Nell’album del Gran Premio d’Italia 2021 avranno il loro posto speciale due istantanee antinomiche: da una parte l’autoscontro tra Hamilton e Verstappen, dall’altra, all’opposto, la redenzione della McLaren, rappresentata al meglio dal sorriso di Daniel Ricciardo, uno dei migliori “staccatori” della Formula 1 contemporanea che purtroppo ultimamente sembrava aver perso la bussola.
Hamilton scontro Verstappen: atto secondo
Quella del giro 26 è l’ennesima rissa tra purosangue della velocità, due piloti che fanno un sapiente uso della malizia, in pista come di fronte ai media, interpretando le gare alla stessa maniera.
Entrambi, piuttosto che arrivare alle spalle dell’avversario diretto, non disdegnerebbero che nessuno dei due vedesse la bandiera a scacchi; Verstappen stesso, per certi versi, si è dimostrato a più riprese falloso, tanto quanto l’Hamilton dei tempi della McLaren Mercedes.
Sull’incidente alla prima variante di Monza, nato dai rispettivi pit stop imperfetti, va sottolineato il fatto che comunque la vettura di Hamilton fosse davanti, per quanto distante dal punto di corda, avendo quest’ultimo forzato sin dall’uscita dai box l’avversario verso la sua destra: a quel punto Verstappen, arrivando d’inerzia e con pneumatici già caldi, non poteva non provarci, sfruttando la migliore trazione che aveva della propria RB16B.
Secondo il regolamento, in situazioni come queste, il pilota che si difende, tornando sulla propria linea ideale, deve lasciare almeno lo spazio di una macchina tra la propria e il limite della pista in approccio di una curva, fatto evidentemente non avvenuto: Hamilton qualche centimetro in più avrebbe dovuto lasciarlo, salvo poi presumibilmente avere una peggiore accelerazione in uscita.
Dal canto suo Verstappen non avrebbe mai alzato il piede, né tagliato volutamente sui dissuasori, col rischio di perdere la posizione o peggio di danneggiare il fondo.
Il risultato: un doppio zero che in questo momento del campionato fa comodo soprattutto all’olandese della Red Bull (in verità non sarebbe nemmeno così, perché nella gara di qualifica Verstappen due punti già se l’era messi in cascina).
I dolori “in Rosso”
La Rossa continua ad essere afflitta dalle ben note deficienze motoristiche, oltreché da quelle aereodinamiche (queste ultime sul circuito brianzolo contano relativamente meno, mentre è fondamentale avere una bassa resistenza all’avanzamento), motivo per cui le ali sulle due vetture erano state “scaricate” al massimo.
Non c’è molto da salvare, al di là del faticoso quarto posto di Leclerc (in realtà quinto al traguardo ma salito per via della penalità inflitta a Perez), per quanto sia il monegasco che il compagno Sainz (sesto), tempi alla mano, almeno con la mescola dura durante il secondo stint qualche sprazzo di buona Ferrari lo avevano messo in mostra; certo, una mera illusione, cui però ci si deve aggrappare in tempi “di vacche magre”.
La rinascita di Woking e la favola di Ricciardo
La copertina è comunque tutta per la McLaren: quella di Woking è una delle squadre storiche della Formula 1 (con la Williams), nonché una delle più titolate, grande rivale proprio della Ferrari sin dagli anni ’70, anche se ormai non vinceva un Gran Premio dal 2012 (né aveva conquistato alcun podio tra l’Australia 2014 e il Brasile 2019).
La McLaren si era letteralmente persa nel recente passato, tra l’impossibile matrimonio col motorista Honda, una prima risalita con i Renault e il ritorno ai Mercedes da quest’anno: specialmente negli ultimi tre anni (dal 2019) comunque, la tendenza è stata invertita, con tanti piccoli passi verso la ricostruzione e i primi timidi ma tangibili risultati, in un crescendo continuo di prestazioni.
E così, arrivati a Monza, sin venerdì Ricciardo e Norris erano apparsi veramente in palla; dunque, non appare peregrino pensare, a maggior ragione dopo la partenza al fulmicotone dello stesso australiano (per di più comunque virtualmente in testa dopo i cambi gomma dei primi), che i britannici potessero puntare al colpo grosso anche senza l’incidente tra Hamilton e Verstappen.
Forse, la vera grande sorpresa è stata nella magistrale vittoria di Ricciardo, anche perché l’australiano oltre a non vincere da più di tre anni (e nel frattempo esser stato messo alla porta dalla Red Bull, prima di faticare due stagioni in Renault), dal passaggio in McLaren in questo 2021, era stato sempre sonoramente battuto dal suo compagno, l’astro nascente Lando Norris, il quale nell’occasione si è dovuto accontentare del secondo gradino del podio.
L’australiano si è conquistato il proscenio già al via, prendendosi la testa con un ottimo stacco frizione, per poi allungare sui diretti inseguitori, sia prima che dopo la neutralizzazione, massimizzando le caratteristiche del mezzo meccanico.
La rivincita del 3 potrebbe nel contempo mettere fine ai rumori di mercato: nelle ultime settimane si erano infatti moltiplicate le voci che parlavano di un ingaggio troppo elevato e di un possibile appiedamento già a fine 2021, ipotesi a questo punto pressoché impossibile, vista la sua riscossa personale.
Una bella favola, che dà nuovo vigore ad uno degli alfieri più amati di questa Formula 1, nella speranza che possa davvero rilanciarsi.