Come riprogettare lo sviluppo del Sud Italia? Rilanciando la politica industriale a Taranto? Sostenendo l’attività casearia distrutta dal caso “terra dei fuochi”? Puntando sull’agricoltura di qualità della Sicilia? No. «Facciamolo diventare un’unica, grande Sharm El Sheikh». Questa la soluzione per risolvere la crisi del Sud di Oscar Farinetti, patron di Eataly e promotore della nuovelle vague renziana nel mondo dell’impresa: trasformare il Meridione in un immenso outlet del divertimento per ricconi provenienti da tutto il mondo a far vacanza nel Belpaese.
Ecco l’analisi di Farinetti: «Il Sud Italia è in una condizione terrificante – ha spiegato ad Andrea Scanzi – molto più grave di quello che possiamo immaginare. È stato fatto troppo welfare nelle istituzioni e c’è un clima generale difficile. Ma è anche uno dei posti più belli del mondo: facciamo venire tutti i turisti del mondo lì».
Ecco la proposta: «Aprirei a tutte le multinazionali del mondo affinché vengano a farlo. Concederei loro agevolazioni fiscali bestiali, non farei pagar loro le tasse per 10 anni. L’importante è che assumano tutti italiani, che usino prodotti alimentari italiani, tavoli, sedie italiane…».
Certo, «solo italiani» (come si fa? Per legge? E poi un “renziano” che propone la “preferenza nazionale”?) e tutti i prodotti made in Italy. Ma in cambio di che cosa? Della desertificazione industriale? Al di là dell’impraticabilità di una proposta del genere, il dato interessante è proprio l’idea che sottende alla proposta: ossia che l’unico sviluppo per il Meridione sia quello di svendere se stesso ai fondi esteri, di risolvere la sua storia solo nella commercializzazione del proprio passato…