Marine Le Pen? Alcuni l’hanno soprannominata “Loana” dal tempo della sua ascesa nel Front National. Logico, una bionda… Falsa o autentica? Non è questo il punto; sebbene… Lei portava dei jeans, fumava sigarette e non disdegnava di frequentare di notte le discoteche. Era anche divorziata…
In breve, ecco lo spavento per coloro che intendevano restare i maestri del tempio lepenista e dei suoi fondamenti, coloro che ne scrivevano nei loro giornaletti e lo ripetevano in alcune radio.
Nello stesso momento, Jean-Marie Le Pen assicurava, dalle colonne del settimanale Minute, che il solo “fondamento” del Fn si riassumeva nell’“amore per la Francia” e che l’ultimo guardiano dei “fondamenti” in questione restava “lui” e nessun altro.
Da allora, la maggior parte dei guastafeste in questione si sono allontanati virando non di poco dal loro tragitto. Per occupare il loro tempo libero, hanno fondato dei gruppuscoli dai nomi strani e dalle consonanze informatiche. Logico. Dopo MoDem, il PDF… In attesa di Xpress e Photoshop?
In poche parole, spesso con l’aiuto di suo padre – e forse qualche volta contro i suoi consigli – Marine Le Pen ha tagliato i ponti fra il Front National e l’estrema destra. Là, almeno, fra padre e figlia il nodo gordiano sarà stato tagliato. D’altronde, che cosa è questa famosa “estrema destra”? Cosa c’è in comune fra un Bernard Antony e un Alain de Benoist, accomunati in un’espressione onnicomprensiva sebbene siano lontani galassie, allo stesso livello che un filosofo e un comico?
Questa “estrema destra”, per riprendere le parole di Simone Veil, del 1979, non ha peso e non ha mai pesato che l’”1% dei suffragi”. Quelli del Fn, dal 1984 – affermazione alle Europee – a oggi sono un’altra cosa… Il popolo dei militanti non è quello degli elettori.
D’altronde, nel Front national originario coabitavano tanti rappresentanti di differenti formazioni, fra loro diverse… Gaullisti delusi… Ex militanti della Resistenza come del Collaborazionismo… Veterani dell’Algeria francese, ma anche coloro che propendevano per il Fronte di liberazione nazionale algerino. Questo aveva senso all’epoca, essendoci i sopravvissuti a quel periodo. Ma oggi?
Oggi – mi dispiace dirlo, a rischio di offendere gli anziani – , i giovani se ne fregano un po’ del passato degli anziani. E sarebbe una gentilezza dar loro torto.
Risultato: al congresso di Tours, nel 2011, quando la figlia prese il posto del padre, era molto interessante ascoltare da vicino i discorsi dei due competitori, Bruno Gollnisch e Marine Le Pen. Il primo non smise di appellarsi alla storia e ai nostri gloriosi morti, quelli del 6 febbraio del 1934, d’Indocina e d’Algeria – io sicuramente ne dimentico altri, nella lista, fra Chouans (resistenti alla Rivoluzione francese, ndt) e confederati-. La seconda, in risposta, concesse una sola referenza storica: quella della Resistenza. Di tutte le Resistenze? Sì, evidentemente: in filigrana era chiaro…
Dopo, si potrà chiosare a iosa su questo Fn 2.0. Dare assicurazioni a chi si è allontanato o avrà trascurato questi tre flussi “fondamentali” evocati prima.
Ciò non impedisce che gli elettori abbiano scelto. Questi ultimi possono dare un plebiscito a un Fn di sinistra al Nord della Francia e un Fn di destra nel Sud. “Né destra né sinistra, Francesi!”, scrisse Samuel Maréchal, patron del Front national sin dalla giovinezza, in un saggio pubblicato alla fine del secolo scorso che Marine Le Pen ha dovuto leggere all’epoca… Ecco questo neo-Fn, di volta in volta di destra e di sinistra, come è incarnato da Marine Le Pen e dai giovani, è stato accompagnato verso un innegabile successo domenica scorsa.
Quanto a questa famosa “estrema destra”, nessun dubbio che non ama da un pezzo il suo “1%” che gli assegnava, molto generosamente, la nostra cara Simone Veil. C’è da credere e noi non abbiamo finito di dibatterne.
(Dal bvoltaire.fr – Boulevard Voltaire, traduzione di M.T.)