Il penultimo appuntamento della stagione 2021 onora l’Arabia Saudita, che ospita il primo Gran Premio di Formula 1 della sua storia: omologato dalla FIA solamente nella settimana del Gran Premio, il circuito di Geddah (realizzato nella località turistica di Jeddah Corniche, lungo il Mar Rosso) è un velocissimo cittadino da oltre 250 km/h, con 27 curve e i muretti molto vicini alla pista; scarse, per non dire inesistenti, le vie di fuga.
Le prove libere
È in questo scenario che si svolgono le prime prove: Hamilton fa sue sia le FP1 che le FP2, rispettivamente in 1’29”786 e 1’29”018.
La prima vittima illustre del toboga saudita è Charles Leclerc, che distrugge il retrotreno della sua Ferrari nelle seconde libere, in un brutto impatto contro le barriere alla curva 22; fortunatamente, al di là dell’ingente mole di lavoro per i meccanici, non si registrano ulteriori danni.
Verstappen fa sue le libere del sabato mattina (FP3) in 1’28”100.
Le qualifiche
Con la pista che migliora costantemente, i piloti girano fino all’ultimo: Perez primeggia in Q1 (1’28”021), Hamilton in Q2 (1’27”712).
Tra i primi dieci, l’unico che si qualifica con la Soft è Norris; tutti gli altri sono sulle medie.
Da segnalare, oltre alla disfatta delle Aston Martin (17° Vettel, 18° Stroll), la pessima qualifica di Sainz: lo spagnolo, autore di un testacoda e di una sbavatura nel momento decisivo, non va oltre la quindicesima posizione.
Nella Q3 Hamilton è impreciso nel primo tentativo, mentre Verstappen si issa provvisoriamente in testa: alla fine l’inglese, nel terzo e decisivo run, fa segnare 1’27”511, cui Verstappen sembra poter rispondere, con un vantaggio di 244 millesimi al secondo intermedio.
L’olandese però, nel momento di impostare la curva 27 arriva leggermente troppo veloce (325 km/h contro i 318 del suo tentativo precedente) e pur staccando leggermente in anticipo, blocca l’anteriore sinistra e perde la vettura in uscita, divellendo la posteriore destra contro il muro.
Scavalcato anche da Bottas, l’olandese si qualifica comunque terzo; la pole position va a Hamilton, con Leclerc quarto.
La gara
Prima del Gran Premio viene osservato un minuto di silenzio in onore di Sir Frank Williams, fondatore ed ex Team Principal dell’omonima scuderia.
Al via i primi tre mantengono le loro posizioni, con Leclerc che prova timidamente ad affacciarsi all’interno dell’olandese, salvo poi doversi addirittura proteggere da Perez; grande invece l’inizio di Ocon che salta direttamente dalla nona alla settima posizione.
La tanto attesa Safety Car arriva al giro 10, per l’incidente di Schumacher: Hamilton, Bottas, Leclerc, Perez, Norris ne approfittano per cambiare gli pneumatici ma i danni alle barriere sono così ingenti che il Direttore di gara (al giro 13) espone la bandiera rossa, sospendendo le ostilità.
L’interruzione viene sfruttata da Verstappen (divenuto primo, in quanto non si era fermato) e Perez che montano un nuovo treno, rispettivamente, di dure e medie (anche Sainz cambia, passando dalla Hard alla media): si riparte da fermo, alla quindicesima tornata.
Al secondo spegnimento delle luci, Verstappen non ha un buono spunto e viene decisamente affiancato e passato da Hamilton ma alla prima frenata l’olandese stacca tardissimo, taglia la curva e si rimette primo, con Hamilton che viene sopravanzato persino da Ocon, scattato quarto e bravo ad approfittare del bloccaggio di Bottas (finito anche dietro Ricciardo).
Appena più indietro, Leclerc tocca Perez, che lo aveva stretto e lo spedisce contro il muro, costringendo al ritiro, mentre nelle retrovie Mazepin tampona Russell, finendo entrambi fuori: è necessaria una nuova bandiera rossa.
Prima che si ricominci, Verstappen (tornato alle medie) lascia passare Ocon e Hamilton (ritenuto indebito il un vantaggio ottenuto dalla precedente manovra).
Di nuovo lo spegnimento dei semafori, Ocon si ritrova tra Verstappen e Hamilton, taglia anche lui la curva, lasciando la testa su Verstappen e poi venendo sopravanzato sul rettilineo principale dall’inglese.
La gara viene di nuovo neutralizzata virtualmente al giro 24 per un contatto tra Vettel e Tsunoda (ritenuto colpevole e penalizzato di 5”), in lotta per l’ottava piazza, mentre le due Ferrari si scambiano le posizioni; il tedesco si tocca anche con Raikkonen e i detriti in pista comportano una ennesima neutralizzazione virtuale, durata fino al 33.
Al giro 37 Hamilton prende la scia di Verstappen sul rettilineo, porta l’attacco all’esterno ma quest’ultimo frena tardissimo e pur andando sulla via di fuga riesce a conservare la testa.
All’invito di ridare la posizione però, il 33 rallenta tantissimo, quasi a cercare Hamilton, che infatti lo tampona e danneggia la bandella destra dell’ala; Bottas intanto si porta quarto su Ricciardo, pur l’australiano ricambiandogli il favore, con Bottas che riguadagna quella piazza (giro 40) grazie al DRS.
Davanti, l’olandese si fa sfilare al 42 ma poi si butta subito dentro su Hamilton, alla curva 27, per riprendersi la testa, salvo vedersi poco dopo comminata una penalizzazione di 5” per il vantaggio ottenuto dal taglio della trentasettesima tornata.
Hamilton lo attacca comunque e lo passa al giro 43, andando in testa.
A questo punto per l’inglese resta il tempo per siglare la tornata più veloce (1’30”734 al giro 47, con annesso punto bonus), preludio alla vittoria, salutata dalla bandiera a scacchi, davanti a Verstappen (secondo nonostante la penalità; al termine del Gran Premio inoltre, all’olandese saranno assegnati altri 10” per il controverso contatto con Hamilton) e Bottas, che conquista il podio in volata nei confronti di Ocon.
Gli altri punti iridati vanno a Ricciardo, Gasly, Leclerc (che scavalca Sainz proprio nelle battute conclusive; sfortunato il monegasco, penalizzato dalla prima bandiera rossa, sventolata poco dopo il suo pit stop), lo stesso Sainz, Giovinazzi (finalmente tornato a punti, per la prima volta da Monaco) e Norris.
Prossima gara, tra una settimana, per il finale tutto da vivere di Abu Dhabi.
Hamilton è un bravo pilota, ovvio, ha la macchina col motore, unit power, più veloce, ha un formidabile fondello ed è nero, quindi sempre considerato con due occhi di riguardo…
Verstappen compensa l’inferiorità del propulsore con la bravura. Ma poi, tirando al limite, ci stanno anche gli errori. Una sua vittoria nel mondiale sarebbe un miracolo…