Niente più viaggi di istruzione per “ricordare” le vittime delle foibe. «Roma è medaglia d’oro della Resistenza, ha subito il fascismo e il nazismo, la deportazione del Ghetto. È quella la nostra memoria. Altre città ricorderanno le foibe». Così, rispondendo a un’intervista, il vicesindaco di Roma Luigi Nieri ha “chiarito” come nella Capitale – a suo avviso – non ci saranno più fondi per portare gli alunni a visitare i luoghi dove furono uccisi migliaia di italiani dai comunisti titini. Un’uscita pesante e inappropriata, questa dell’esponente di Sel, che non ha mancato di suscitare reazioni di sdegno da parte di comitati, esponenti politici ed associazioni.
Pronta la risposta del Comitato 10 Febbraio che «considera disgustose le affermazioni del vicesindaco di Roma Luigi Nieri, che ritiene che le foibe e l’esodo giuliano-dalmata non siano un problema che riguarda i romani». Secondo il comitato, che da anni è impegnato nel riallacciare i fili di una storia per troppo tempo oscurata, «contrapporre i morti italiani antifascisti alle vittime italiane delle foibe, in un’assurda competizione, è un’operazione meschina e vergognosa, figlia di una cultura politica dell’odio che non possiamo non condannare».
Anche da parte di Fratelli d’Italia è arrivata una risposta allarmata: «La dichiarazione del vicesindaco Nieri con cui annuncia che Roma non farà i viaggi della memoria e non ricorderà le foibe è ignobile e deve essere smentita o seguita dal ritiro della delega da parte del sindaco Marino». Per i dirigenti romani di Fdi l’uscita di Nieri è scomposta anche dal punto di vista storico: «Roma non solo accolse i profughi istriani, giuliano e dalmati in fuga dall’orrore ma esiste anche una legge dello Stato, n. 92 del 2004, che dispone l’obbligo per le scuole e le istituzioni di onorare e far conoscere la tragedia italiana degli infoibati per decenni nascosta e mistificata dalla storiografia sinistra e di sinistra».
L’infelice battuta del vicesindaco arriva pochi mesi dopo un gesto altamente simbolico avvenuto a Roma proprio per rinsaldare il legame tra la Capitale e la tragedia che colpì i nostri connazionali in quel frangente drammatico: la nuova “Casa del ricordo dell’esodo degli istriani fiumani e dalmati” nata per tenere viva la memoria storica e consegnata all’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e alla società di studi Fiumani. Chissà che destino aspetta questa struttura dopo le parole choc del nuovo vicesindaco.