“Davvero, chapeau a voi ungheresi per la vostra coscienza ecologia. Impressionante”. Nessuna scomunica, semmai complimenti. Il resoconto autentico dell’incontro con Victor Orban a margine della partecipazione di Bergoglio al congresso eucaristico internazionale di Budapest ci dice di rapporti tutt’altro che conflittuali tra la Santa Sede e il governo “sovranista” d’Ungheria.
Al pontefice non sarà certamente sfuggito come i paesi dell’Est europeo siano, al netto delle tensioni all’interno dell’Ue, tra le piazze più feconde del claudicante cattolicesimo continentale. “È stato un bel clima. Ed è durata abbastanza, credo 35-40 minuti”, così Francesco durante la conferenza stampa nel volo di rientro a Roma. “Mi ha spiegato – dice il papa riferendosi al primo ministro magiaro – come purificano i fiumi…, tante cose che io non sapevo! Poi io ho domandato sull’età media, perché sono preoccupato dell’inverno demografico. In Italia, se non sbaglio, l’età media è 47 e credo che la Spagna peggio ancora. Tanti villaggi vuoti o con una decina di anziane è una preoccupazione seria?”
Famiglia e lgbt
A domanda precisa di Daniel Verdú Palay di El Pais sulla legge che investe il vissuto della comunità lgbt, ecco il Papa: “Il presidente mi ha spiegato – ha detto Francesco – la legge che hanno per aiutare le coppie giovani a sposarsi, ad avere figli. È interessante. È una legge… non so… assomiglia abbastanza a quella francese ma più sviluppata”.
Sempre sull’incremento demografico il papa ha aggiunto: “Sì, la famiglia, nel senso di questo che io domandavo, e si vede che c’è tanta gente giovane, tanti bambini – ha detto ancora Bergoglio – Ma anche in Slovacchia: io sono rimasto stupito, tanti bambini e tante coppie giovani, e questa è una promessa. Adesso la sfida è cercare posti di lavoro, perché non vadano fuori, perché se non ci sono posti di lavoro, andranno fuori a cercar lavoro”.
Immigrazione
Di immigrazione, invece, hanno preferito non parlarne. Tema evidentemente troppo divisivo e gravido di fraintendimenti da affrontare in questa sede. Per questo Bergoglio ha deciso di affrontare la questione durante l’incontro con i vescovi ungheresi. Parole chiare: “Chiuderci in una rigida difesa della nostra cosiddetta identità oppure aprirci all’incontro con l’altro e coltivare insieme il sogno di una società fraterna – ha detto il Papa – L’appartenenza alla propria identità non deve mai diventare motivo di ostilità e di disprezzo degli altri, bensì un aiuto per dialogare con culture diverse. Dialogare, senza negoziare la propria appartenenza”.
Ideale europeo
Insomma, il Papa – seppur da un punto di visto critico – con Orban decide di non assecondare l’agenda delle principali famiglie dell’Unione europea e rilanciare una condanna definitiva, ma usare un linguaggio proprio. Durante il volo ha ribadito, anzi, quale sia la sua visione di Europa: “L’Unione Europea non è, diciamo, una riunione per fare le cose: è un fatto molto spirituale, c’è uno spirito alla base dell’Unione Europea, che hanno sognato Schuman, Adenauer, De Gasperi, questi grandi: tornare lì. Perché c’è un pericolo: che sia soltanto un ufficio di gestione, l’Unione Europea, e questo non va. Deve andare proprio alla mistica [allo spirito], cercare le radici dell’Europa e portarle avanti. E credo che tutti i Paesi debbano andare avanti”.
In ultimo Francesco, da argentino, rivela di essere più europeista rispetto a tanti altri: “È vero che alcuni interessi, forse non europei, cercano di usare l’Unione Europea per le colonizzazioni ideologiche, e questo non va. No, l’Unione Europea dev’essere indipendente in se stessa, e tutti i Paesi allo stesso livello, ispirati dal sogno dei grandi fondatori. Questa è la mia idea”.