bianche / dalle forme strane / tra le siepi verdi / ricordano / la neve di ieri. / C’è un po’ di sole/ e fa freddo / e c’è tanto silenzio / a tratti interrotto / da un batter d’ali / di gazza. / Un silenzio ovattato / che culla i tanti sogni / sospesi / nelle case / ancora addormentate».
Nei versi di questa raccolta troviamo le paure e le speranze, l’osservazione dell’inattesa gentilezza riscontrata in tante persone, il pensiero solidale per chi ha perduto il lavoro, l’immedesimazione nell’anima dei bambini lontani dai compagni, dalla scuola e costretti a stare chiusi in casa. Come pure l’improvvisa tristezza nello scoprire, camminando «per le strade antiche di Conversano», che è mancato un amico, anzi un secondo padre: «Ho visto, grazie a te, / il cielo sereno / e ho capito / il valore delle nuvole / grigie d’inquietudine» (Grazie, Franco!).
A completare il diario una raccolta di haiku scritti poco prima della chiusura generale o durante il confinamento con un occhio alla grazia femminile: «D’iris son fiori / sui volti anziani / le tue carezze!».
Leggendo questo diario ci sembrerà di ripercorrere quei giorni strani e terribili del confinamento, di rivivere momenti e sensazioni che difficilmente scorderemo.