“Huston abbiamo un problema”, deve essere stato più o meno questo l’inizio del colloquio fra Barry Wilmore, comandante della Stazione Spaziale Internazionale e la torre di controllo della Nasa. L’astronauta aveva bisogno di una chiave inglese, che in condizioni normali gli sarebbe stata consegnata dopo sei mesi. Oggi però le tecnologie permettono di fare di meglio e la Nasa la chiave inglese gliel’ha spedita, ma via email, sottoforma di un file CAD da stampare con una stampante 3D. Wilmore quindi ha dovuto aspettare pochi minuti e il suo problema è stato risolto senza intoppi.
Siamo di fronte a un’innovazione molto importante, che farà risparmiare tempo e denaro agli ospiti della IIS, utilissima in casi di urgenza.
L’azienda produttrice della stampante 3D utilizzata, la Made in Space, si dice soddisfatta per la piena riuscita dell’operazione, che è poi la vera e propria ‘mission’ dell’azienda, che già a giugno spiegava al Time come l’introduzione della stampa 3D nell’industria aerospaziale si sarebbe rivelata molto importante per la crescita del settore.
Dunque, dopo l’orecchio artificiale e la pistola fai da te, ora l’approdo nello spazio.
@barbadilloit