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L’eterno duello tra Dioniso e Apollo, tra l’ebbrezza e la linearità, tra l’estasi dinamica e la contemplazione. Sex/life, serie tv prodotta da Netflix (per ora c’è una sola serie, ma è in arrivo la seconda) non racconta solo le inquietudini erotiche di mamma Billie, ex disinvolta protagonista delle notti di Manhattan, tra il marito Cooper e lo storico ex fidanzato Brad: è una storia che descrive fin nei meandri dell’inconscio l’evoluzione dell’esuberanza giovanile, la maturazione familiare e la tentazione di ritornare all’irrazionalità delle tresche, dei feeling carnali innescati da uno sguardo.
Il racconto è tratto dal romanzo 44 Chapters About 4 Men del 2016 scritto da BB Easton, e gli attori Sarah Shahi (Billie), Mike Vogel (Cooper) e Adam Demos (Brad) sono efficaci, salvo qualche pausa che rallenta il mood e fa sembrare alcuni spezzoni un fotoromanzo.
L’alternarsi di atmosfere apollinee e baccanali, immagini di amplessi e spaccati familiari da “Casa nella prateria” sono i due poli nei quali si sviluppa la trama (con una concessione al politicamente corretto incarnata dalla alla fine cervellotica amica Sasha Snow), che vede nel colpo di scena finale vincere il demone dell’imprevisto passionale. E così il lettore si domanderà, puntata dopo puntata, se la migliore declinazione del “Carpe diem” passi da Apollo o da Dioniso, dalla recita dei propri bimbi o da una folle corsa in moto nella notte conclusa ad amoreggiare pazzamente in un parco, dal bivio tra libertinaggio o stabilità…