Parigi val bene una messa. Figuriamoci se la chiesa è una delle più ricche d’Europa e se la “questua” porta in dote diversi milioni di euro. Marco Verratti ha prolungato il proprio contratto con il Paris Saint Germain di un altro anno. Il gioiellino del calcio italiano, il maggior pretendente a raccogliere le geometrie e il talento di Andrea Pirlo nell’immaginario pallonaro del Belpaese, dovrebbe restare Oltralpe fino al 2019.
«Quando penso alla mia carriera penso solo al Paris Saint-Germain. Voglio continuare a vincere con questa squadra, continuando a crescere vicino a grandi campioni», ha dichiarato il campioncino svezzato da Zeman in quel Pescara fenomenale in cui militava anche la coppia Immobile-Insigne. Sembra avere le idee chiare, Verratti, nonostante le sirene che da più parti hanno provato a portarlo lontano dalla Senna. Soprattutto il suo ex allenatore Ancellotti avrebbe voluto inserirlo in un centrocampo galattico del Real Madrid: il 21enne abruzzese avrebbe potuto dialogare con personaggi come Luka Modrić e Toni Kroos. Non proprio due con i piedi di legno, insomma.
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=TEug-RVj4DU[/youtube]
Il rinnovo proposto dal Psg nasconde proprio l’esigenza di blindare il campioncino italiano. Nonostante non siano state rese note le cifre dell’operazione, Verratti dovrebbe guadagnare 3,2 milioni di euro a stagione, più eventuali bonus. Basti pensare che quando fu acquistato, due anni fa, dal club parigino, il contratto era di “appena” 850mila euro annui. Una mossa, quella della società del presidente Al-Khelaifi, che punta chiaramente a scoraggiare il Real ma anche Barcellona e Bayern, che pare si fossero fatte avanti per Verratti.
Resta il rammarico – ma ormai ci si è fatta l’abitudine – per quanti vorrebbero rivedere il talentuoso regista in serie A. Questo rinnovo allontana ancora di più Verratti dal campionato italiano: a quelle cifre, e con quelle offerte, è difficile che l’abruzzese possa dettare i tempi di un centrocampo nostrano. L’ultima dimostrazione – l’ennesima, se si guarda agli ultimi colpi sfumati per le big italiane – che quello che un tempo era il campionato più difficile del mondo ha visto abbassarsi di molto la qualità, negli ultimi anni. E non c’è bisogno di arrivare a Parigi, per avvertire lo spleen.