Nel Pd in Sicilia, nella provincia di Ragusa, entrano un ex sindaco di Forza Italia (deputato regionale nella maggioranza del governatore Crocetta) e un ex consigliere comunale di An e scoppia il caso delle dimissioni della responsabile regionale, la giovane Valentina Spata (nella foto), in dissenso con la linea renziana e aperturista del partito. La vicenda potrebbe essere derubricata a piccola polemica locale, ma invece risulta indicativa della percezione interna ed esterna dei modelli Renzi e Crocetta.
La lettera di dimissioni della Spata
“Mi dimetto – scrive la Spata – dalla Segreteria Provinciale del Pd a Ragusa, dal ruolo di Responsabile regionale del PSE (Partito Socialista Europeo) e mi auto-sospendo dal Partito Democratico. Le motivazioni sono tante, tantissime ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è l’ingresso nel Partito Democratico ragusano di “personaggi” del centro destra. Appresa dai giornali la notizia che l’On. Nello Dipasquale, ex Sindaco di Forza Italia della mia città, entrava nel Partito Democratico, insieme ad altri del centro destra siciliano, ho iniziato a manifestare pubblicamente il mio dissenso. Tra l’altro vengo a conoscenza del fatto che anche il Consigliere Comunale di Ragusa Mario Chiavola, ex Alleanza Nazionale, ha effettuato l’iscrizione al Pd. Ci tengo a precisare che non ho nulla contro le “persone” ma sono assolutamente avversa al mutamento identitario del Pd che negli ultimi mesi è stato accentuato dal “nuovo” modo di intendere la politica da parte della dirigenza nazionale.
E se è vero che il campo di battaglia non si abbandona alle prime difficoltà, altrettanto vero è che le modalità con le quali è stata condotta questa “fase” ed, in particolare, la scelta di far entrare “personaggi” di centro destra nel Pd, a parer mio, anziché rappresentare un “cambiamento” ed il rispetto dell’elettorato, rasentano la negazione totale della nostra storia e dei valori sulla quale abbiamo fondato questo partito”.
Il vulnus delle iscrizioni telematiche nel partito liquido
“Una scelta, l’ennesima, studiata a dovere nelle stanze del potere. Non ho condiviso i metodi e il diktat nazionale che costituisce, a mio avviso, un’arbitraria ed intollerabile intromissione nella vita democratica del Pd della Provincia di Ragusa e come sempre mortifica l’autonomia e l’intelligenza dei suoi gruppi dirigenti e di tutti i militanti. Il fatto che la tessera a Dipasquale sia stata data dal nazionale è di una gravità inaudita. Chi si iscrive on line, in base al regolamento, riceve una “pre-iscrizione” ma poi dovrà andare al circolo della propria città per ritirare la tessera firmata solo esclusivamente dal Segretario di quel circolo o al massimo dal Segretario provinciale. Io apprendo invece che la tessera viene mandata direttamente dal nazionale senza fare alcun passaggio con il territorio e senza valutare la compatibilità con le regole presenti nel nostro Statuto. Da Roma dicono che “ormai le tessere possono essere inviate direttamente da loro quando si tratta di iscrizioni on-line”. Dicono che “le cose sono cambiate””.
Chi è Dipasquale
“Non si può non rilevare, inoltre, la assoluta anomalia dell’intera vicenda. Dipasquale, oltre ad essere il promotore di un movimento di centro destra “Territorio” (che non ha sciolto) che per storia, valori e visioni è sempre stato contrapposto al Partito Democratico ragusano, è il deputato regionale di “Megafono”. Caso strano e singolare è che tale movimento politico, costituito dal Presidente Crocetta, in molte realtà siciliane si trova in giunta con il centro destra ed è in forte contrapposizione con il PD. Lo stesso movimento che alle scorse amministrative si è presentato, nella maggior parte dei casi, alleato con il centro destra contro il Partito Democratico. Ma essendo il movimento del Presidente Crocetta, che con un piede sta dentro e con l’altro sta fuori dal Pd, il Partito Democratico siciliano non hai mai adottato provvedimenti nonostante le continue lamentele, da parte di molti dirigenti e militanti, rispetto a questa enorme contraddizione in palese violazione delle regole statutarie. Tra l’altro non comprendo per quale motivo i deputati regionali di Megafono non sono stati autorizzati ad entrare nel gruppo parlamentare del Pd all’ARS ma viene consegnata loro (dal nazionale) la tessera del Pd. Altro atteggiamento irregolare e fuori da ogni logica”.